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[19 mar 08]

Francesco Pasquali: ai giovani serve un sindacato

Francesco Pasquali, classe 1976, è il nuovo coordinatore nazionale dei giovani di Forza Italia. Succede a Beatrice Lorenzin che ha dovuto lasciare perché candidata alla Camera nella circoscrizione laziale. Da sempre impegnato nell’attività politica, Pasquali è specializzato nelle materie riguardanti il mercato del lavoro. Qualche mese fa ideò e lanciò una proposta molto provocatoria: la creazione di un sindacato delle nuove generazioni (Sng). Una sorta di voce amplificata delle istanze giovanili. Il neonato sindacato è stato riconosciuto ufficialmente ed ora potrà partecipare ai tavoli negoziali insieme con le storiche sigle Cgil, Cisl, Uil e Ugl.

Quali sono le missioni del sindacato nuove generazioni?
Il Sindacato Nuove Generazioni è un ambito di confronto di tutte le realtà liberali che vogliono promuovere una nuova idea di lavoro, che non è quella immobile portata avanti fin qui dai sindacati tradizionali, che, con la loro concezione datata di conflitto tra lavoratore e datore di lavoro, hanno soltanto difeso i privilegi penalizzando i giovani e togliendo opportunità.

Come volete organizzarvi sul territorio?
A Roma abbiamo già messo in piedi la prima iniziativa inaugurale. Abbiamo incontrato un gruppo di giovani precari, abbiamo parlato con loro, ascoltato le loro istanze e capito che la legge Biagi è importante. A Milano, venerdì scorso abbiamo avuto una giornata molto interessante con i giovani industriali e con esperti come Pietro Ichino, Daniele Capezzone e Giuliano Cazzola. Confrontarci, cogliere tutte le sensibilità, ascoltare e proporre: sono queste le linee guida del nostro progetto.


Quindi per voi rivedere la legge Biagi significa potenziarla?

Certo, potenziare quel grande atto di coraggio che è stata la riforma Biagi. Ma non solo. Implementare la Borsa nazionale del lavoro, aiutare i giovani laureati a trovare un impiego dignitoso e coerente con gli studi fatti. Inoltre, occhi aperti per garantire un lavoro sicuro. Non vogliamo più vedere persone che muoiono sul lavoro non per fatalità, ma per il mancato rispetto delle norme sulla sicurezza. Questa è un’altra nostra missione.

Cosa ne pensi dei punti programmatici sul lavoro del Pdl?
A tutti piacerebbe avere un programma fatto di sogni, di ottimismo, di grandi speranze. Ma non è così: la sinistra ci ha tolto la possibilità di guardare ad un domani sereno. Una società che funziona è una società basata sulla "ownership", sulla proprietà. Prodi e i ministri del Pd hanno cancellato tutto questo: oggi è difficile comprarsi una casa, cambiare lavoro, mettersi in proprio, osare. Il Paese è fermo. Chiamare gli italiani, con politiche serie, ad impegnarsi per risollevare il Paese partendo dalla propria condizione quotidiana, questo sì, è possibile. E’ la nostra passione, il nostro obiettivo.

Ed invece sul programma del Partito democratico?
Il programma di Veltroni? Scusami se sorrido, ma non ci si reinventa liberali dalla sera alla mattina, specie con al proprio fianco i ministri che hanno portato gli italiani ad aver paura dello Stato che controlla, tassa, pretende e non dà servizi. E non scordiamoci che il Presidente del Pd si chiama Romano Prodi. L’hanno pensionato mediaticamente, ma il suo ruolo nel partito è lì.

Ma non c’è proprio nulla che hai trovato interessante, che eventualmente possa avere margini di discussione e collaborazione?
Di discussioni credo si parlerà dopo le elezioni. Però c’è da dire che in diversi dibattiti nei quali mi sono confrontata con i giovani del Pd, ad accomunarci c’era il fattore anagrafico e la consapevolezza dei problemi che ha la nostra generazione. Certo, però, che pensare li possano risolvere Veltroni & co. è del tutto fuoriluogo.

A proposito di nuove generazioni. Cosa ne pensi delle candidature? Nelle liste di entrambi i partiti ci sono molti giovani. Come potranno "servire alla causa" generazionale?

Molti dei nostri giovani vengono dal mondo dell'Università, dell'associazionismo, dell'impegno politico. Sanno bene cosa voglia dire spedire curricula sperando in una telefonata, vivere da fuorisede per far quadrare i conti, districarsi nella giungla dei concorsi, persino combattere contro i mezzi pubblici che non arrivano mai. Credo sia necessario portare tutto questo in Parlamento: studiare meglio, lavorare meglio, per vivere meglio.

La coordinatrice nazionale dei giovani di Fi, Lorenzin, diventerà parlamentare. Tu sei stato nominato come suo successore. Rottura o continuità col passato?
Beatrice continuerà ad essere parte attiva del nostro movimento per tutta la campagna elettorale, poi sarà sicuramente uno dei nostri punti di riferimento “istituzionali”. Per quanto mi riguarda continuerò, parlandone di volta in volta con i ragazzi ai vari livelli territoriali, a promuovere iniziative e a lanciare campagne sui vari temi di largo interesse. Ma molto dipenderà anche da come si snoderà l'imminente (speriamo) attività del Governo Berlusconi.

Anche i movimenti giovanili si uniranno nel movimento giovanile del Popolo della libertà?
Quello del Popolo delle libertà è un cammino entusiasmante. Già siamo uniti sui valori e sulla cultura. Ma anche sulle iniziative. Era il sogno del presidente Berlusconi e l'abbiamo realizzato. Precisamente il 2 dicembre 2006, manifestando tutti insieme a piazza San Giovanni, dopo un lunghissimo corteo in cui i giovani azzurri hanno camminato fianco a fianco con gli amici di Azione giovani.

Il movimento giovanile sarà dunque una lotta tra Giorgia Meloni e te?
Ma no. La nostra è piena e attiva collaborazione. Le lotte sono ben altre, ma soprattutto ben altri sono gli avversari.

Ad esempio?
Per ora pensiamo a vincere le elezioni...

 

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