Questo sito è ottimizzato
per Internet Explorer.

(c) Ideazione.com 2008
Direttore responsabile: Barbara Mennitti
aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa
Redazione: piazza Sant'Andrea della Valle, 6 - 00186 Roma
Tel: 0668135132 - 066872777 - Fax: 0668135134
Email: redazione@ideazione.com

Mugabe tenta il golpe e spera nell’aiuto della Cina
di ANGELO M. D'ADDESIO

[23 apr 08] In Zimbabwe sono passati più di venti giorni dalle elezioni presidenziali e parlamentari che avrebbero dovuto sancire il cambiamento di regime nel Paese, ma la calma surreale e malcelata che si vive nella capitale Harare e nelle maggiori città è invece la dimostrazione di come molto stia accadendo senza che cambi nulla. In questi giorni la popolazione non ha mai saputo se il leader dell’opposizione Morgan Tsvangirai del Movimento per il cambiamento democratico (Mdc) abbia vinto realmente le elezioni, né se sia o meno necessario un ballottaggio per determinarlo, né se questo ballottaggio si farà, perché i risultati non sono mai stati resi noti. Da allora è iniziato un confronto solo apparentemente diplomatico. L’opposizione ha fatto ricorso all’Alta Corte per la pubblicazione dei risultati da parte della Commissione elettorale, che a sua volta ha dichiarato l’impossibilità di comunicarli per via dell’inizio di un procedimento giudiziario ed anzi ha accolto il ricorso del presidente Mugabe che ha denunciato palesi brogli in 23 circoscrizioni sulle 210 totali nel Paese, mettendo così in discussione anche l’esito del voto parlamentare che aveva visto prevalere l’opposizione dell’Mdc con 109 seggi contro i 97 dell’Unione Africana per lo Zimbabwe (Zanu-PF) del presidente-padrone Robert Mugabe (i seggi rimanenti erano andati a gruppi indipendenti).

Dietro la fragile diplomazia è accaduto di tutto. I giornalisti locali e stranieri sono stati minacciati e due di loro (Barry Bearak del Ny Times e Stephen Beavan) feriti ed imprigionati per giorni; i vertici dell’esercito ed i falchi dello Zanu-Pf hanno convinto Mugabe a proseguire nella strada del golpe; siti di informazione anti-governativi sono stati oscurati. In risposta a questo l’opposizione dell’Mdc, il cui leader Tsvangirai è rifugiato per sicurezza in Botswana, ha organizzato diverse giornate di scioperi generali che non hanno avuto seguito nella popolazione civile per via delle forti pressioni dei militari e del governo e premono per un secondo turno elettorale con la mediazione del Sudafrica e della Comunità di sviluppo dell’Africa Australe. L’Mdc ha inoltre denunciato la rappresaglia di gruppi di farmers neri che hanno occupato in diverse province decine di fattorie di bianchi, al grido di “Via i colonizzatori dalle nostre terre”. Un grido ripetuto in occasione dei festeggiamenti del 28esimo anniversario dell’indipendenza dello Zimbabwe, quando Mugabe in un discorso pubblico ha affermato che, come tanti anni fa, i dominatori britannici con l’aiuto del Sudafrica vogliono tornare a colonizzare, dividere la società civile e sfruttare le risorse del Paese.

Il golpe di Mugabe per succedere a se stesso è curato nei minimi dettagli, ma sta trovando numerosi ostacoli ed ora rischia di creare un vero e proprio intrigo internazionale. L’Onu ed il premier inglese Brown hanno invitato la commissione elettorale a rendere noti i risultati e Zuma, presidente dell’African National Congress, ha criticato il presidente sudafricano Thabo Mbeki per la sua quiet diplomacy troppo debole verso Mugabe. C’è poi il caso della nave cinese An Yue Jiang carica di 77 tonnellate di armamenti per l’esercito dello Zimbabwe, intercettata nel porto di Durban, bloccata ancora per poco e diretta verso le coste dell’Angola, Paese amico di Mugabe che dovrebbe attuare il losco scambio commerciale “armi per risorse minerarie”, soprattutto platino, al punto che nelle periferie del Paese c’è chi giura di aver visto un inusuale movimento di militari cinesi. La Cina è già molto presente in Angola e il governo di Luanda potrebbe permettere il passaggio di armi e bloccare le frontiere e quindi appoggiare apertamente Robert Mugabe (come già fa in sede Onu) ed il suo tentativo di mantenere il controllo di un Paese economicamente ed umanamente allo stremo. Un imprevisto che ha colto di sorpresa tutti gli Stati africani del sud e rischia di scatenare una feroce repressione militare (nei giorni precedenti sono stati arrestati già 75 esponenti dell’opposizione), spegnendo anche l’ultima speranza dell’opposizione di un secondo turno elettorale.


Le riflessioni di un filosofo
sul mondo che cambia.

_____________

Un occhio indiscreto e dissacrante nei Palazzi del potere.
_____________

_____________
IL POST

I migliori post del giorno selezionati dai blog di Ideazione.

_____________
IDEAZIONE DOSSIER
Analisi, approfondimenti
e reportage.

IDEAZIONE VINTAGE
Il meglio dei primi quattordici anni della rivista bimestrale.
_____________
I BLOG DI IDEAZIONE

---

---

---

---



La scelta di Pierferdinando
di Daniele Capezzone



La guerra
del fumo

di Pierluigi Mennitti



La lezione
di Guido Carli

di Massimo Lo Cicero



La rivoluzione
di Nojoud

di Barbara Mennitti



W, il film anti-Bush di Oliver Stone
di Domenico Naso



Pagliarini, una vita per il federalismo
di Stefano Caliciuri