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ROMA, UNA POLTRONA PER QUATTRO
Storace, Ciocchetti e Rutelli sono già ai blocchi di partenza. Incertezza nel Pdl: tramontata l'ipotesi Ferrara, crescono le quotazioni di Giorgia Meloni.
di Stefano Caliciuri

[21 feb 08] E con Francesco Rutelli fanno tre i candidati ufficiali allo scranno del Campidoglio. Il primo a scendere in campo era stato Francesco Storace (La destra), seguito a breve dall’udiccino Luciano Ciocchetti. Dopo il diniego di Giuliano Ferrara, il Popolo della libertà è ora impegnata nella ricerca di un volto nuovo e spendibile sulla piazza romana. Rutelli è alla sua terza campagna elettorale da candidato alla carica di sindaco. Se le prime due furono relativamente semplici, questa volta dovrà fare i conti con un risentimento generalizzato dell’elettorato nei confronti di una sinistra ancora troppo riconosciuta nel governo Prodi. L’ex radicale ha annunciato di voler trascorrere i prossimi dieci giorni in giro per la città, senza proclami ed annunci, ma improvvisando visite in periferia, viaggi in metropolitana e autobus, colazioni nelle bocciofile, per “tastare il polso della romanità”. Il programma elettorale sarà disponibile non prima dell’apertura ufficiale della campagna elettorale, il prossimo 9 marzo, ma nel frattempo si sta già attivando il comitato elettorale a cui hanno aderito anche i partiti della Sinistra Arcobaleno.

Luciano Ciocchetti, 50 anni, romano, ha già presentato i suoi dieci punti d’azione. Con il motto “Liberiamo Roma” ha individuato un decalogo di emergenze che intenderebbe attuare nel corso dei cinque anni di amministrazione. Un piano di edilizia popolare, maggiore sicurezza, abolizione dell’Ici sulla prima casa e alleggerimento del traffico veicolare rappresentano il nocciolo duro del progetto udiccino. Ma non dimentica però la vocazione cattolica che gli consente di dire, nella prefazione programmatica: “Bisogna rilanciare un rapporto forte con il mondo cattolico, con le centinaia di parrocchie che esistono sul territorio e che sono un punto di riferimento per le famiglie, i giovani e gli anziani. Dobbiamo rilanciare con forza l’identità cristiana di questa città”.

Francesco Storace, leader de La Destra, in dissidio ormai permanente con Gianfranco Fini, ha scelto di gettarsi personalmente nella mischia. Anche il suo programma guarda molto al sociale, come è lui stesso a spiegare: “Occorre una terapia d’urto, non parole, ma fatti concreti, a partire dalla lotta all’illegalità e all’insicurezza. Denomadizzare la città significa renderla libera dal ricatto di comunità che rifiutano le regole del vivere civile. La nuova amministrazione comunale dedicherà una politica ad hoc per controllare con i propri vigili quello che accade nei campi rom, la maggior parte dei quali da sgomberare, soprattutto per controllare le condizioni di vita dei bambini, e da localizzare lontano dai centri abitati. Promuoveremo una politica di espulsione per chi non è in regola con la legge. La politica della sicurezza passa anche per un piano straordinario di illuminazione dei quartieri più lontani dal centro storico, la cultura arriverà nei luoghi abbandonati da quindici anni di amministrazioni rosse”.

Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini stanno decidendo proprio in queste ore chi sarà il candidato unitario del Popolo della libertà in sostituzione di Giuliano Ferrara, proposta che, in verità, è sembrata più strumentale che verosimile. In via dell’Umiltà sono due i curriculum al vaglio del coordinamento nazionale: Franco Frattini e Giorgia Meloni. Il primo, forte dei rapporti transnazionali innescati in questi ultimi anni (prima come ministro degli Esteri e poi come Commissario europeo) avrebbe potuto garantire alla città di Roma non solo visibilità, ma soprattutto finanziamenti esteri. Anche Frattini, però, sembra intenzionato a declinare l’offerta, preferendo tornare a occupare il suo vecchio scranno alla Farnesina. Quindi al momento il candidato più probabile sembrerebbe Giorgia Meloni che ha dalla sua l’enorme vantaggio dell’età: candidare una giovane donna sarebbe un chiaro segno di rottura con tutti gli schemi politici del passato.



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