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Tav, trovato l'accordo per la Torino-Lione
di STEFANO CALICIURI

[30 giu 08] Dopo tre anni di tira e molla, manifestazioni, proteste, feriti ed arresti, è stato trovato l’accordo: la linea ad alta velocità Torino-Lione si farà. E si farà con il benestare di tutte le parti chiamate in causa, sindaci e comitati dei cittadini su tutti. Unica voce fuori dal coro quella dei “duri e puri” del comitato No Tav che, anche attraverso annunci redatti sul loro sito, hanno affermato di voler continuare la protesta con ogni mezzo e sotto ogni forma. L’impressione, però, è che questa volta i “ribelli della Tav” siano isolati: senza un sostegno da parte della classe politica difficilmente potranno nuovamente interrompere l’avviamento del più grande cantiere italiano. L’intesa, che sarà illustrata al governo nei prossimi giorni, arriva dopo quasi due anni dalla nascita dell’Osservatorio tecnico, nel dicembre 2006. Per stendere il documento ci sono volute 70 settimane di lavoro, si sono svolte circa 300 audizioni e sono intervenuti 60 tecnici internazionali. “Avevamo un mandato e una data, tutti insieme siamo riusciti a rispettarla. - ha spiegato il presidente dell’Osservatorio Mario Virano - Questo è più di un passo avanti, abbiamo infatti definito i cardini per rispettare il calendario europeo e far decidere il governo. Insieme alla linea ferroviaria, è stato anche definito l’inscindibile pacchetto di misure per il territorio”. Pacchetto che comprende, tra le altre cose, il potenziamento del trasporto ferroviario per i pendolari: in sostanza saranno garantiti più vagoni in direzione di Torino, cioè la meta di maggior attrazione lavorativa di molti valligiani.

Il nuovo progetto prevede che il maxitunnel sotto le Alpi si allungherà di altri due chilometri raggiungendo i 57,1 chilometri complessivi sbucando sulla sponda sinistra all’altezza di Susa in parallelo all’autostrada del Frejus, passando sotto la val Cenischia e Venaus. Subito dopo l’uscita sarà costruita una nuova stazione internazionale dove si incroceranno la linea storica e quella nuova. La nuova linea ferroviaria, dopo aver superato la Dora Riparia, proseguirà quindi nel fondo valle per 2,8 chilometri affiancando l’interporto costruito per l’autostrada, area Consepi, dove sarà installato il cantiere necessario per scavare il maxitunnel. L’area è protetta dalle alluvioni, anche quelle eccezionali. Dopo questo breve tratto a cielo aperto, la nuova linea ferroviaria entrerà nella galleria dell’Orsiera sbucando dopo 11 chilometri a Villarfioccardo; all’altezza della vicina Sant’Antonino di Susa la nuova linea sarà poi interrata e correrà sotto quella storica, anch’essa interrata per cui sarà realizzata una fermata sotterranea. Qui finisce la tratta internazionale. Durante la prossima riunione dell’Osservatorio, Rfi (Rete ferroviaria italiana) presenterà la propria ipotesi per la tratta fino a Settimo Torinese, dove la nuova linea si congiungerà alla Torino-Novara ad alta velocità già in funzione dal febbraio 2006.

Per la stesura di questa ipotesi si è partiti dal dossier che l’ex ministro delle Infrastrutture Antonio Di Pietro presentò all’Unione Europea un anno fa, e grazie a cui furono erogati 671 milioni a favore dell’Italia per la progettazione. Un dossier che andava definito meglio in alcuni dettagli, tra cui proprio il punto di uscita del maxitunnel, allora ipotizzata a Chiomonte ed ora sposata più a valle per evidenti problemi ambientali. Vi hanno collaborato la Conferenza intergovernativa italo-francese ed Ltf (Lyon Turin Ferroviairie) che ha approfondito alcuni punti su indicazione dell’osservatorio stesso. Ovviamente soddisfatto Altero Matteoli, ministro delle Infrastrutture: “L’opera si fa e questo è un successo della filosofia del dialogo. Complimenti all’ingegner Virano e a quanti altri hanno collaborato per la felice conclusione del lavoro dell’Osservatorio sulla Torino-Lione. Sta vincendo la filosofia del dialogo che ho condiviso fin dal mio insediamento, a cui seguirà l’assunzione delle responsabilità per la realizzazione dell’opera. La Torino-Lione si farà contribuendo alla crescita economica dell’Italia e alla competitività del sistema Paese in Europa”.


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