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[31 mar 08]
Banche, debitrici o creditrici?

Debitrici o creditrici, le banche? Sono debitrici verso i depositanti che affidano loro dei risparmi; creditrici di coloro a cui concedono un prestito. Grazie al moltiplicatore bancario, ciò che danno in prestito è almeno cinque volte l’ammontare dei depositi: dunque, le banche sono prevalentemente dei creditori. La questione è importante, perché i debitori hanno interesse all’inflazione che, al contrario, danneggia i creditori. Eppure le banche non vedono di mal occhio un po’ di inflazione: moderata, per carità, che nessuno se ne accorga, ma che serva a diminuire i debiti. Come si spiega?

I crediti delle banche sono coperti, perlopiù, da garanzie reali. Queste crescono di valore – perlomeno di valore nominale – con l’inflazione: quindi le banche non ci rimettono. (Qualche funzionario disonesto può perfino guadagnarci, comperando per poco beni messi all’asta). I debiti delle banche, per contro, sono nominali, quindi diminuiscono con l’inflazione. Accade perciò di sentir dire da un funzionario in vena di sincerità: “Dopotutto, un po’ di inflazione non guasta”. Come si spiega, allora, che così spesso i crediti delle banche cadano in sofferenza? Si spiega con la differenza di criterio con cui le banche concedono i mutui. Ai piccoli li concedono su garanzie reali. Ad altri, pochi di numero ma cospicui per somma, li concedono in via di favore senza sufficienti garanzie. A favore di chi? Di amici? A favore essenzialmente di politici influenti, che hanno voce in capitolo sui consigli di amministrazione, non solo di “banche di interesse nazionale” (dolce eufemismo), ma anche di banche private.

Il do ut des è: io (politico influente) ti rendo padrone di una banca, tu concedi prestiti a chi non te li potrà rimborsare. In compenso, io ti proteggo dalle reazioni giustificate dei risparmiatori. Così le banche perdono grosse cifre su grandi crediti in sofferenza, ma si rivalgono con tante piccole vessazioni sui risparmiatori: commissioni, more, penali; cifre piccolissime, che solo un genovese si lamenta di dover pagare, però alla fine la banca resta in piedi, gli impiegati non muoiono di inedia, e gli amministratori mettono qualcosa da parte. Eppure qualche banca talvolta fallisce, anche negli Usa; anzi, soprattutto negli Usa. Ma questo è un discorso da fare un’altra volta.

 


 

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