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Le Figaro: Veltroni sconfessa Prodi

[14 mar 08] “Nell’indifferenza generale, Romano Prodi annuncia elegantemente di aver chiuso con la politica italiana”. Comincia così un lungo articolo apparso su Le Figaro, il secondo quotidiano francese per diffusione. Ma l’incipit non è che il preambolo ad un commento che pian piano si trasforma dal nostalgico all’impietoso. Frasi secche e toni decisi per descrivere un personaggio che, pur essendo riuscito a sconfiggere per due volte Silvio Berlusconi, ha guidato due governi che, sommati, sono durati meno di quaranta mesi. Cioè poco più di tre anni sui dieci potenziali. Questo, spiega Le Figaro, è dovuto al fatto che Prodi è stato a capo di una maggioranza senza avere un partito, capo di un governo senza la protezione un nocciolo duro che riuscisse a salvaguardarlo.

E, soprattutto, è stato fondatore e poi presidente di una formazione politica sulla quale non ha alcuna voce in capitolo. Quello di Prodi è definito come un “ruolo ingrato”: ha avvicinato forza politiche distanti tra loro senza però riuscire ad unirle, ha innovato senza riuscire ad imporsi, ha unificato ma non cementato. Perché? Impietoso il giudizio: “Veto incrociati, diktat, idee confuse e fragilità programmatica”. E’ soprattutto il governo ancora in carica a esaltare il sarcasmo transalpino: “In questi ultimi tempi niente di meglio è riuscito a fare se non un governo frastagliato in dieci partiti agli antipodi gli uni dagli altri”. E, per far capire ai lettori di cosa si sta parlando, si cita la “strampalata alleanza” tra “cattolici di sinistra” e “laici di tendenze marxiste”.

Così come nell’attacco, anche nelle conclusioni il concetto che viene sottolineato è l’indifferenza del centrosinistra nei confronti di un uomo che, nel bene o nel male, ha pur sempre segnato la storia politica italiana ed europea per almeno un decennio. “Con il nuovo patron del centrosinistra, Walter Veltroni, il contenzioso resta in piedi. L’uomo forte del partito democratico gli ha reso omaggio a denti stretti. Il nuovo leader della sinistra cerca soprattutto di prenderne le distanze, preferendo citare lo spagnolo Zapatero, la francese Royal o l’americano Obama”. E se l’hanno capito perfino in Francia… (ste. cal.)

 



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