Questo sito è ottimizzato
per Internet Explorer.

(c) Ideazione.com 2008
Direttore responsabile: Barbara Mennitti
aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa
Redazione: piazza Sant'Andrea della Valle, 6 - 00186 Roma
Tel: 0668135132 - 066872777 - Fax: 0668135134
Email: redazione@ideazione.com

[22 apr 08]

La guerra del fumo

Il fumo si taglia col coltello. Non sono neppure le otto di sera, ancora non c’è tanta vita, la serata si deve animare e la notte sarà ancor più lunga. Eppure quasi non si vede il bancone laggiù, tanto spessa è la coltre di nicotina. La Kneipe (versione tedesca del pub anglo-irlandese) è piccola e scomoda, come piace ai berlinesi. Ma è famosa e centralissima, alle spalle degli Hackesche Höfe, un dedalo interno di cortili in stile Belle Epoque rimesso a nuovo alla fine degli anni Novanta e oggi meta del pellegrinaggio irrinunciabile di ogni turista dotato di Lonely Planet. Il locale è un budello lungo e stretto e buio, pure adesso che con l’ora legale le giornate si sono stiracchiate e a queste latitudini è luce fino alle otto e mezza. Ma tra finestre microscopiche e strati di fumo di Gauloise, Lucky Strike, Marlboro e altre marche più esotiche e fantasiose, la notte è calata da un pezzo.

Da oltre tre mesi, a Berlino, vigerebbe una legge che vieta il fumo nei locali pubblici. Una legge come quella che in Italia è stata varata alcuni anni fa e che, nello stupore generale – e degli italiani più di tutti – è stata rispettata fin dal primo giorno. Qui no. La legge è partita incorporando una serie di incertezze, tra le quali quella sui tempi. Il Senato cittadino ha lasciato una semi-tregua di sei mesi, affidando la discrezionalità ai gestori dei locali. In teoria, da luglio nessuno potrà più accendere una sigaretta. Ma questo andare in ordine sparso rischia di far saltare anche la data improcrastinabile. Perché la scena che stiamo osservando nella Kneipe degli Hackesche Höfe si replica tale e quale in uno dei tanti locali di tendenza o underground, dei ristoranti eleganti o straccioni, nelle birrerie, nei caffè di ogni quartiere cittadino. A Kreuzberg, a Friedrichshain o a Prenzlauer Berg, dove l’ambiente urbano è movimentato – rispettivamente – da ex alternativi, neo alternativi e post alternativi danarosi. Ma anche nei quartieri eleganti e ricchi del sudovest, da Zehlendorf a Wilmersdorf dove anziane signore benestanti e danarose non intendono rinunciare alla sigaretta dopo il dolce o la cena.

Che la legge anti-fumo potesse incontrare qualche problema in Germania era apparso chiaro dalle polemiche che ne avevano accompagnato l’introduzione, avvenuta in tempi e con modalità diverse da regione a regione, in nome del federalismo. E se a Berlino si annunciava una sorta di disobbedienza strisciante da parte di fumatori e gestori di locali, a Monaco – secondo le analisi dei politici – la protesta si sarebbe addirittura riversata nelle urne, punendo in maniera clamorosa il partito cristiano-sociale che quella legge l’aveva voluta estremamente severa. Grande clamore aveva suscitato ad Amburgo il rifiuto pubblico dell’ex cancelliere Helmut Schmidt e di sua moglie Loti di spegnere la sigaretta in un ristorante, loro che vengono considerati quasi una pubblicità vivente della possibilità di arrivare in ottima salute a novant’anni continuando a fumare più di un pacchetto di sigarette al giorno.

Tornando nella capitale, la geografia del “Rauchverbot” ricalca anche differenze antropologiche e sociali, così forti nei quartieri berlinesi, che costituiscono veri e propri centri a sé stanti. E se è vero che il divieto viene generalmente rispettato nei ristoranti e poco o per niente nei pub e nelle kneipe dove soprattutto si beve, è altrettanto vero che diverso pare l’atteggiamento degli avventori a seconda dei quartieri. Ad esempio a Schöneberg, rione prediletto da una fauna urbana di “giovani adulti”, generalmente istruita, oscillante tra i trenta e i cinquant’anni, con prole, spesso già affermata nel lavoro, è frequente imbattersi in locali dove l’aria è rarefatta come in un ospedale. Fuori, al freddo dell’inverno, ci sono tavolini con posacenere dove si affollano i pochi che ancora non hanno abbandonato le sigarette in omaggio al nuovo mito del benessere. A confortare le ossa dai primi acciacchi accentuati dal freddo le immancabili coperte di lana, così tipiche dei bar all’aperto nel Nord Europa. Qui il divieto funziona. Il no-smoking è divenuto una religione, così come i prodotti biologici che hanno invaso il quartiere e i vestiti eco-compatibili delle boutique.

Tuttavia, più dei principi generali, la salute (per chi non fuma) o la libertà individuale (per chi invece fuma) è l’economia che sta determinando il momentaneo insuccesso della legge. I gestori dei locali hanno riscontrato un calo di presenze nel momento in cui applicano il divieto di fumo all’interno. E siccome in questi primi sei mesi la stessa legge prevede la deroga, i gestori hanno deciso di applicare la deroga e non la legge. La concorrenza è fortissima, caffè, kneipe e pub sono tantissimi, se in uno non si fuma, i clienti emigrano all’altro, l’incasso cala e l’esercizio va in malora. D’altro canto i primi dati forniti dal ministero della Salute registrano un primo, consistente calo del fumo: nei primi quattro mesi di quest’anno (da quando cioè la legge è entrata in vigore, pur con le citate differenze regionali, il consumo di sigarette è calato dell’8,7 per cento. E la stampa ha pubblicato in questi giorni numerosi reportage, anche dall’Italia, nei quali si raccontano i successi conseguiti nella lotta al fumo. Luca Toni, l’italiano più famoso in Germania, si è detto stupito e infastidito dal fatto di entrare in birreria e trovare i locali densi di nicotina: “In Italia siamo molto più avanti” ha chiosato.

In previsione dell’ulteriore stretta, il consorzio del tabacco tedesco Reemtsma s’è inventato un accogliente pullmino Volskwagen per ospitare al caldo i fumatori in crisi d’astinenza. Per ora si tratta di un esperimento promozionale: il pullmino gira per la Germania fermandosi di fronte alle kneipe dove il divieto di fumo è già in vigore. Chissà cosa accadrà da luglio quando non sarà più possibile far finta di niente. La speranza degli esercenti è affidata al clima. Sarà estate e all’esterno non sarà necessario avvolgersi nelle coperte.

 

vai all'indice di Alexanderplatz


Le riflessioni di un filosofo
sul mondo che cambia.

_____________

Un occhio indiscreto e dissacrante nei Palazzi del potere.
_____________

_____________
IL POST

I migliori post del giorno selezionati dai blog di Ideazione.

_____________
IDEAZIONE DOSSIER
Analisi, approfondimenti
e reportage.

IDEAZIONE VINTAGE
Il meglio dei primi quattordici anni della rivista bimestrale.
_____________
I BLOG DI IDEAZIONE

---

---

---

---



La scelta di Pierferdinando
di Daniele Capezzone



La guerra
del fumo

di Pierluigi Mennitti



La lezione
di Guido Carli

di Massimo Lo Cicero



Com'è difficile essere donna
di Barbara Mennitti



Cannes si ricorda del pubblico
di Domenico Naso



Pagliarini, una vita per il federalismo
di Stefano Caliciuri