Questo sito è ottimizzato
per Internet Explorer.

(c) Ideazione.com 2008
Direttore responsabile: Barbara Mennitti
aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa
Redazione: piazza Sant'Andrea della Valle, 6 - 00186 Roma
Tel: 0668135132 - 066872777 - Fax: 0668135134
Email: redazione@ideazione.com

[23 apr 08]

La lezione di Guido Carli

L’editore Boringhieri ripubblica l’intervista sul capitalismo italiano che Eugenio Scalfari realizzò discutendo con Guido Carli nel 1977, quando questi, lasciata la guida della Banca centrale italiana, assunse la presidenza di Confindustria. La prima edizione era stata di Laterza. Si tratta del primo passo di un ambizioso progetto editoriale: ricostruire in sei volumi l’intera vicenda intellettuale e professionale di Guido Carli. A novembre i volumi verranno presentati all’Accademia dei Lincei. Il 21 aprile, a palazzo Giustiniani ed alla presenza di Franco Marini, Carlo Azeglio Ciampi e Giulio Andreotti, Eugenio Scalfari, Paolo Savona, Marcello De Cecco e Fabrizio Saccomanni, che sostituiva Mario Draghi, hanno presentato il volume che ripropone il dialogo tra Carli e Scalfari. Sono passati oltre trent’anni, ma la constatazione unanime è quella di una tragica attualità del suo contenuto: tragica perché non si capisce nettamente se sia stato Carli ad avere una visione lunga e prospettica dei problemi dell’economia italiana o se sia l’economia italiana a ristagnare sui medesimi problemi da trenta anni.

Il primo di questi problemi riguarda l’atteggiamento mentale di larga parte della grande imprenditoria nazionale. Lo scrive Marcello De Cecco in una breve ma densa introduzione a questa ristampa e lo ha sottolineato nel dibattito a palazzo Giustiniani. Di fronte alle grandi sfide, come l’adesione al processo di unificazione europea o alla nazionalizzazione dell’Enel - per mettere sotto controllo pubblico un oligopolio collusivo che, controllando il prezzo dell’energia estraeva valore dal sistema delle imprese e ne riduceva il tasso potenziale di crescita - i grandi imprenditori italiani esitano, senza percepire neanche i vantaggi che essi stessi avrebbero potuto conseguire. Scrive De Cecco: “Ebbero, nota Carli, vista corta molti di quei capitani di impresa, pronti a reagire con il “coraggio del coniglio” alla sfida rappresentata dalla nazionalizzazione dell’energia elettrica, con enormi fughe di capitali all’estero per paura di chissà quali altre nazionalizzazioni e senza notare che l’elettricità aveva insistito per nazionalizzarla proprio una parte di loro e che non di esproprio si era trattato ma di una vendita a condizioni favorevolissime per i venditori”. Ed ha ricordato Scalfari che, essendo quella vendita stata realizzata dalle imprese - perché lo Stato rilevò da esse gli impianti e non disperse sugli azionisti delle stesse i fondi necessari per acquistarli - furono proprio quelle imprese a dimostrarsi incapaci di utilizzarli per creare nuove opportunità di espansione e profitto. Come era accaduto, invece, nel secolo precedente: la stagione in cui furono nazionalizzate le ferrovie.

Questa incapacità di vedere le opportunità capaci di fare coincidere interesse privato ed interessi collettivi, profitti imprenditoriali e crescita dell’economia nazionale oltre che del benessere collettivo, rappresenta il limite della società italiana nell’opinione di Carli che, al contrario, si presenta come uno degli ultimi eredi del sogno incompiuto del liberalismo risorgimentale, dello spirito di Cavour: dare all’Italia un futuro migliore di quello che essa sarebbe capace di procurarsi con le sue sole forze e lungo la deriva dell’inerzia della propria storia. Una scommessa, questa di migliorare il corso delle cose, e di obbligare il mercato a fare di meglio senza sopprimerlo, sostituendolo con le scelte dei burocrati pubblici, che è stata anche la grande lezione di Carli. Che, conclusa la stagione della regia monetaria del sistema alla Banca centrale, ed esaurita la sua funzione come pedagogo del sistema imprenditoriale in Confindustria, si dedicò alla sua terza ed ultima fatica, come senatore e ministro del Tesoro. Portare l’economia italiana sotto il vincolo della stabilità europea, per dare un argine esterno alle pressioni corporative che avevano condotto all’inflazione ed alla stagnazione negli anni descritti dall’intervista con Scalfari, ridimensionando le energie sprigionate dal miracolo economico. Ed i suoi positivi effetti di allargamento e consolidamento della democrazia politica. Ma anche per avviare la stagione delle privatizzazioni, per le banche come per le imprese controllate dall’Iri. Smontando il sistema nel quale aveva trascorso larga parte della sua vita utilizzando gli enti controllati dallo Stato per fare crescere e consolidare una economia di mercato.

Strano talento soggettivo quello di Carli, insomma. Che, coerentemente con una vita improntata alla trasformazione della dinamica sociale, spingeva gli italiani ad impegnarsi, come lui aveva fatto, combinando tra loro conoscenza analitica ed informazioni sulle dinamiche economiche, una logica stringente ed una retorica efficace, per convincere e guidare la propria comunità, e quella internazionale, lungo la strada della crescita e dell’espansione del benessere che essa rende possibile. Convinto, come era, che attraverso l’esportazione delle proprie idee, anche una nazione povera e piccola come l’Italia, avrebbe potuto contribuire al progresso e trovarsi un ruolo di primo piano sulla scena internazionale. Se non è una ambizione risorgimentale questa, come hanno detto tutti i relatori di palazzo Giustiniani, non si capisce cosa debba essere. Mentre si capisce che, di questa ambizione, il Paese avrebbe ancora bisogno e non è detto che essa sia presente ancora, nella classe dirigente, in quantità sufficiente per essere davvero efficace.


 

vai all'indice di Mercati mondiali


Le riflessioni di un filosofo
sul mondo che cambia.

_____________

Un occhio indiscreto e dissacrante nei Palazzi del potere.
_____________

_____________
IL POST

I migliori post del giorno selezionati dai blog di Ideazione.

_____________
IDEAZIONE DOSSIER
Analisi, approfondimenti
e reportage.

IDEAZIONE VINTAGE
Il meglio dei primi quattordici anni della rivista bimestrale.
_____________
I BLOG DI IDEAZIONE

---

---

---

---



La scelta di Pierferdinando
di Daniele Capezzone



La guerra
del fumo

di Pierluigi Mennitti



La lezione
di Guido Carli

di Massimo Lo Cicero



La rivoluzione
di Nojoud

di Barbara Mennitti



W, il film anti-Bush di Oliver Stone
di Domenico Naso



Pagliarini, una vita per il federalismo
di Stefano Caliciuri