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Parlamento: la trasparenza non abita qui
di JEAN PHILIPPE ZITO

[30 mag 08] Ma chi sono i 100 deputati assenti che hanno permesso all’opposizione di respingere l’emendamento “Salva Rete4”? Finora non è dato saperlo. Dai dati disponibili si può solo constatare che un terzo degli eletti alla Camera per il Popolo della libertà (42 in missione e 45 assenti) e il 20 per cento dei parlamentari della Lega Nord (6 in missione e 6 assenti) non erano presenti in aula. Sono stati pubblicati alcuni nomi solo perché gli interessati hanno fatto “outing”. Se si accede al sito della Camera dei deputati, si verrà a conoscenza del fatto che non c’è traccia alcuna di statistiche sulle presenze. Sono disponibili testi, emendamenti, c’è la diretta video e perfino la e-mail personale di ogni deputato, ma se vuoi sapere se l’onorevole Caio è stato assente il giorno x e se ha votato y invece che z, non sei libero di apprenderlo.

Se però si è particolarmente testardi e non ci si arrende, c’è una possibilità per venire a conoscenza di questi dati. Infatti, mettendosi in contatto con l’ufficio stampa della Camera, si viene a sapere che l’iter c’è ma è complesso. Poi per i dati riguardanti la XVI legislatura, è addirittura “prematuro” perché sono “ancora in elaborazione”. Chi vuole verificare i dati sulle votazioni e le assenze dei deputati, deve mandare una richiesta tramite e-mail al portavoce dell’ufficio stampa e poi aspettare una convocazione. I dati elaborati in tabelle, possono essere visionati ma non fotocopiati. La collaborazione da parte degli addetti è tanta, ma il risultato non è certamente dei più gratificanti.

All’estero funziona nella stessa maniera? Non esattamente. Negli Usa, ad esempio, se un cittadino vuole venire a conoscenza di dati precisi su ogni deputato, lo può fare comodamente da casa, semplicemente collegandosi al sito del Congresso. Periodicamente i dati vengono aggiornati e si trovano le informazioni richieste, nessun dato viene secretato e vige la massima trasparenza. Inoltre in America tutti i think tank esprimono giudizi in base a come i parlamentari votano sulle singole questioni. Collegandosi al sito dell'Americans for tax reform, ad esempio, ci sono tabelle dove vengono riassunte informazioni sulle presenze del deputato e sul tipo di voto espresso. Semplici grafici e schemi rendono più chiara ogni decisione presa.

Così facendo si può anche verificare se la persona votata si è meritata la propria fiducia. Tutta un’altra storia anche su portali come quello del National Journal (di area repubblicana) e Naral pro-choice America (sensibile alle tematiche dell’aborto), sui quali si può visionare Stato per Stato il “comportamento” politico degli eletti e si possono stilare delle vere e proprie pagelle di gradimento. Il leitmotiv in questa terza Repubblica non è cambiato. L’operazione trasparenza nei confronti dei cittadini/elettori non è ancora iniziata. Il rischio è sempre lo stesso, l’antipolitica e la poca fiducia nelle istituzioni. Eppure basterebbe così poco per riavvicinare i due mondi ora così distanti.


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