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NAPOLI, ORA TOCCA A BERLUSCONI
Il consiglio dei ministri sbarca a Napoli in piena emergenza rifiuti. Tutti gli occhi sono puntati sul nuovo premier. Nella speranza che non ceda alle lusinghe di chi porta la responsabilità amministrativa e politica del disastro campano.
di ANTONIO FUNICIELLO

[20 mag 08] Quello che colpisce dell’emergenza rifiuti partenopea è l’ordinarietà entro la quale ormai è iscritta. A leggere i resoconti del pacato e collaborativo incontro tra il nuovo presidente del Consiglio e il vecchio presidente della Regione Campania, alla presenza del nuovo ministro dell’Ambiente e del vecchio Sindaco di Napoli, settimane di campagna elettorale coi manifesti del Pdl affissi in tutta Italia (specialmente al Nord) contro Bassolino e Iervolino responsabili del malgoverno della sinistra, sono un ricordo sbiadito. Il quadro resta, nella sua interezza, completamente immutato. Da una parte le colpe dell’amministratore locale Bassolino, grosse almeno quanto i cumuli di immondizia su cui i ratti fanno snowboard e che hanno ripreso a popolare il centro della città (dalla periferia e dalle province di Napoli e Caserta la munnezza non se n’è mai andata). Dall’altra il governo centrale che presenterà - sono parole del sottosegretario alla Salute Fazio – “un piano articolato in tre punti: informazione della popolazione, formazione degli operatori medici, monitoraggio della situazione”. Cioè a dire, partendo dall’ultimo, terzo punto: non sappiamo dove smaltire l’immondizia; secondo punto: minacciose e sinistre s’avanzano intossicazioni, infezioni varie, inquinamento di alimenti, eccetera, eccetera; primo punto: cari cittadini, non bruciate i sacchetti d’immondizia sennò sprigionano diossine che fanno venire il cancro, né lasciateli abbandonati in campagna che sotto ci sono le falde acquifere. Per ora non si può certo dire che sia un piano rivoluzionario.

Insomma, al ribaltamento di senso già prodotto dalla inaccettabile trasformazione di una ordinaria incompetenza amministrativa locale - lo smaltimento dei rifiuti - in una vicenda nazionale straordinaria, si è giunti come niente fosse a un nuovo ribaltamento di questa straordinarietà in ordinarietà. Invece di ricollocare la faccenda in un quadro razionale di gestione di funzioni e responsabilità, chiedendo a chi non si è mostrato all’altezza dei suoi compiti di lasciare spazio ad altri, si sta producendo nell’opinione pubblica una manipolazione della percezione del problema. In virtù della quale, la gestione dello smaltimento dei rifiuti in Campania non può considerarsi alla stregua di quello di altre regioni d’Italia o d’Occidente: l’assessorato campano alla nettezza urbana non ha niente a che vedere con il suo corrispettivo di Lombardia, di Borgogna, di Sassonia o di Aragona. Per la classe dirigente campana non vale il principio di responsabilità su cui Hans Jonas ha scritto, trent’anni fa, un libro fondamentale: in Campania gli uomini politici possono continuare a compiere scelte senza calcolare le conseguenze delle stesse.

L’elemento di novità politica in tutta questa vicenda ha nome Silvio Berlusconi. Come già detto, i primi segnali del suo governo non parrebbero sottolineare la novità della sua presenza a Palazzo Chigi, ma è davvero difficile credere che egli si lasci indifferentemente trascinare nel circolo vizioso campano. Berlusconi, si sa, alla luna di miele con gli elettori tiene parecchio ed è perciò improbabile che lasci cingere d’assedio i suoi primi mesi di governo dall’immondizia campana, con le emergenze sanitarie, ambientali, economiche, sociali e civili pronte a esplodere sotto i suoi occhi all’approssimarsi del caldo estivo. Il Berlusconi “modello padre della Patria” di questo primo scorcio di legislatura è anzi preso, ben al di là dell’incombenza netturbina di ripulire le strade e le campagne, dall’ansia di ristabilire quel rispetto per le istituzioni dello Stato compromesso drammaticamente dall’inefficienza che la politica ha mostrato in Campania, mostrando il fianco alla presunta efficienza dell’altro stato della camorra.

E’ Berlusconi oggi a dare le carte. La Costituzione e le leggi gli conferiscono poteri che possono superare le resistenze consociative delle forze politiche locali che rifiutano in ogni modo di collaborare a risolvere il problema: è della settimana scorsa il voto unanime del consiglio comunale partenopeo contro l’individuazione del sito temporaneo di Chiaiano. Berlusconi è obbligato a occuparsi in prima persona dell’emergenza rifiuti, anche perché, diffuse e salde nell’opinione pubblica nazionale le colpe macroscopiche di Bassolino, pensare di navigare a vista, ora collaborando, ora addebitando al presidente della Campania ulteriori responsabilità, è una strategia che può comportare solo l’assorbimento di Berlusconi nel biasimo generale. E trasformare la sua luna di miele con gli italiani nella luna di fiele che visse, appena due anni fa, il suo predecessore.


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