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I ministri a Napoli tra cortei, polizia e immondizia
di STEFANO CALICIURI

[21 mag 08] Napoli è una città blindata. Oltre mille agenti delle forze dell’ordine sono impegnati sin dalle prime ore di questa mattina a proteggere la zona adiacente la Prefettura, palazzo scelto dal premier Silvio Berlusconi per riunire il Consiglio dei ministri. La mattinata si prevede intensa anche sul fronte dei trasporti locali e del traffico. Oltre alla già caotica normalità napoletana, sono previsti dieci cortei di associazioni e comitati spontanei: contro il governo, contro le discariche, contro i campi nomadi, contro la sporcizia. Ma anche a favore dell’inceneritore, delle discariche, dell’integrazione dei rom, del governo. Secondo le forze dell’ordine, il corteo più a rischio è quello composto dai centri sociali: in prima linea ci sarà l’ex deputato comunista Francesco Caruso; ancora in dubbio la presenza dell’ex leader di Potere operaio, Oreste Scalzone.

L’aereo di Stato è atterrato alle 10 a Capodichino. Il trasferimento del governo paralizzerà la città per un’ora, il tempo di arrivare in prefettura, per poi ripetere tutto quanto in tarda serata, quando l’intera delegazione governativa ripartirà per Roma. Oltre il presidente del Consiglio, i protagonisti assoluti della giornata saranno il ministro degli Interni Roberto Maroni e il ministro dell’Economia Giulio Tremonti. Il primo illustrerà la proposte definitive sul pacchetto sicurezza, mentre il secondo dovrà “fare i conti” con l’abolizione graduale dell’Ici sulla prima casa e la detassazione sperimentale sugli straordinari. Il meccanismo fissa a 35 mila euro il tetto di reddito personale, una cedolare secca del 10 per cento e un massimo di 3 mila euro per le somme ammissibili al beneficio. Le misure resteranno in vigore per sei mesi, al termine dei quali il governo potrà tracciare un primo bilancio e stabilire così se inserirle in via definitiva. Il provvedimento, però, non include gli statali, sia da un punto di vista finanziario che organizzativo non sarà possibile estendere anche a loro la norma. Si continuerà, insomma, col sistema del “venerdì a recupero”, la giornata cioè in cui il pubblico impiego può riportare a zero la colonna di ore lavorate in più.

Sul fronte della sicurezza, i ministri dovranno approvare il disegno di legge che prevede l’introduzione del reato di immigrazione clandestina, con pene che vanno dai sei mesi ai quattro anni di carcere; la pena è aumentata di un terzo se l’irregolare è autore anche di un reato contro le persone o la proprietà. Nel caso in cui la condanna inflitta dal giudice sia superiore ai due anni si potrà procedere all’espulsione immediata dello straniero, norma che va quindi a modificare l’articolo 235 del vigente codice penale. Intanto il governatore campano, Antonio Bassolino, apre il dialogo e ripone speranze in Berlusconi: “Si deve puntare a una forte collaborazione, far nascere un partito trasversale del sì, che finora è stato più debole di quello del no. Io mi muoverò in questo schema di collaborazione e lealtà. Sono fiducioso che il governo farà lo stesso, neanche a Berlusconi interessa una destabilizzazione della situazione a Napoli”. Un’apertura che finalmente sembra andare nell’unica direzione possibile: collaborare per il bene di Napoli e dei napoletani.