Questo sito è ottimizzato
per Internet Explorer.

(c) Ideazione.com 2008
Direttore responsabile: Barbara Mennitti
aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa
Redazione: piazza Sant'Andrea della Valle, 6 - 00186 Roma
Tel: 0668135132 - 066872777 - Fax: 0668135134
Email: redazione@ideazione.com



Pdl, liberali e rassicuranti
di Daniele Capezzone



Knut, Berlino e l'identità leggera
di Pierluigi Mennitti



Una nuova Bretton Woods per i cambi

di Massimo Lo Cicero



Quarantenni
allo sbaraglio

di Barbara Mennitti



Suite Habana, abita qui la malinconia
di Domenico Naso



Giovanardi: "Il Pdl diventa repubblica"
di Stefano Caliciuri

[05 mar 08]

Una nuova Bretton Woods per i cambi

Le due monete più importanti del mondo sono la proiezione, nel mercato mondiale, di due economie che insieme non superano un miliardo di persone. L’India e la Cina, da sole, valgono il doppio, in termini demografici. Ma il dollaro e l’euro si contendo la scena degli scambi internazionali mentre l’economia dei due giganti, e quella dei Paesi del far east, si allarga molto più rapidamente di quanto avvenga in Europa o negli Stati Uniti. Economie simili ma non uguali, certamente. Nell’euro si entra per cooptazione del club dei Paesi che lo hanno creato. Il resto del mondo, al contrario, si è dollarizzato: il biglietto verde si è imposto, per motivi ogni volta vari e diversi, come strumento per regolare le transazioni commerciali o quelle finanziarie. Nel sud est dell’Asia ma anche nel grande continente latinoamericano. 

L’americano Bob Mundell, premio Nobel per l’econocmia, diceva, alla fine del 2007, ad un grande giornale italiano (Il Sole 24 ore del 13 novembre 2007) che “parlando di monete, non bisogna fermarsi all’economia in senso stretto, ma riflettere anche su storia e geografia. Posso pensare ad un ruolo crescente dell’euro e anche a momenti durante i quali l’euro avrà un ruolo centrale, come è successo tra le due guerre mondiali con dollaro e sterlina. Ma sarà sempre il dollaro a dominare la scena”. E quali sarebbero le ragioni che portano al centro dell’equilibrio mondiale la moneta degli Stati Uniti? La storia mostra, ancora oggi, come gli Usa abbiano la forza adeguata per affermare i propri principi nel mondo. L’esistenza di quella forza consegna alla “nazione senza nome” la possibilità di una politica estera determinante nel disegno degli equilibri internazionali. Fino a quando l’Europa non avrà la spada e la feluca non sarà la sua moneta, nata nel laboratorio del sistema europeo delle banche centrali, ad essere il perno degli equilibri mondiali. Ma esistono, e quanto sono stabili nel tempo, questi equilibri? Commercio, finanza e tecnologia sono sempre state le tre gambe della dinamica mondiale. Ed è evidente come, negli ultimi venti anni, la globalizzazione abbia ha modificato radicalmente la scena.

Il mercato unico mondiale ha consentito, grazie alla nuova scala della domanda aggregata, una profonda trasformazione tecnologica ed una riconfigurazione della produzione: la frammentazione delle filiere verticali attraverso i confini nazionali. La connessione, a distanza, costa meno e rende molto di più della integrazione verticale alimentata dalla contiguità. Ma i grandi vantaggi che, in termini di benessere, questa opportunità potrebbe regalare al mondo possono essere compromessi dall’assenza di un disegno comune tra le potenze economiche nazionali. Il fatto che lo yuan non si rivaluti verso l’euro, nonostante il surplus commerciale della Cina, consente alle multinazionali americane di produrre in Cina le merci destinate anche al mercato americano. Mentre, con una quota del surplus accumulato nei propri conti con l’estero, la Cina finanzia la sua penetrazione nel controllo di molte infrastrutture, nei Paesi sviluppati ma anche in Africa e negli altri Paesi in via di sviluppo. Allargando la propria rete di influenza sul sistema delle relazioni internazionali. Non avrà ancora una adeguata forza militare ma ha, certamente, una forza economica che si traduce in una crescente influenza politica. E tutto questo accade perché nel mondo esistono un sistema di cambi flessibili tra euro e dollaro ed un sistema di cambi fissi tra molte economie che hanno scelto il dollaro come moneta di riferimento e gli Stati Uniti come partner privilegiato. L’Europa rischia di essere ridimensionata nelle sue ambizioni da questa tenaglia.

Paolo Savona ha descritto la simmetrica impasse che si realizza, dato questo contesto, tra le due sponde dell’Atlantico. L’Europa deve ridimensionare il suo tenore di vita fino a quando la sua produttività non si adeguerà al valore crescente dell’euro rispetto al dollaro. Gli americani devono ridurre il proprio tenore di vita fino a quando quello dei cinesi non si adeguerà, crescendo, a quello degli americani stessi, in contrazione: creando così le condizioni per una efficace e leale integrazione dei rispettivi mercati. Si potrebbe accorciare il tempo necessario per trovare un nuovo equilibrio mondiale ed evitare i costi sociali ed economici di una troppo lunga stagione di instabilità? Secondo Paolo Savona si può cogliere questo traguardo attraverso un circuito virtuoso, che leghi la crescita dei Paesi emergenti con la riorganizzazione della produzione in Europa. Una integrazione, tra Cina ed Europa, di fronte all’esistenza della quale anche gli Stati Uniti aderirebbero ad un regime di maggiore cooperazione internazionale. Commercio, finanza e tecnologia potrebbero ancora essere le tre gambe del mercato mondiale ma servirebbe una nuova Bretton Woods per ritrovare un quadro di riferimento tra dinamica dei cambi e dimensioni relative delle economie reali. Riducendo anche l’asimmetria tra euro e dollaro e la distanza politica tra Europa e Stati Uniti.

Clicca qui per scaricare il file pdf dell'articolo di Savona


 

vai all'indice di Mercati mondiali


Le riflessioni di un filosofo
sul mondo che cambia.

_____________

Un occhio indiscreto e dissacrante nei Palazzi del potere.
_____________

_____________
IL POST

I migliori post del giorno selezionati dai blog di Ideazione.

_____________
IDEAZIONE DOSSIER
Analisi, approfondimenti
e reportage.

IDEAZIONE VINTAGE
Il meglio dei primi quattordici anni della rivista bimestrale.
_____________
I BLOG DI IDEAZIONE

---

---

---

---