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[24 apr 08]

Cannes si ricorda del pubblico

Se è vero che il buongiorno si vede dal mattino, allora il prossimo Festival del Cinema di Cannes (14-25 maggio) potrebbe rivelarsi davvero una graditissima sorpresa. Un mese fa avevamo parlato della noiosa spocchia radical chic che i più famosi festival cinematografici trasudano. Ovviamente non abbiamo cambiato idea, ma la presentazione dell’edizione 2008 della kermesse francese ci regala una timida speranza di cambiamento. Innanzitutto ci sarà una giuria composta da persone competenti, non coetanee di Matusalemme e soprattutto, e qui sta la novità principale, campioni di incassi al botteghino. Basta grandi guru del cinema di nicchia, persino Cannes strizza l’occhio al grande pubblico. Presidente sarà Sean Penn e, volendo mettere da parte le sue discutibili idee politiche, è senza dubbio uno che di cinema se ne intende eccome. Poi Sergio Castellitto, la bella e brava Natalie Portman, il regista messicano Alfonso Cuaron (Y tu mama tambien, e il Harry Potter prigioniero di Azkaban, I figli degli uomini), Natalie Portman (Star Wars, V per Vendetta, Closer), il giovane regista thailandese Apichatpong Weerasethakul, l’attrice tedesca di origini romene Alexandra Maria Lara e il regista francese Rachid Bouchareb. Con i suoi 55 anni, è proprio Castellitto ad essere incredibilmente il più vecchio giurato. Non eravamo abituati a tanta “gioventù”, se è vero che l’anno scorso il presidente era l’utrasessantacinquenne Stephen Frears e in giuria c’era anche Michel Piccoli, splendido attore ma da un pezzo oltre gli ottanta.

Qualche timido ma apprezzato segnale di ripresa si può notare anche nella lista dei film in concorso: innanzitutto Changeling, il nuovo film di Clint Eastwood (vecchiotto, non c’è dubbio, ma piace moltissimo anche alle nuove generazioni); poi l’attesissimo Gomorra di Matteo Garrone, tratto dal bestseller di Roberto Saviano; The Palermo Shooting di Wim Wenders; Linha de passe di Walter Salles, regista brasiliano del bellissimo e pluripremiato Central do Brasil; e poi il biografico Che di Steven Soderbergh e Il Divo (film su Giulio Andreotti) di Paolo Sorrentino. Pochi i film cinesi in gara, e questa non può che essere una buona notizia, un piccolo segno di cambiamento da parte di un festival che troppe volte ha strizzato l’occhio all’Oriente, allontanandosi troppo dai gusti più diffusi del pubblico mondiale. Ciliegina sulla torta i film fuori concorso Vicky Cristina Barcelona di Woody Allen, Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo di Steven Spielberg, Maradona di Emir Kusturica, Chelsea Hotel di Abel Ferrara e Sanguepazzo di Marco Tullio Giordana.

Sembra quasi di non essere alla Croisette ma in un qualsiasi fantasmagorico cinema multisala. Qualcuno forse storcerà il naso, qualcun altro si lamenterà dell’assenza di questo o quel maestro iraniano o taiwanese. Noi, invece, applaudiamo la presumibile svolta del festival di Cannes. Nessuno vuole negare gli spazi prestigiosi al cinema d’autore o di nicchia, sia chiaro. Ma se nemmeno la più grande kermesse dedicata alla settima arte riesce a presentare film di ottima fattura ma anche graditi al pubblico, che senso ha poi lamentarsi del calo di affluenza nelle sale? Siamo sicuri, quindi, che l’edizione 2008 del Festival del cinema di Cannes avrà un successo clamoroso. Volete una prova? Spegnete il pc, scendete in strada, bloccate la prima persona che incontrate e mettetela di fronte a una semplice scelta: Steven Spielberg o Wong Kar Wai? Novantanove persone su cento (il radical chic potrebbe sempre capitarvi) sceglierà senza esitare il regista americano. E’ il pubblico che sceglie. Con buona pace degli spocchiosi cinefili da salotto.

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