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Austria, è finito il valzer della Grosse Koalition
di STEFANO GRAZIOLI

[09 lug 08] L’estate di otto anni fa l’Austria era percorsa in lungo in largo da una commissione di tre saggi che avevano il compito di stabilire se la neonata coalizione di centrodestra tra i popolari dell’ Övp e liberali dell’Fpö guidati da Jörg Haider era in realtà un’alleanza pericolosa per la democrazia e la stabilità del Paese o se la linea radicale e populista del governatore della Carinzia non era altro che molto fumo e niente arrosto. Bruxelles, dopo la formazione del nuovo governo a Vienna, aveva a scanso di equivoci emarginato l’Austria a livello europeo, comminato sanzioni diplomatiche e mandato i famosi tra esperti che poi tornarono in Belgio con la sana conclusione che i Freiheitlichen erano un partito come tanti altri in Europa e che forse non era il caso di esagerare con l’isteria e gli allarmismi. Da allora si sono susseguiti senza clamore un paio di governi e dal centrodestra si è passati alla Grande Coalizione tra Övp e i socialdemocratici dell’Spö.

Nel 2008 l’estate austriaca è cominciata con un colpo di scena e la fine dell’idillio forzato tra i due grande partiti, con i conservatori che hanno rifiutato di proseguire la strada a braccetto dei progressisti. Scene tragiche da un matrimonio di convenienza. La goccia che ha fatto traboccare il vaso (già stracolmo per le divergenze sulla riforma sanitaria, quella delle pensioni, l’immigrazione e l’integrazione) è stata la brusca virata dell’Spö sull’Europa, con il supporto a un referendum popolare per la ratificazione di eventuali nuovi trattati. Ipotesi lanciata dopo il no irlandese direttamente la scorsa settimana con una lettera alla Kronen Zeitung, il quotidiano popolare più letto in Austria, potente e capace di spostare gli equilibri politici, firmata dal cancelliere Alfred Gusenbauer e dal numero due del partito Werner Faymann. Quasi un invito a nozze per Hans Dichand, editore della Kronen, una sorta di grande vecchio nel panorama mediatico e politico austriaco. Il segnale di un nuovo asse in divenire.

Ecco quindi che è arrivata a stretto giro mediatico la risposta dell’Övp che lunedì mattina ha licenziato davanti a microfoni e telecamere la collaborazione governativa. “Ora basta”, ha detto il segretario popolare e vicecancelliere Wilhelm Molterer, anticipando quella che dovrebbe essere la soluzione della crisi di governo, escludendo l’ipotesi di un gabinetto di minoranza: elezioni anticipate a settembre. E le danze si sono già aperte. Molterer sarà il candidato di punta dei popolari, Faymann quello dei socialdemocratici. Gusenbauer è stato silurato dai suoi. Rimane la linea euroscettica, confermata nella riunione del presidio dell’ Spö, che prevede che i futuri cambiamenti dei trattati europei che vadano a toccare gli interessi austriaci debbano essere sottoposti al giudizio popolare. La Kronen e Dichand, da sempre critici verso Bruxelles (tanto da aver sostenuto nel passato Haider e il suo referendum “Österreich zuerst” - “Prima l’Austria”), si preparano alla battaglia estiva. Che sará senza esclusione di colpi.

Secondo Der Standard, quotidiano liberal di Vienna tradizionalmente schierato a sinistra, un possibile esito delle prossime elezioni potrebbe addirittura vedere un’insolita coalizione rossoblu: l’ Spö di Faymann coalizzato con l’ Fpö di Heinz Christian Strache e l’appoggio morale e mediatico di Dichand. Non è chiaro che cosa ne penserebbe l’Övp di Molterer, dato da tutti in ascesa, ed è ancora tutta da giocare la partita del Bzö di Peter Westenthaler, sostenuto dal solito Haider; non si sono sbilanciati i Verdi, una volta partner ideali dei socialdemocratici, che però tramite il segretario Alexander Van der Bellen hanno dichiarato che con una Spö antieuropea non è possibile nessuna alleanza. E allora, “Alles Walzer”, il ballo estivo è aperto. Stavolta non ci sono saggi in circolazione, l’esame per tutti è a settembre.


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