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[30 giu 08]
Cercasi garantisti. A sinistra

Compiendo una scelta sobria nella forma ma forte e coraggiosa nella sostanza, il presidente Napolitano ha tentato - almeno per il momento - di rimettere in riga il Csm, all’inizio della scorsa settimana, e ha indotto ad una vistosa “conversione a u” Nicola Mancino, che, ancora qualche giorno prima, si era lasciato andare a dichiarazioni bellicose e imprudenti contro l'attuale maggioranza.

Poi, però, la situazione è di nuovo degenerata, e da martedì primo luglio (giorno in cui si pronuncerà il plenum del Csm) rischierà di essere definitivamente compromessa. Per sovrammercato, tre dei magistrati (Pepino, Fresa, Roia) che dovranno valutare al Csm la controversia tra il presidente Berlusconi e una giudice di Milano sono a loro volta firmatari della lettera/appello anti-Berlusconi di quella stessa giudice. E per di più, due di loro (Pepino e Roia) sono anche relatori, in altra commissione del Csm, sugli emendamenti Pdl al Senato: e, in questa veste, mercoledì scorso, si sono spinti al punto di tacciare di incostituzionalità le norme che la nuova maggioranza si prepara a varare in Parlamento. E’ un caso da manuale di conflitto di interessi, che si aggiunge al solito sconfinamento del Csm, che quasi punta a sostituirsi a governo e Parlamento. Dinanzi a questa situazione, inimmaginabile in qualunque Paese dell’Occidente avanzato, resta da capire come mai quasi tutti i garantisti storici del centrosinistra siano rimasti muti, e non abbiano cercato - in queste ore - né di sostenere l’iniziativa del Capo dello Stato né di farsene forti per ridimensionare le spinte dipietriste.

I radicali, che giustamente per decenni hanno criticato l’ipocrisia dell’obbligatorietà dell’azione penale, ora sembrano gravemente disorientati, e quando parlano lo fanno per schiacciarsi comunque su una linea banalmente antigovernativa. I socialisti, tradizionali alfieri di battaglie garantiste, sono letteralmente desaparecidos. I riformisti del Pd rischiano di lasciarsi logorare e risucchiare nelle tristi vicende del partito, proprio quando - invece - sarebbe per loro necessario scegliere qualche convincente iniziativa di merito (e cosa meglio della rottura con i giustizialisti?) per recuperare respiro politico e anche forza interna. E invece sarebbe maledettamente necessario qualcuno che scuotesse il centrosinistra per aiutarlo, dopo almeno quindici anni di errori, a scavare un fossato tra sé e ogni forma di giustizialismo.

 

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