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[06 giu 08]

Vallanzasca, una vita da film

Il bel René sbarca al cinema. Stiamo parlando ovviamente di Renato Vallanzasca, il bandito della Comasina, da trentacinque anni in galera per scontare le sue innumerevoli malefatte. Portare sul grande schermo la vicenda umana e criminale di un uomo come Vallanzasca cinematograficamente è un mossa azzeccata. La vita e le “opere” dell’affascinante milanese che faceva girare la testa alle donne sono da sempre circondate da un alone di fascino e mistero. Non di compiacente giustificazione, ovviamente, perché i delitti di Vallanzasca sono tanti e gravi. Ma il regista Marco Risi, non nuovo a operazioni del genere, ha deciso di puntare sulla sua storia, che a prescindere da un evidente giudizio morale negativo, somiglia tanto a quella degli affascinanti e spietati gangster americani.

Dopo Romanzo criminale, dopo le rievocazioni degli anni di piombo, dopo che sulla mafia è stato girato tutto o quasi, tocca al paria del crimine, dunque. Vallanzasca, infatti, non ha mai goduto nemmeno di un minimo di comprensione, né di disponibilità al perdono. Forse perché non era membro di un’organizzazione grande e radicata, forse perché non aveva motivazioni ideologiche. Era semplicemente un bandito. Punto. Il film, dunque, probabilmente farà rumore. Quasi di sicuro qualcuno dirà che è troppo accomodante, giustificatorio, assolutorio. Qualche associazione di familiari delle vittime farà sentire il proprio comprensibile sdegno, i politici magari si accapiglieranno sull’opportunità o meno di concedere la grazia al bel René. Ma l’attesa che più ci interessa è quella cinematografica, artistica e narrativa. Il primo passo sembra essere stato azzeccato. A interpretare Vallanzasca, infatti, è stato chiamato Riccardo Scamarcio, punta di diamante (forse un po’ sopravvalutata) della generazione di giovani attori italiani. La scelta di Scamarcio, anche evitando di parlare delle sue doti artistiche, è perfetta. L’attore pugliese ha il physique du role, somiglia vagamente al bello e dannato René, tutto crimini e donne. Ma l’apparenza non basta, soprattutto al cinema. Scamarcio dovrà rendere credibile il personaggio, dovrà riuscire a calarsi in una realtà che non ha conosciuto e che certamente non è facile da riprodurre. In fondo, però, il mestiere dell’attore è proprio quello.

Per quanto riguarda l’impianto narrativo del film, le premesse sono incoraggianti. Della sceneggiatura, infatti, si occuperanno Angelo Pasquini e Andrea Purgatori, collaudatissimi narratori del nostro cinema. E Marco Risi, nonostante qualche flop di troppo che ne ha appannato la verve, rimane comunque un regista di razza, sicuramente adatto a trasformare in film una storia come quella di Vallanzasca. La storia che sarà raccontata prende le mosse da Lettera a Renato, libro scritto dall’attuale compagna del bandito della Comasina, Antonella D’Agostino. Sembra che René, dalla sua cella nel carcere di Opera, abbia apprezzato la scelta di Scamarcio e forse spera in questo film per rilanciare la questione della grazia. In un Paese in cui gli assassini scontano la pena nei residence in riva al mare o al massimo passano in carcere una decina d’anni, la vicenda di Vallanzasca assume un significato grottesco. Il film servirà a qualcosa in questo senso? Forse no. Ma probabilmente ne verrà fuori una gran bella opera cinematografica. E non è poco.

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