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Alitalia, Spinetta spiazza i sindacati
ma non convince il Pdl
di STEFANO CALICIURI

[26 mar 08] Il presidente di Air France-Klm, Jean-Cyril Spinetta, al termine dell’incontro con i sindacati avuto ieri pomeriggio, ha annunciato che il prossimo venerdì presenterà un nuovo piano di ristrutturazione aziendale, cosicché da avere il via libera al perfezionamento dell’offerta d’acquisto. Sarà dunque il 28 marzo la data ultima proposta dal numero uno della compagnia franco-olandese. Un rinvio che ha soddisfatto i sindacati, perché significherebbe che c’è un margine di discussione per rivedere l’intesa di massima. In effetti il quadro attuale prevede 2100 licenziamenti, lo smembramento di Az Servizi e la soppressione dell’attività cargo a partire dal 2010. Il nuovo piano da porre sul tavolo dei negoziati è ancora in fase di redazione, ma indiscrezioni della stampa francese annunciano che Air France non intenderebbe più discutere di tagli di settori ma semplicemente di razionalizzazioni di categorie di personale. Piloti, personale di terra e di cabina, addetti ai bagagli: le revisioni del personale dovrebbero quindi toccare tutte le categorie, salvaguardando però il servizio generale. Tra le proposte, anche il possibile trasferimento di 180 piloti da Alitalia ad Air France, in risposta ai timori sollevati dai sindacati per l’annunciata dismissione del settore cargo. Spinetta si è altresì dichiarato disponibile ad aprire un dialogo sereno e fattivo anche dopo la data del 31 marzo, ultimo giorno fissato per il negoziato e in cui è prevista la risposta delle parti sociali all’offerta d’acquisto, a condizione che venga verificata la reale disponibilità economica aziendale. Apertura, quest’ultima, che ha spiazzato le sigle sindacali.

Nonostante i buoni propositi dimostrati dal presidente della compagnia transalpina, Claudio Genovesi, segretario nazionale della Filt-Cisl, principale organizzazione dei trasporti aerei, dimostra scetticismo: “Si tratta di una timida apertura, ma non ancora sufficiente a far sì che i sindacati rivedano le loro posizioni”. Dello stesso avviso anche la Filt-Cgil che si esprime per voce del segretario generale Fabrizio Solari: “Sconsigliamo di seguire questa strada perché sarebbe preferibile raggiungere prima una intesa generale. Valuteremo situazione per situazione le ristrutturazioni e le riorganizzazioni di settori del gruppo”. Nonostante qualche apertura su Alitalia Airport, secondo Solari Air France resta ancora pesantemente aggrappata alle posizioni iniziali sulla manutenzione e su Alitalia Servizi. Spinetta ha ulteriormente ribadito di credere “nelle possibilità di crescita per Alitalia all'interno del gruppo Air France-Klm”, unico modo per far sopravvivere la compagnia italiana. Altrimenti “non scommetterei un solo centesimo sul suo risanamento finanziario”. Aggiungendo, con un pizzico di orgoglio, che “se nel 2010 la mia ricetta non ha funzionato, e quindi Alitalia non sarà tornata ad una redditività che le permetta di tornare ad investire con le sue forze, sarebbe un mio fallimento, e a me non piace fallire”. Romano Prodi, rompendo un silenzio che durava dalla sua caduta, è intervenuto nel dibattito appellandosi al “senso di responsabilità del sindacato”, ricordando che è suo compito “difendere i lavoratori e pensare all’avvenire della compagnia”. Un appello affinché nulla venga lasciato d’intentato, ma soprattutto affinché non sia l’ideologia precostituita a impedire l’estremo tentativo del salvataggio Alitalia.

Sul versante Pdl è Giulio Tremonti a parlare: “Prodi sembra al terzo mandato dell'Iri. Crede di stare svendendo l'Iri, sta facendo accordi come fosse al terzo mandato dell'organismo di riconversione industriale e non come presidente del Consiglio. Sta facendo traffici e confusione. Il rapporto con Air France è stato quanto di più volutamente opaco si potesse organizzare”. Tremonti ha poi ricordato come nel 2005 Berlusconi aveva dato vita all’ultimo “grande aumento di capitale sul mercato. Parte dei soldi erano dei privati che credevano nel piano industriale, altro denaro era stato messo di conseguenza dal Tesoro. A due anni di distanza il piano lo hanno cestinato, il capitale mangiato e siamo qua con un rapporto opaco con Air France”.


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