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TransEuropa. Un Continente in prima pagina



[12 apr 08]
A poche ore dal voto l’Italia è finita sotto i riflettori della stampa internazionale. Le elezioni politiche sono sempre l’occasione per focalizzare l’attenzione sul paese che le vive. Il voto, le emozioni di una campagna elettorale, lo scontro fra le forze politiche evidenziano problemi e speranze. Ed è così che la stampa straniera ha scoperto la profondità della crisi italiana. Disegna, senza eccezioni, un paese a tinte fosche, senza riuscire a trovare elementi di speranza. Per questo motivo la rassegna stampa europea di questa settimana è monografica. L’argomento è l’Italia. Con due raccomandazioni. La prima: in questi giorni le notizie e le analisi sulla stampa estera proseguiranno, seguendo la giornata elettorale e poi offrendo commenti e analisi sul voto. Approfittate dei link per continuare a frequentare e leggere i giornali e i blog segnalati. La seconda: giacché Ideazione è un giornale pubblicato su Internet, abbiamo provilegiato gli articoli che la stampa estera ha pubblicato sul web. Abbiamo di conseguenza escluso gli articoli pubblicati solo sulle edizioni cartacee, dal momento che non avremmo potuto indirizzare il lettore direttamente alla fonte. Chi scrive spera di essere sempre obiettivo nella presentazione degli articoli: il richiamo diretto alla fonte è tuttavia sempre garanzia di imparzialità.

Lo stivale visto all’incontrario
Nelle scorse settimane avevamo lamentato una certa indolenza della stampa europea rispetto al voto italiano. Come però previsto, nell’ultima settimana l’attenzione è aumentata, tanto che il problema è divenuto quello di selezionare. Partiamo dai quotidiani francesi, che hanno optato per articoli di dettaglio, probabilmente fidando su una maggiore familiarità del pubblico transalpino con le vicende italiane. Curiosa la scelta di Le Monde e Le Figaro di affidare due reportage praticamente gemelli sulla città siciliana di Corleone. Le Monde tiene le elezioni un po’ a distanza, Le Figaro ci si tuffa a pesce: l’Udc non sarà contenta di quello che scrive. Per quanto riguarda la campagna elettorale, sempre Le Figaro si concentra su quella che chiama la cassaforte del centrodestra, il Nord e il ritorno della questione settentrionale. Le Monde si concentra sul rush finale e sulla preoccupazione per gli indecisi che avrebbe spinto Berlusconi ad abbandonare i toni pacati e a rispolverare vecchi cavalli di battaglia come la guerra ai magistrati e il pericolo dei comunisti.

Se il Nord con la questione settentrionale s’è preso gran parte delle attenzioni della campagna elettorale italiana, è al Sud che i giornali esteri hanno spedito il loro inviati alla ricerca di segnali positivi. Il Mezzogiorno resta il buco nero del Paese, stretto fra le mafie e i rifiuti per le strade. L’americano Times (unica eccezione “extracomunitaria” che facciamo) è andato fino ad Amendolara, piccolo paese sperduto in Calabria, per ricavare impressioni e speranze. Il reportage è ampio, di Mezzogiorno si parla con un esperto come Fabrizio Barca. Ma nonostante gli sforzi e le buone intenzioni, non pare che gli spunti di ottimismo siano poi tanti.

Dietro i problemi, un cliché duro a morire
La questione giudiziaria, invece, resta il tallone d’Achille di Silvio Berlusconi nei confronti della stampa straniera, senza distinzione fra giornali di orientamento conservatore o progressista. Ai primi appartiene certamente Le Figaro, che con il suo inviato a Milano ci racconta il crollo di popolarità dei giudici di Milano presso l’opinione pubblica e imputa al governo di centrosinistra di non aver tenuto fede alle promesse di revisionare le leggi ad personam varate dall’esecutivo precedente.

Fino al berlinese Tagesspiegel, area socialdemocratica, che sull’argomento fa un po’ di demagogia e infila nel suo articolo praticamente tutto l’arco costituzionale, senza alcun rispetto per una regola, che in Italia come in Germania rappresenta una garanzia di libertà: la presunzione di innocenza. Con troppa leggerezza, il quotidiano tedesco annuncia che molti condannati e accusati si rifugiano in Parlamento per evitare conseguenze giudiziarie. Si va da Totò Cuffaro (Udc) a Francesco Caruso (Sinistra arcobaleno). Sobrio anche il titolo: politica invece che galera. I lettori si sollazzeranno nel solito cliché del Belpaese, ma forse è anche colpa nostra. Il tono resta un po’ saccente, anche quando l’analisi si allarga alla campagna elettorale: nel mirino sempre Berlusconi, quando sceglie toni soft e quando alza la voce come nel caso Alitalia. Per Veltroni, solo la citazione del lungo viaggio in pullman. sabato si recupera con un articolo più approfondito sull'impasse politica ma francamente i cronisti del Tagesspiegel si potevano sforzare di più. Un po’ sulla stessa riga, ma con più classe, gioca la Süddeutsche Zeitung che si diverte a dipingere il carosello elettorale italiano tirando fuori dalla mischia una serie di personaggi per gettarli nel frullatore delle pagine online. C’è un po’ di tutto (un po’ troppo di tutto) da Totò Cuffaro ad Alessandra Mussolini, da Willer Bordon a Vladimir Lussuria, da Nino Strano a Giuliano Ferrara. Vorrebbe essere un articolo ironico. In alcuni passaggi è tuttavia superficiale.

Lo stupore della Spagna felix
Affidiamo allora il ritratto di Veltroni, in fin dei conti una novità dopo anni di duello Prodi-Berlusconi, allo spagnolo El Mundo che inquadra il leader del Partito democratico in chiave spagnola: “Sogno un’Italia dinamica e moderna sul modello spagnolo”. Finalmente, via con i cliché.

I giornali spagnoli sembrano davvero interessati all’Italia. Le elezioni sono lo spunto per affondare la lama nei problemi del Paese, con analisi approfondite e inchieste che indagano le ragioni del declino economico. Viaggio tra economisti e imprenditori per El Pais ed El Mundo: le soluzioni proposte dai candidati non sembrano, a detta dei due quotidiani, essere all’altezza delle necessità. E allora si consola con un po’ di colore il quotidiano conservatore-cattolico ABC (la Spagna è proprio un Paese sorprendente, pensate a un articolo del genere su Avvenire!): lo scenario è Roma e la campagna per il Campidoglio, la protagonista è Milly D’Abbraccio, la candidata porno. Ne avevamo parlato anche su Ideazione.

Berlusconi, Veltroni e Beppe Grillo
Torniamo seri. E affidiamoci a quella che in Germania è considerata la stampa seria. Area conservatrice. La Frankfurter Allgemeine Zeitung traccia i ritratti dei due candidati principali. Silvio Berlusconi, il suo modo di far politica, le sue gag che tanto piacciono al suo pubblico e le preoccupazioni tedesche per un possibile asse dei mattacchioni tra lui e Sarkozy. E Walter Veltroni, il sensibile, un aggettivo che più o meno sta per il nostro “buonista”. Ma anche il visionario, appassionato di media e cultura che, secondo il quotidiano di Francoforte, rappresenta la nuova generazione della politica italiana. Spazio anche alla lista di Giuliano Ferrara e alla sua campagna contro l’aborto, con un servizio in video.

Area progressista. Molto negativo è il quadro generale dell’Italia che il settimanale Die Zeit offre ai suoi lettori. L’articolo che venerdì apriva l’edizione online era intitolato “Trionfo del dispotismo”. L’autore è italianissimo: Francesco di Donato, professore di storia della politica all’Università della Calabria ed editorialista de La Stampa. Di Donato descrive un Paese in crisi, finito da quindici anni in un cul de sac, con regole non rispettate, tempi della giustizia da terzo mondo, un’èlite politica considerata una casta (citazione del libro di Stella), una polverizzazione partitica che aumenta il caos (qui però il professore sottovaluta l’unico elemento di novità della campagna elettorale in corso, la semplificazione del quadro partitico operata da Veltroni e Berlusconi con il Pd e il Pdl). L’analisi è a 360 gradi, si affida a citazioni di Piero Gobetti, Tomasi di Lampedusa e Gianfranco Miglio ma la conclusione è sconfortante: con questo voto non cambierà nulla. Poi in conclusione il pessimismo si fa cosmico: neppure alla prossima e alla prossima ancora. Non stupisce, dunque, che due settimanale fa il settimanale abbia affidato un commento a Beppe Grillo (poi intervistato anche dallo Spiegel) che diceva: “Tedeschi, occupateci”. Nessuno ha fatto notare l’infelicità storica del paradosso grilliano. E chissà poi perché dovremmo curare l’antipolitica con una dose ancora maggiore di antipolitica. Misteri teutonici. La Zeit completa il dossier con un lungo e - ça va sans dire - amaro reportage affidato allo scrittore tedesco Peter Schneider, intellettuale di sinistra, assai noto anche in Italia e assiduo frequentatore del nostro Paese. I temi sono crudi: l’immondizia napoletana, la disaffezione degli italiani per la democrazia, un comico come (anti)politico più amato, la fine della leggerezza e dell’allegria, il populismo, la corruzione che non conosce differenze di partito. Ci voleva uno scrittore tedesco per indagare a fondo il male oscuro dell’animo italiano agli albori del Ventunesimo secolo.

Stampa inglese: it’s the economy, stupid!
Speciale sull’Italia, con robusta sezione economica, per il quotidiano finanziario inglese Financial Times che descrive con abbondanza di informazioni le peripezie della compagnia aerea di bandiera, l’Alitalia, al centro suo malgrado della campagna elettorale. Una lunga intervista video a Mario Monti e a imprenditori italiani analizza la questione del declino e le misure necessarie per porvi rimedio. Ricca anche la parte dedicata alla politica. Una certa malizia si nota invece nell’articolo politico del francese Liberation: dopo aver descritto le vicende della campagna elettorale, il quotidiano storico della gauche francese valuta la riduzione del vantaggio iniziale di Berlusconi, il rischio di un pareggio e offre per primo ai lettori stranieri l’immagine che da noi ha già avuto una certa fortuna mediatica, il Veltrusconi. Governo di larghe intese, il tempo di modificare la legge elettorale e poi di nuovo alle urne.

L’Economist lancia l’ultima stoccata della sua guerra ad personam contro Berlusconi. Curioso invece quello che è accaduto all’inglese Times. Pubblica un articolo assai benevolo verso Walter Veltroni che sembra scritto dal suo ufficio stampa, in cui rilancia l’idea dell’Obama italiano, e si becca le critiche feroci di alcuni lettori italo-inglesi.

Italia in primo piano anche nell’Euroblog di Mark Mardell, corrispondente europeo della BBC. Nell’ultima settimana ha preso armi e bagagli e si è trasferito a Milano, dove ha intervistato imprenditori ed economisti. Segue le ultime battute della campagna elettorale filtrandole dall’osservatorio economico e finanziario del Paese. Valuta proposte e promesse con il metro di chi si chiede se serviranno all’Italia per uscire dalla crisi. Un approccio molto concreto, pragmatico, se vogliamo molto british. Non pare, però, che abbia trovato le soluzioni che cercava.

La frontiera (austro-tedesca) dei blog
Ed è proprio quella dei blog la nuova frontiera dei giornalisti. Oltre a quello di Mardell e a quello gauchista già segnalato la scorsa settimana della corrispondente da Roma di Süddeutsche Zeitung e Die Zeit Birgit Schönau, citiamo una nuova entrata in lingua tedesca: è un blog che viene dall’Austria ed è tenuto per Der Standard da Gerhard Mumelter, freelance di stanza a Roma.


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