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Kasparov sbaglia l’ultima mossa
di STEFANO GRAZIOLI

[27 mag 08] Dopo l’insediamento di Dmitry Medvedev al Cremlino e quello di Vladimir Putin alla Casa Bianca, la sede del governo russo, parte dell’opposizione extraparlamentare - quella più rumorosa - inizia il suo duro lavoro, guidata dall’irriducibile Garry Kasparov, ex campione del mondo di scacchi votato da un paio d’anni alla politica. Tra l’indifferenza dei media, non solo di quelli russi, ma anche di quelli occidentali che per diversi mesi lo scorso anno hanno seguito in lungo e in largo le sue vicende, il leader de l’Altra Russia ha chiamato a raccolta i suoi fedelissimi per lanciare un “Parlamento alternativo” in risposta a quello uscito dalle elezioni dello scorso dicembre. Kasparov e Eduard Limonov, poeta e numero uno dei nazionalbolscevichi (formalmente il partito è bandito), sono i vecchi-nuovi simboli di un movimento che, oltre a non trovare un minimo successo popolare, oggi fa pure fatica a mobilitare l’attenzione di coloro che fino a poco tempo fa li avevano eletti principali antagonisti del Cremlino.

All’Assemblea alternativa, per spiegarla all’italiana una specie di mix tra il Parlamento padano alla Bossi e il Governo ombra alla Veltroni, hanno rifiutato di partecipare i più quotati esponenti dell’opposizione, anch’essi comunque non rappresentati alla Duma, dall’ex primo ministro Mikhail Kasyanov a Yegor Yavlinski di Yabloko e Nikita Belych di Sps (Unione delle forze di destra). Con Kasparov e Limonov, che hanno dichiarato “illegittimo” l’attuale governo, si schierano personaggi conosciuti e diverse organizzazioni politiche (di ogni colore e provenienza), non governative ed umanitarie, dal liberista Andrei Illarionov, ex consigliere economico di Putin, ai nostalgici giovani dell’Avanguardia Rossa. Stando ai numeri riportati dai media all’incontro inaugurale di sabato scorso hanno partecipato tra le 400 e 700 persone in rappresentanza di 66 regioni del Paese e sono state costituite nove commissioni per coordinare il lavoro del Parlamento. In realtà il tentativo di Kasparov di dare una scossa all’opposizione e coagulare il movimento anti-establishment sembra fallito ancor prima di iniziare, viste le defezioni dei maggiori esponenti di quella che in Russia è considerata davvero opposizione, anche se al di fuori della Duma. Senza contare poi che in Parlamento un’opposizione al tandem Medvedev-Putin c’é, a partire da quella del Partito comunista.

Kasparov, definito recentemente senza tanti complimenti da Piero Sinatti, editorialista de Il Sole 24 ore, “una creazione dei media occidentali”, sembra essere arrivato davvero al capolinea, senza l’appoggio dei soliti megafoni. Brutto segno, paradossalmente, anche il fatto che il ministro tedesco degli Esteri Frank Walter Steinmeier in visita in Russia la scorsa settimana abbia incontrato sia Kasparov che Belych senza che a Mosca nessuno facesse una piega. Steinmeier, ben attento a non incrociare il Dalai Lama e critico con la Merkel per averlo fatto (tanto che la cancelliera non ha ripetuto il gesto), è uno molto sensibile a queste cose: l’aver parlato con Kasparov in un hotel moscovita (ricevendone le critiche per i buoni rapporti che il Kanzleramt intrattiene con chi comanda in Russia) significa solo che al Cremlino considerano l’ex campione di scacchi al massimo come un problemino di ordine pubblico quando porta mille persone in piazza per una manifestazione non autorizzata.