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Milano si prepara all'Expo 2015. Alle 17 il verdetto.
di STEFANO CALICIURI

[31 mar 08] Comunque vada, la settimana prossima a Milano si festeggerà. Corso Buenos Aires è già tirata a lustro: domenica 6 aprile, duecento bancarelle saranno presenti con prodotti gastronomici provenienti da tutto il mondo, migliaia di bambini invaderanno il violone a ritmo di canti e balli colorati, gruppi folkloristici allieteranno la giornata. Comunque vada, dicevamo, l’esito che questo pomeriggio da Parigi dirà se Milano potrà ospitare l’Expo 2015 oppure se la giuria ha preferito Smirne la bizantina. Il grande contatore elettronico collocato in piazza San Babila ha praticamente finito il suo lavoro. Alle 17, quando tutti i display mostreranno soltanto gli zeri, sapremo finalmente se Milano, e con essa l’Italia intera, fra sette anni diventerà la regina del mondo. L’Expo 2015, infatti, come recita il manifesto di presentazione, “sarà uno straordinario evento universale che darà visibilità alla tradizione, alla creatività e all’ innovazione nel settore dell’alimentazione, raccogliendo tematiche già sviluppate dalle precedenti edizioni di questa manifestazione e riproponendole alla luce dei nuovi scenari globali al centro dei quali c’è il tema del diritto ad una alimentazione sana, sicura e sufficiente per tutto il pianeta”.

Il caso della mozzarella alla diossina non ha certo giovato all’immagine dell’Italia, ma nel quartier generale di “Casa Milano 2015” i volti di tutti i protagonisti sono rimasti rilassati e sorridenti. Sembrerebbe quasi uno scandalo voluto, soprattutto alla luce della candidatura milanese: i giurati che in queste ore stanno riunendosi a Parigi conoscono oramai a memoria lo slogan di presentazione: “L’alta qualità della tradizione alimentare italiana è nota e apprezzata in tutto il mondo. Il cibo italiano è amato perché è sano e genuino in quanto il piacere, la qualità, il gusto alimentare, le cucine ed i prodotti regionali, la biodiversità e la salute di uomini e animali fanno parte della cultura italiana del saper vivere. Il comparto italiano del cibo conta 36mila aziende artigianali e medie, mezzo milione di addetti, 100 miliardi di euro di fatturato annuo. Questo fattore di eccellenza dell’Italia è frutto di secoli di affinamento delle competenze degli agricoltori, dei metodi produttivi, delle pratiche agricole e zootecniche, oltre che delle scelte dell’industria alimentare e del sistema commerciale di distribuzione”. L’allarme diossina nella mozzarella è stato lanciato dall’est del mondo: agli occhi di qualche maligno è apparso uno sgambetto appositamente pianificato per rilanciare la candidatura di Smirne, città in ballottaggio con Milano. 

In questi ultimi mesi il sindaco Moratti ed il governatore Formigoni hanno costantemente illustrato, spiegato e accompagnato centinaia di politici e giornalisti provenienti da tutto il mondo lungo le strade del gusto e della qualità gastronomica italiana. A tutti hanno ripetuto che la candidatura ad ospitare l’Expo 2015 è stata decisa per consentire alla città di “mettersi al servizio della crescita del Paese, ed essere la prima ambasciatrice dell’Italia nel mondo”. E, a giudicare dalle cifre e dai dati d’accompagnamento non si può non dar loro ragione. “Milano e il suo territorio – si legge nel documento ufficiale di presentazione (http://www.milanoexpo-2015.com) - sono al centro di un’area con quasi 10 milioni di abitanti, come Londra o Parigi producono il 10 per cento del prodotto interno lordo nazionale, un livello pari a Bruxelles o Madrid; hanno un reddito pro-capite che è quasi il doppio di quello nazionale e un tasso di disoccupazione che è la metà di quello italiano, registrano il 40 per cento dei nuovi brevetti d’innovazione, la produzione annuale di Boston, vendono annualmente 10 milioni di biglietti per spettacoli d’arte, musica, cinema, in linea, a pari abitanti, con Berlino, Amsterdam, Barcellona, sono la sede di 650 show-room di moda, in competizione con Parigi e New York, sono la capitale italiana del volontariato e del terzo settore”.

“Vista in termini europei - si legge ancora sul sito dedicato all’Expo - l’intera area metropolitana milanese è paragonabile a quella di Londra o di Parigi. La cosiddetta città-regione di Milano conta infatti circa 9,3 milioni di abitanti. L’area è agli stessi livelli dei Combined Statistical Areas degli Stati Uniti”. Se alle 17 da Parigi arriverà il tanto sperato via libera all’organizzazione dell’evento, la struttura che ospiterà stand e dibattiti sarà situata nel settore nord-ovest di Milano e occuperà una superficie di 1,7 milioni di metri quadrati, comprendente parte del territorio delle città di Pero e Rho. Il confronto tra Milano e Smirne è previsto alle 14.30 quando i candidati si affronteranno sul palco del Bureau International des Exposition per convincere gli oltre 150 delegati mondiali. Sin dalle prime di questa mattina, intanto, Romano Prodi, Massimo D’Alema, Emma Bonino, Letizia Moratti e Roberto Formigoni stanno incontrando gli ultimi 50 Paesi mancanti all’appello dei confronti bilaterali per strappare il tanto agognato sì. In un computo informale, sarebbero 12 i voti di vantaggio a favore di Milano, ma Letizia Moratti preferisce non lasciarsi andare ad una rischiosa euforia. In ogni caso, ha ancora sei ore di tempo per convincerli definitivamente e incidere senza possibilità di cancellature il nome di Milano accanto all’Expo 2015.


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