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[24 apr 08]

Com'è difficile essere donna

Certe volte penso che essere donne sia davvero complicato. Non che non lo sia già abbastanza essere una persona, ma se si è anche donna lo è un po’ di più. Prendete il caso della neoministra della Difesa spagnola, Carme Chacon, la cui nomina ha fatto tanto scalpore non perché era o meno preparata al compito che le si affidava o perché era catalana, ma perché è una donna. Non solo: è una donna di 37 anni e, per di più, è pure in evidente stato di gravidanza avanzata. E allora? - ci siamo chiesti noi – E’ incinta e poi? Chi è, che fa, che dice Carme Chacon? Ma niente, la notizia era tutta lì, nel suo essere una 37enne col pancione. Non contenta di ciò, la neoministra si è recata in visita alle truppe spagnole in Afghanistan, cioè ha fatto la cosa più ovvia che possa e, anzi, debba, fare un ministro della Difesa. Solo che lo ha fatto portando in giro il suo pancione di sette mesi e con un ginecologo al seguito. E anche lì, apriti cielo, alcuni custodi dell’ortodossia femminile non hanno apprezzato il gesto. “Come una mondina, questa non è emancipazione!”, hanno tuonato, vuole dimostrare di essere come un uomo, di poter fare le stesse cose e così dimentica le battaglie combattute da tante donne per poter restare a casa, pagate, almeno gli ultimi due mesi di gravidanza. Addirittura il gesto della Chacon mirerebbe a sostituire il rapporto uomo-donna con l’indeterminatezza del gender. Ma non stiamo un po’ esagerando?

Non è forse più giusto dire che una donna può anche decidere di continuare a svolgere il suo ruolo professionale (che magari le piace e si è sudato), se ha una gravidanza serena e senza problemi? E che una donna che, appena nominata ministro, felicemente incinta e in salute, si reca a visitare le truppe del suo Paese sta semplicemente facendo il suo dovere, senza mettere in pericolo i diritti di tutte le donne emancipate? O forse una donna è soltanto una futura madre, che deve restare a casa per forza per non aprire le porte al pericolosissimo gender e per fare piacere a tutte quelle che hanno manifestato in nome dei nostri diritti? La cosa veramente fastidiosa di tante pre e post femministe è che si ostinano a proporre un solo modello di donna e chi non è d’accordo con loro non ha capito niente o è un incosciente sovvertitore dell’ordine naturale. Prima ci dicevano che le donne dovevano riempire le piazze, mettersi gli zoccoli, farsi crescere i peli alle gambe e buttare il reggiseno nella spazzatura. Poi ci hanno detto che il femminismo aveva fallito, perché le donne si erano defemminilizzate e la società non le accettava in quanto donne, ma solo se si comportavano da uomini. E allora bisogna riscoprire il ruolo della madre, la famiglia, la cura degli anziani, affermare la differenza. Tutto giusto, per carità. Ma se si lavora al settimo mese di gravidanza si mette davvero in pericolo tutto questo?

Secondo noi, anzi, la Chacon ha fatto esattamente il contrario. Ha portato orgogliosamente il suo essere donna e incinta, anche con una buona dose di furbizia mediatica, sotto i riflettori. Era ostentatamente donna e non sembrava affatto voler dimostrare di essere come un uomo, ma di poter svolgere il ruolo che le compete da donna e senza limitazioni. E’ il continuo paragone col modello maschile che non ha senso. Le donne che fanno le cose non devono dimostrare di poterle fare come un uomo, ma semplicemente di poterle e saperle fare. Come persone. E se una gravidanza avanzata glielo consente, tanto meglio. E’ una libera scelta, fermo restando che è sacrosanto che una legge tuteli la donna in gravidanza e le consenta di restare a casa durante gli ultimi due mesi. Ma ci immaginiamo cosa sarebbe successo se la Chacon, appena nominata ministro della Difesa, si fosse sottratta agli impegni di lavoro perché incinta? Magari avrebbe avuto tutto l’appoggio delle post-femministe, ma qualcuno avrebbe sicuramente osservato che non avrebbe dovuto accettare l’incarico se non poteva gestirlo. Insomma, una donna non può vincere.

 

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