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L'INNOVAZIONE DEI TRASPORTI PASSA PER ALITALIA
Berlusconi ha una priorità: innovare il sistema di trasporti. In questa ottica si devono leggere gli sforzi per Alitalia e per il ponte sullo Stretto. E l’assegnazione del commissario Ue competente all’Italia completa il quadro.
di
STEFANO CALICIURI

[24 apr 08] E’ da due anni che Silvio Berlusconi ha un solo chiodo fisso in mente: tornare al governo del Paese per riproporre il suo grande progetto di innovazione dei trasporti nazionali, a cominciare dalla Tav e dal ponte sullo Stretto. E adesso che ha ripreso possesso delle chiavi di palazzo Chigi, il Cavaliere è disposto a passare sopra tutto e tutti pur di terminare il suo disegno. Lo si è capito sin dalla campagna elettorale: l’affaire Alitalia lo ha praticamente tenuto impegnato giorno e notte. In prima battuta per evitare che la compagnia di bandiera fosse svenduta ai francesi, quindi per risolvere la questione dall’interno. Il prestito ponte (che altro non è che una ricapitalizzazione del capitale a fondo perduto) è servito per tamponare lo stato di crisi, prendendo ancora un po’ di tempo necessario a concludere la trattativa con la cordata italiana e, magari, d’intesa con Aeroflot, la compagnia russa tanto cara all’amico Vladimir Putin. Senza dimenticare che, abbandonata l’ipotesi francese, l’intervento statale ha avuto il merito di evitare il commissariamento e, di conseguenza, il fallimento di Alitalia. Air France, secondo Berlusconi, avrebbe mollato la trattativa perché stretta nella morsa delle richieste dei sindacati. “Hanno fatto il loro mestiere e magari hanno avuto anche ragione. La verità è che le condizioni poste da Air France-Klm erano impossibili da accogliere”, sono state le parole del Cavaliere di fronte quanti gli chiedessero i motivi dalle rinuncia di Air France.

Marco Tronchetti Provera, presidente di Pirelli ed ex patron Telecom, ha dichiarato che sarebbe intenzionato a prender parte all’iniziativa industriale soltanto se ci saranno ampie garanzie. Sia sui nomi che andranno a comporre il Consiglio d’amministrazione, sia sulle risorse finanziarie. Più convinto, invece, appare Salvatore Ligresti, numero uno di Premafin: “Una mano bisogna darla – ha riferito ai cronisti - penso che sia giusto e doveroso per il Paese, per la compagnia, per i lavoratori, per il turismo”. Aggiungendo: “Le cose si faranno, in silenzio, ma si faranno”. Intanto, tra gli interessati all’operazione, compare anche il nome di Carlo Toto, patron di Airone, già protagonista l’anno scorso di un primo tentativo di Opa su Alitalia. Secondo fonti non ufficiali la quota che spetterebbe ad ogni investitore sarebbe del 33 per cento, equamente suddivisa tra lo stesso Toto, le banche e una cordata di investitori più “piccoli”, tra cui Ligresti e Tronchetti Provera. Spetterà a Bruno Ermolli, consulente personale di Berlusconi, ricercare altri eventuali imprenditori interessati all’operazione.

Un importante tassello che completa il puzzle è la questione legata alla nomina del commissario europeo che andrà a sostituire Franco Frattini. Anziché la giustizia, il nuovo rappresentante italiano probabilmente si occuperà di trasporti: ecco che il cerchio si chiude. In un colpo solo Berlusconi ottiene sul versante interno l’appoggio incondizionato delle Camere, dall’altro il sostegno dell’istituzione europea, con un suo membro nominato proprio dal governo italiano. Anche se circolava il nome di Emma Bonino, la radicale è considerata una mina vagante, nel senso che lavora senza dar conto a nessuno. In queste ore da via dell’Umiltà trapela un nome su tutti: Renato Brunetta. Ma l’economista veneto non sembrerebbe intenzionato ad accettare perché crede ancora in un importante incarico in seno al nuovo governo o al costituendo partito unico del centrodestra.


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