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Campagna elettorale, vincono noia
e temi fuori dai programmi

[27 mar 08] In una campagna elettorale che stenta a decollare, il dibattito politico è appiattito su due temi non presenti nei programmi degli schieramenti: futuro di Alitalia e apparizioni televisive. Sul fronte della compagnia di bandiera, il Popolo della libertà sta tifando apertamente per la soluzione italiana. Una cordata di imprenditori e banchieri che possano salvare il logo tricolore da una possibile (e probabile) pennellata di “bleu”. L’ingresso nella società di Piersilvio e Marina Berlusconi, così come era stato annunciato da papà Silvio, in realtà era semplicemente una boutade per deviare l’attenzione dai reali interessati all’operazione. Interesse che sembra condiviso anche da Fausto Bertinotti e dalla Sinistra Arcobaleno: non in termini economici, s’intende, ma politici. Gli attacchi al governo Prodi ed al candidato Veltroni arrivano così sia da destra che da sinistra; entrambi hanno espresso scetticismo sul piano industriale presentato da Spinetta, predente di Air France-Klm e non trascorre giorno senza che essi ricordano i “disastri” del governo attuale.

Mentre in passato era il Sud a dominare le discussioni, questa volta la partita si gioca nel Settentrione. Piemonte e Lombardia sono toccati dall’affaire Malpensa, e quindi Alitalia, mentre il Veneto rappresenta il nocciolo duro del sistema produttivo del Paese. Conquistare Mestre, gli artigiani e le Pmi vuol dire partire con un discreto margine di vantaggio sull’avversario. Il secondo tema che sta appassionando i protagonisti, ma non certo gli elettori, è il confronto televisivo. La par condicio prevede che a tutti i leader siano forniti analoghi tempi e parità di trattamento. Questo significa che un candidato ha la possibilità di veto su tutti gli altri. Come è successo nel tardo pomeriggio di ieri quando, annullando la partecipazione a Porta a porta prevista per l’inizio della prossima settimana, Veltroni ha di fatto impedito anche a Berlusconi di essere presente in studio questa sera. Una nota stampa a firma della redazione di Bruno Vespa fa sapere che Veltroni “avrebbe annullato i suoi impegni in Sardegna soltanto per un faccia a faccia con Berlusconi”.

E così il dibattito si infiamma. “Sono in grado di stracciare qualunque avversario – ha commentato il Cavaliere - perché io nella mia vita ho fatto tutto ciò che gli altri non hanno fatto. Sono un uomo di fatti, gli altri sono uomini di parole. I fatti vincono sulle parole”. Veltroni non si è lasciato sfuggire l’occasione e ha rilanciato che il confronto si può fare “dove vuole, quando vuole, come vuole. Vuole farlo sulle sue reti? Vado a farlo sulle sue reti”. L’impressione percepita è che, come già avvenne nel 2006 con i prolungati silenzi prodiani, in questa fase della campagna elettorale siano i sondaggi a dettare le regole del gioco. Ovvero: chi è in testa, quindi Berlusconi, è chiamato a controllare l’avversario e marcarlo stretto; chi insegue, quindi Veltroni, deve invece smarcarsi dalla morsa e rilanciare temi e discussione. (ste.cal.)


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