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Punto diplomatico.
Bush e Blair: il regime di Saddam sta finendo
Nessun proclama di vittoria ma soddisfazione, quella sì. Bush e Blair la
esprimono nella conferenza stampa che chiude secondo vertice di guerra a
Belfast, Ulster. L’azione delle truppe sul campo è stata “superba” –
affermano i due leader all’unisono – e il regime iracheno è ormai alle
corde. La guerra non è finita e sul campo di battaglia infuriano i
combattimenti più duri, quelli che dovranno portare alla liberazione di
Baghdad. Ma il fiato del regime è corto, cortissimo e anche le sorti del
rais, almeno a parole, sono indifferenti: “Che sia vivo o morto, conta
poco. Conta che il suo potere sta finendo”.
Un lungo e fruttuoso faccia a faccia, quello fra Bush e Blair nel
castello di Hillsborough, nel quale è stato ribadito un punto fermo
della campagna Iraqi Freedom: è guerra di liberazione e non di
conquista. Per questo, secondo le assicurazioni dello stesso Bush, si
arriverà “il più rapidamente possibile all’instaurazione di un’autorità
provvisoria irachena”, che sarà costituita da iracheni vissuti sotto il
regime di Saddam Hussein e da esuli e il cui insediamento viene da oggi
preparato da un’amministrazione provvisoria civile e militare americana,
che inizia a lavorare da Umm Qasr.
Quanto all’Onu, il suo ruolo nel dopoguerra sarà “vitale”. Cosa
significhi e quali differenze questo termine nasconda rispetto al
“marginale” dei giorni scorsi prova a spiegarlo Bush: un ruolo che non
sarà confinato agli aiuti umanitari ma si estenderà ad aspetti legati
alla ricostruzione del paese e all’attività dell’autorità provvisoria
irachena. Un punto però è chiaro: “La scelta di chi governerà l'Iraq non
spetta né a noi né all’Onu, spetta al popolo iracheno”. Spiragli di
ottimismo anche per il più vasto processo di pace in Medio Oriente, la
road map che l’Amministrazione americana vorrebbe seguire per porre fine
al lungo conflitto fra Israele e Palestina e che dovrebbe sfociare con
la nascita di uno Stato di Palestina e con il riconoscimento da parte
araba del diritto dello Stato d’Israele all’esistenza e alla sicurezza.
Bush ha espresso il proprio apprezzamento per il nuovo premier
palestinese appena insediato, confermando l'impegno a pubblicare il
tracciato, la road map, verso la ripresa dei negoziati di pace tra
israeliani e palestinesi.
Ultima segnalazione dal fronte diplomatico riguarda la ripresa dei
rapporti diretti fra Stati Uniti e Russia. La visita a Mosca del
Consigliere alla Sicurezza Nazionale, Condoleeza Rice, ha consentito la
riapertura di tutta una serie di dossier sul disarmo che erano rimasti
sospesi dopo le divergenze sull’Iraq. Pur mantenendo una posizione
critica nei confronti dell’intervento contro Saddam (Putin si vedrà a
San Pietroburgo con Schröder e Annan) il presidente russo ha ribadito
che sul tema generale del terrorismo “abbiamo collaborato, collaboriamo
e collaboreremo con gli Stati Uniti”. (p. men)
8 aprile 2003
pmennitti@ideazione.com |
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