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Da Brindisi il Papa esorta i giovani a non perdere la speranza
di
STEFANO CALICIURI

[16 giu 08] Un appello ai giovani affinché non perdano la forza e la speranza e un’invocazione affinché gli uomini sappiano resistere alle tempeste sino all’arrivo in un porto sicuro. Durante l’Angelus celebrato a Brindisi davanti 70 mila fedeli, Papa Benedetto XVI ha voluto ricordare la strategica e meravigliosa posizione geografica di una terra da sempre considerata punto di approdo e partenza di civiltà e commercio: autentica porta naturale verso l’Oriente. Ed infatti il saluto iniziale del Papa ha accennato proprio a questo aspetto: il porto di Brindisi in particolare, è stato per secoli punti di arrivo, ritrovo e partenza per migliaia di viaggiatori e commercianti, ognuno dei quali portava in dote un pezzo della propria storia lasciandola in eredità alla terra salentina. Navigatori saraceni, invasori goti, commercianti orientali: un dedalo di usi e costumi che hanno contribuito ad elevare la città di Brindisi a crocevia del Mediterraneo. Quasi a voler ricevere l’eredità dei romani, ancora oggi, proprio a poche centinaia di metri da dove Benedetto XVI ha recitato l’Angelus, è di stanza il contingente dell’Onu preposto agli aiuti umanitari. Dagli avamposti romani di duemila anni fa agli odierni caschi blu il passo è breve.

Mancava da diciassette secoli un Papa Brindisi, millesettecento anni in cui la città ha vissuto momenti di fasto e periodi di dominazione. Dopo che a Brindisi fu dedotta una colonia romana, la città conobbe una espansione urbanistica notevole per lo sviluppo economico e sociale che ne conseguì. Secondo Plinio il Vecchio, Brindisi era una delle prime città italiane (Brundisium in primis Italiae portu nobile). Durante il Medioevo Brindisi subì un forte declino e fu devastata dai Goti (VI secolo). Procopio la descrive come una piccola città senza mura difensive: l’abitato si restrinse in un ambito più piccolo, probabilmente attorno al tempio di San Leucio, fuori dal centro antico. Il porto fu abbandonato per alcuni secoli. La rinascita avvenne con l’ultima dominazione bizantina (XI secolo) e soprattutto coi Normanni e con gli Svevi (XII e XIII secolo). Successivamente la città si sviluppò intorno alla “rua maestra” (le attuali via Consiglio, piazza Sedile, via Fornari, largo Angeli e via Carmine), sulla quale si affacciavano i più importanti edifici privati cittadini. Sotto gli Aragonesi e gli spagnoli, i maggiori sforzi furono rivolti intorno alle fortificazioni (mura, castello di terra e castello di mare). La riapertura del canale Pigonati, quello di ingresso al porto, diede nuovo slancio alla città che si riaprì ai traffici con l’Oriente grazie alla istituzione della Valigia delle Indie. Nel Novecento si assiste allo sviluppo sia demografico che urbanistico, toccando l’apice verso l’inizio degli anni Novanta con oltre 95mila residenti.

Il discorso di Papa Benedetto, denso di citazioni e riferimenti alla Madonna, ha voluto sottolineare l’importanza del dialogo tra culture differenti. Affacciato innanzi alle colonne terminali della via Appia, il Papa ha ragionato su come l’uomo debba riuscire a trovare sempre, in ogni momento della sua vita, un approdo sicuro che lo ponga al riparo da tutte le immancabili tempeste. Come quelle che, oggigiorno, “minacciano la fede ed i valori dell’Italia, dell’Europa e del mondo intero”. In un periodo in cui il dibattito politico è dominato dalla lotta agli sprechi, anche il Papa ha fatto sentire la sua voce. Non polemizzando, ma quasi sussurrando la ricetta. “La compassione cristiana - ha avvertito il pontefice - non ha niente a che vedere con il pietismo e l’assistenzialismo. Piuttosto è sinonimo di solidarietà e condivisione ed è animata dalla speranza”. Una sterzata che va nella direzione del merito e dell’intraprendenza personale. Le attività umane, insomma, devono cercare di occuparsi dei più sfortunati fornendo loro gli strumenti; spetta poi a loro stessi saperli usare con intelligenza e cognizione. Parole che hanno concluso il ragionamento iniziato il giorno prima, quando cioè, arrivando in Salento, Papa Benedetto XVI aveva speso parole di incoraggiamento nei confronti dei giovani: “Conosco il peso che grava su non pochi di voi e sul vostro futuro a causa del fenomeno drammatico della disoccupazione, che colpisce anzitutto i ragazzi e le ragazze del Mezzogiorno d’Italia”. Ecco che allora, per superare la crisi, occorre da una parte uno Stato presente che sappia fornire strumenti e protezione adeguati; dall’altra, però, una classe giovanile che sappia utilizzare le risorse con dedizione e intelligenza, senza cadere nella tentazione di deviare la rotta per seguire sirene o chimere.


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