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Quattordici anni con Ideazione
di DOMENICO MENNITTI

[21 apr 08] Per la terza volta nell’arco di tempo di tre lustri Silvio Berlusconi salirà a Palazzo Chigi. Come egli stesso ha affermato, l’incarico, secondo la Costituzione vigente, gli deve essere conferito dal Presidente della Repubblica; però è una ipotesi impossibile quella che Napolitano possa non confermare la volontà così marcatamente espressa dagli elettori. Perciò sarà Berlusconi il nuovo capo del governo e spetterà a lui la guida del Paese in una fase che tutti riconoscono essere particolarmente grave e complessa. Il cavaliere politicamente è venuto alla ribalta nel 1994, quando sconvolse gli equilibri sui quali il sistema politico italiano si era retto per quasi cinquant’anni, dalla fine della guerra allo sciagurato epilogo di tangentopoli. Berlusconi attuò una rivoluzione senza spargimento di sangue: le vittime si contarono fra i protagonisti politici dell’ultimo decennio che avevano ridotto la gestione della cosa pubblica ad un volgare mercato di interessi particolari. Interrompendo la tendenza che, paradossalmente, stava consegnando il Paese agli eredi del partito comunista, l’inventore delle televisioni private – rivendicando il principio della libertà – conferì ruolo politico all’area moderata e la rese consapevole d’essere maggioranza. Il “partito di plastica”, come Forza Italia fu ironicamente definito, fece irruzione sulla scena politica della quale è tuttora primo attore, smentendo la interpretazione riduttiva che tentò di rappresentarlo come un fenomeno temporaneo.

Sono trascorsi esattamente quattordici anni e la giovane democrazia maggioritaria è tuttora dentro una transizione che, come tanti altri processi politici, in Italia fa fatica a concludersi. L’alternanza, la cui assenza aveva imposto un regime senza alternative e veniva indicata causa principale della rigidità del sistema italiano, si è realizzata come il gioco crudele per infliggere punizioni ai governanti. Dal 1994 si sono alternati complessivamente cinque governi (calcolando le maggioranze e non i premier - che dal 1996 al 2001 sono stati tre): per ben tre volte il cavaliere, dopo la sconfitta, è stato invocato a riassumere la guida del Paese. Non puntando sulle alchimie delle correnti interne ai partiti, come accadeva nel corso della cosiddetta Prima Repubblica, ma giocando la partita direttamente con gli elettori. Il tempo di Berlusconi coincide con quello di Ideazione, la rivista di cultura politica della quale legittimamente questo quotidiano online riproduce la testata. Il primo numero uscì a novembre del 1994 e si propose come elemento di rottura dell’egemonia culturale della sinistra, come interprete delle aspettative dell’area moderata, luogo di approfondimento politico e di ricerca di nuove forme di organizzazione e di regole. In più Ideazione non ha avvertito la suggestione della destra subendo il fascino (talvolta il calcolo) del clamoroso botto elettorale. Era dichiaratamente “di destra”, della quale aveva vissuto gli anni dell’asfissia culturale, superata respirando a pieni polmoni, compiendo scelte coraggiose, preparando evoluzioni verso la modernità.

Grazie a questo radicamento noi siamo qui a vivere successi ed a soffrire sconfitte, cercando di comprenderne le ragioni in controtendenza rispetto alla diffusa abitudine di fuggire dalle responsabilità quando il barometro indica tempesta, di tenere aggiornato l’elenco degli alberghi dotati di porta girevole. La coerenza non deve diventare una gabbia che imprigiona uomini e idee, ma non può neppure valere il principio dell’eterna, inquieta ricerca di una collocazione. Berlusconi ha percorso gli anni del suo impegno politico – dalla maggioranza e dall’opposizione – vivendo situazioni sempre nuove, difficili, complesse. Ideazione lo ha seguito attentamente, cercando di cogliere partecipazioni emotive ed elaborazioni di contenuti, segnalando e commentando ogni passaggio attraverso la pubblicazione di interviste ed interventi, che hanno scandito le ore della cronaca e della storia politica italiana. Queste riflessioni sono la base sulla quale il nuovo governo si adopererà a ricostruire il Paese. Ovviamente c’è materiale che merita l’archivio, ma pure anticipazioni che si andranno a consolidare nei mesi che verranno. Ci è sembrato utile mettere a disposizione dei lettori questo interessante patrimonio costruito sul campo o elaborato nelle sedi del dibattito culturale e politico. Ognuno tragga quel che ritiene utile alla propria informazione, che siamo lieti di rendere più documentata e puntuale ripercorrendo lunghi quattordici anni vissuti alla rincorsa del cambiamento. Che ora – lo auguriamo con forza all’Italia – può prendere corpo. Noi riteniamo di averne colto anche l’anima.


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