Luglio-Agosto 2003
L'Europa made in Italy
IDEAZIONE
In politica niente è irreversibile
Domenico Mennitti
AMICI & NEMICI
La Chiesa, la legge e la coscienza
Gianni Baget Bozzo
Dalla fronda alla marchetta
Angelo Crespi
Incubo ed estasi di Vincenzo Consolo
Giuseppe Scaraffia
L'EUROPA MADE IN ITALY
Restituire fiducia all’Europa
Silvio Berlusconi
Dalla parte dell’Occidente
Franco Frattini
Un’Unione libera e armata
Antonio Martino
Le ragioni del Sud
Raffaele Fitto
Un semestre decisivo
Antonio Tajani
La Magna Charta d’Europa
Rocco Cangelosi
Non più solo un “club commerciale”
Massimo Lo Cicero
Prospettive euro-mediterranee
Carlo Jean
Tra il fronte Sud e il fronte Est
Ludovico Incisa di Camerana
Le radici cristiane dell’Europa
Card. Mario F. Pompedda
L’espansione dello “spazio Europa”
Henri Froment-Meurice
SAGGIO
Ugo La Malfa, riformista del possibile
Aldo G. Ricci
INTERVISTA
Dal Psi al nuovo riformismo
Intervista a Fabrizio Cicchitto
Antonio Carioti
LA BOMBA CHE NON C'E'
Apocalittici o liberali
Eugenia Roccella
Il falso mito della sovrappopolazione
Nicola Iannello
Non è vero che la Terra scoppia
Bjørn Lomborg
L’implosione demografica
Nicholas Eberstadt
Malthus colpisce ancora
Antonio Gaspari
Ma già una volta a via Solferino...
Carlo Stagnaro
La grana demografica
Giovannino Guareschi
Esaurimento delle risorse?
Gianguido Piani
Il nucleare non era l’Apocalisse
Stefano Mensurati
AFFARI ESTERI
Do you remember Baghdad?
Fabio Angelicchio
SAGGI
Leo Strauss,
un classico del Novecento
Raimondo Cubeddu
Quando i cattolici facevano cultura
Vittorio Mathieu
IL CAPPELLAIO MATTO
Alfredo
Cattabiani, il non-conformista
Gianfranco de Turris
L’ultimo mitografo
Fausto Gianfranceschi
Buzzati,
l’anarca nel deserto dei Tartari
Riccardo Paradisi
FEUILLETON
Christopher Lasch:
politica ed eroismo quotidiano
Un calzolaio salverà l’America
Angelo Mellone
L’eredità di Christopher Lasch
Paul Piccone
Narciso? Un nemico del popolo
Brunella Casalini
Elogio del populismo democratico
Christopher Lasch
LA BIBLIOTECA DI BABELE
Libri letti e recensiti
Lo schedario di Babele |

«Non possiamo adagiarci in nessuna evocazione della vita
europea, per ricca che sia e per quanto la nostra nostalgia la
reclami. Essa stessa, la sua immagine sensoriale, la sua immagine
quasi fisica, ciò che potremmo chiamare la carne della sua vita,
ci scaccia via da sé e ci induce a interrogarci sulla sua
struttura interna, sulla sua vera costituzione. L’Europa non può
ridursi a un fantasma docile alla congiura dell’immaginazione. È
un fantasma che reclama di essere capito, scoperto. Non ci lascia
in pace, non ci lascia riposare nella sua traslucida presenza. Non
si rassegna ad essere fantasma; vuole, indubbiamente, essere
restituito alla vita […].
L’Europa è forse l’unica cosa – nella Storia – che non può morire
del tutto, l’unica cosa che può resuscitare. Questo principio di
resurrezione sarà anche quello della sua vita».
María Zambrano,
La agonía de Europa |
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