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Scheda elettorale, anche Di Pietro sta con Berlusconi

[07 apr 08] A sei giorni dal voto, è la scheda elettorale ad infiammare il dibattito politico. Una scheda che, a detta di Antonio Di Pietro, “non dà una corretta informazione” e soprattutto non evidenzia l’esistenza “di due coalizioni nette e chiare”. Una posizione in linea con le perplessità espresse anche da Silvio Berlusconi. Come sempre l’ex magistrato di Mani Pulite non ha peli sulla lingua. Il suo sfogo, questa volta, va contro il ministro Giuliano Amato, autorevole esponente della sua stessa coalizione. “La verità – sostiene Di Pietro - è che qualcuno del ministero dell’Interno ha commesso un errore, umanamente comprensibile. Ma non si pretenda di avallarlo comunque e a tutti i costi. Non bisogna giustificare un errore commesso con la scusa che le schede elettorali sono uguali alle votazioni precedenti. Anche perché gli stessi spot governativi che stanno andando in onda in tv mostrano una scheda con i simboli in verticale”. Una contraddizione, quindi, che spingerebbe l’elettore in errore. Di Pietro se la prende anche con gli alleati del Partito democratico: “Ho parlato con tutti: in privato mi danno ragione, ma poi in pubblico mantengono un omertoso silenzio. Si tratta assolutamente di ipocrisia politica, per la quale i dirigenti Pd devono far finta di stare dalla parte della propria forza politica anche quando sbaglia”.

La scheda presenta tutti i simboli allineati in orizzontale: le coalizioni sono circondate da una piccola cornice nera. Per evitare il rischio di voto nullo, l’elettore deve crociare soltanto un simbolo. In tutti gli altri casi la scheda sarà considerata non valida. Ad esempio, se si mette la croce tra due simboli, intendendo quindi votare una coalizione, il voto non può essere valido perché non si sa a quale delle liste assegnarlo. Bisogna fare quindi estrema attenzione affinché il segno a matita resti interamente all’interno del quadrato corrispondente il partito prescelto. La confusione è generata dal fatto che i partiti sono stati tutti allineati orizzontalmente. Per una curiosa circostanza in alto ci sono quasi tutti partiti di centrodestra più i movimenti di Rossi e Turigliatto, mentre nella parte bassa sono stati inseriti tutti partiti di sinistra. Ulteriore elemento che potrebbe portare il cittadino a confondere lo schieramento di reale appartenenza.

Il ministro Amato ha spiegato che sarebbe stato impossibile disegnare i simboli in maniera verticale, perché sarebbe diventata “incostituzionale, proprio perché avrebbe dato alle stesse coalizioni una visibilità maggiore e quindi un inammissibile vantaggio rispetto a tutti gli altri simboli”. Umberto Bossi, con la sua solita dialettica passionale, ha detto che “piemontesi, veneti e lombardi non permetteranno una simile porcata”. Toni più pacati quelli di Dario Franceschini che, al telefono con Gianni Letta, ha affermato che in effetti “la scheda potrebbe confondere”. Sullo stesso piano anche Giulio Tremonti (Pdl), che però aggiunge: “Ristampare la scheda non solo si può, ma si deve”. (ste. cal.)


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