Questo sito è ottimizzato
per Internet Explorer.

(c) Ideazione.com 2008
Direttore responsabile: Barbara Mennitti
aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa
Redazione: piazza Sant'Andrea della Valle, 6 - 00186 Roma
Tel: 0668135132 - 066872777 - Fax: 0668135134
Email: redazione@ideazione.com



Pdl, attenti all'effetto amnesia
di Daniele Capezzone



Alla Berlinale voce ai silenzi di Katyn
di Pierluigi Mennitti



Serve la politica
per vincere la crisi

di Massimo Lo Cicero



Memorie di una geisha con i baffi
di Barbara Mennitti



Cloverfield, manifesto di un'era
di Domenico Naso



I giovani tuareg di
Francesco Delzio

di Stefano Caliciuri

[18 feb 08]

Cloverfield, manifesto di un'era

Ricordate The Blair Witch Project, film culto del 1999? Riprese in soggettiva, fittiziamente amatoriali, effetto reality per una pellicola invece studiata dal primo all’ultimo fotogramma. Ma quel film non era solo un angosciante e geniale horror (oltre che una colossale operazione mediatica): era anche (e forse soprattutto) il manifesto degli anni Novanta. Gli anni del brusco risveglio dopo la sbronza del decennio precedente. Giovani risucchiati dall’incomunicabilità, dal disagio sociale, vittime di una crisi economica di proporzioni globali. E The Blair Witch Project ci presentava proprio quel mood, seppur mascherato in una cupa storia di streghe e spiriti malvagi: tre ragazzi americani un po’ sfigati, stralunati, disimpegnati e strafottenti che affrontano le loro evidenti fragilità, prima ancora che la diabolica strega del Maryland.

Ebbene, quasi un decennio dopo un’operazione simile presenta il manifesto del Duemila. E’ Cloverfield, pellicola americana del genere catastrofico ma per nulla scontata né banale. La trama è semplicissima: un gruppo di ragazzi newyorkesi organizza una festa d’addio in un loft di Manhattan per un giovane manager che si trasferirà in Giappone. Proprio durante il party arriva la catastrofe che innesca una serie di peripezie da mozzare il fiato. Ma perché paragonare questo film a The Blair Witch Project? Innanzitutto perché anche Cloverfield è girato in soggettiva, con una telecamera digitale sempre nella mano di uno dei protagonisti. E poi perché, come dicevamo, è anche questo il manifesto di una generazione. Via i complessi e il disagio, si fa largo il rampantismo dei giovani del Terzo Millennio, alle prese con carriere invidiabili, mobilità lavorativa cosmopolita e trendy appartamenti nel cuore della downtown newyorkese.. Ma c’è un altro disagio che ha fatto capolino nella società. Non più un malessere individuale, bensì una paura collettiva: la paura innescata dall’11 settembre, il terrore dell’altro da sé, di universi paralleli e inconciliabili (fantascientifici o politico-religiosi che siano). Ed ecco che la ripresa in soggettiva questa volta è frenetica come i ritmi dell’epoca; lo scenario è una New York affollata e terrorizzata e non i silenziosi e deserti boschi del Maryland. E poco importa se la minaccia è una mostruosa creatura venuta da chissà dove; poco importa se non ci sono aerei che si schiantano sui grattacieli. E’ il mood che è diretto discendente di quel terribile giorno di settembre.

E la frenesia delle riprese sconvolgono, agitano lo stomaco dello spettatore. A differenza della “strega di Blair”, con i suoi ritmi più soporiferi e angoscianti, questo film sembra portarci dentro una galleria del vento senza dotarci di appigli o cinture di sicurezza. Lo sguardo attonito degli spettatori all’uscita è eloquente: niente scene di panico né conati di vomito come ammoniva la stampa, per carità, ma uno smarrimento tipico di questa generazione. Un film riuscito, dunque, nonostante il timore più che giustificato che si trattasse solo dell’ennesima, immensa operazione commerciale. Cloverfield da oggi entra di diritto nello scaffale delle pellicole simbolo di un decennio, raggiungendo Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino (del 1981 ma ambientato negli anni ’70), Wall Street (anni ’80), The Blair Witch Project (anni ’90).

vai all'indice de Il Criticone

Le riflessioni di un filosofo
sul mondo che cambia.

_____________

Un occhio indiscreto e dissacrante nei Palazzi del potere.
_____________

IL POST

I migliori post del giorno selezionati dai blog di Ideazione.

_____________
IDEAZIONE DOSSIER
Analisi, approfondimenti
e reportage.

IDEAZIONE VINTAGE
Il meglio dei primi quattordici anni della rivista bimestrale.
_____________
I BLOG DI IDEAZIONE

---

---

---

---