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In Assia si fa strada la Jamaika Koalition
intervista a JÖRG UWE HAHN di GIOVANNI BOGGERO

[02 apr 08] “Se dopo le prossime elezioni non si potesse dar vita ad un governo liberal-conservatore, allora l’alleanza con i Verdi sperimentata in Assia potrebbe diventare un modello anche a livello federale”. L’annuncio è di Jörg Uwe Hahn, presidente dell’Fdp nella regione di Francoforte, il quale, in un colloquio con Ideazione, avvalora l’ipotesi di una soluzione inedita per le sorti dell’Assia, piombata in una paradossale crisi politica all’indomani della tornata elettorale di fine gennaio, quando nessuna delle tradizionali coalizioni si rivelò in grado di esprimere una maggioranza. Dopo mesi di estenuanti trattative e clamorosi colpi di scena, oggi, a pochi giorni dalla prima seduta della neo-eletta dieta regionale, i pezzi del puzzle cominciano a ricomporsi, tanto che la strada maestra sembra proprio essere quella di una Jamaika Koalition, detta così per i colori con cui vengono identificati i tre partiti (verdi, liberali e cristianodemocratici). Eppure, per sapere se il governatore uscente Roland Koch (Cdu) riuscirà a rimanere in sella o se invece verrà disarcionato dalla sua rivale, la socialdemocratica Andrea Ypsilanti, è ancora presto. I politologi più avveduti sostengono infatti che il 5 aprile prossimo non accadrà nulla e, fatta salva la nomina del Consiglio di presidenza, vi sarà ancora spazio per i conciliaboli tra le segreterie di partito.

Qual è il suo pronostico per la seduta di apertura? Ce la farà Roland Koch ad essere confermato Ministerpräsident?
In realtà nel corso della seduta del 5 aprile non si voterà per la carica di Ministerpräsident e quindi, benché la votazione e il giuramento del governatore siano oggi ancora all’ordine del giorno, Roland Koch rimarrà in carica ad interim.

Lei ha sostenuto che i tempi siano maturi per una Jamaika Koalition (giallo-verde-nero). Eppure Cdu e Verdi sono ancora intenti a trovare una mediazione. Questi ultimi chiedono ai cristiano-democratici di essere più flessibili in materia di politica energetica e di tasse universitarie. Con condizioni simili, voi accettereste ancora un compromesso?
L’obiettivo dell’Fdp è quello di assicurare all’Assia una stabile maggioranza di governo. Se tanto la Cdu quanto i Verdi immaginano di potersi alleare con noi, ne deduco che si possa trovare un punto di incontro accettabile. Per quanto riguarda le tasse universitarie, non posso non rilevare il fatto che la Cdu, dopo la riunione di Bad Wildunger, ha mostrato di aver fatto un passo avanti verso di noi. Peccato però che quel passo non sia stato fatto già in campagna elettorale.

E come la mettiamo con il capitolo energia? Tra voi e i Verdi, che chiedono l’abbandono del nucleare, non c’è un abisso?
Sul tema credo invece che ci possa essere un buon margine di intesa. Tutti e tre i partiti sono convinti della necessità di sviluppare energia da fonti rinnovabili. 

E' anche vero che negli ultimi anni Cdu e Verdi si sono pian piano avvicinati. All'orizzonte c'è un serio progetto di collaborazione?
Tra Verdi e Cdu vi sono certamente delle affinità su molte materie, si pensi solo alla politica di integrazione, alla base della quale entrambi i partiti pongono la conoscenza della lingua tedesca e poi quella per la scuola, dove entrambi i partiti si battono contro il modello di formazione unico proposto dall’Spd.

Torniamo per un attimo alla campagna elettorale. Il Presidente uscente, Roland Koch, ha concentrato i suoi sforzi sul tema della sicurezza. Non le sono sembrati eccessivi i toni con cui ha accusato i giovani immigrati che delinquono?
In campagna elettorale la Cdu ha fatto degli errori che però ha poi prontamente ammesso. A mio parere, tuttavia, la sconfitta dei cristiano-democratici va più che altro ricondotta al modo in cui è stata impostata la politica della scuola in questi anni.

Nelle settimane dopo il voto si era ventilata l'ipotesi di un'alleanza tra Spd e Linke. Ma dopo che la deputata Dagmar Metzger, della corrente riformista, si è tirata indietro, l'idea di Andrea Ypsilanti è sfumata. Come giudica la possibilità di una cooperazione tra socialdemocratici e comunisti a livello federale?
Dagmar Metzger non si è affatto tirata indietro. Anzi, è stata l’unico politico dell’Spd a rimanere fedele alla parola data. E’ stata piuttosto la Ypsilanti, dopo il nostro ripetuto “no” ad una Ampel Koalition (giallo-rosso-verde), ad accettare l’appoggio esterno della Linke. Eppure anche i comunisti hanno assai presto gettato la maschera, rendendo note le direttive che provenivano dalla sede centrale del partito: con l’appoggio di un governo di minoranza rosso-verde si sarebbe passati da una semplice desistenza ad una mezza coalizione. Così come non voglio né mai ho voluto una qualsiasi alleanza con Die Linke a livello regionale, tantomeno desidero essere governato a livello nazionale (anche) da post-comunisti.

Ora che Andrea Ypsilanti ha tentato la sorte e ha fallito, dovrebbe dimettersi?
Come può capire, non posso proprio esprimermi su scelte che riguardano altri partiti. La questione della leadership dell’Spd riguarda soltanto lei.

Negli ultimi mesi i destini dell’Assia si sono intrecciati a quelli della Germania intera. Quali ripercussioni avrà sul sistema partitico nazionale l’esito di questo piccolo giallo politico?
Le elezioni in Assia sono sempre state indicative di una determinata tendenza, anche a livello federale. A tal proposito basti ricordare che proprio in questa regione si ebbe la prima esperienza di governo tra socialdemocratici e verdi, tra l’altro anche allora dopo una fase di transizione. Se dopo le prossime elezioni federali non si potesse raggiungere la combinazione che auspico, ovvero se non si dovesse riuscire a formare un governo tra Cdu ed Fdp, allora la Jamaika Koalition (giallo-verde-nero, ndr) sperimentata in Assia potrebbe diventare un modello anche per il governo centrale.


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