Questo sito è ottimizzato
per Internet Explorer.

(c) Ideazione.com 2008
Direttore responsabile: Barbara Mennitti
aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa
Redazione: piazza Sant'Andrea della Valle, 6 - 00186 Roma
Tel: 0668135132 - 066872777 - Fax: 0668135134
Email: redazione@ideazione.com

Per un passaporto in più
di GIANGUIDO PIANI

[16 mag 08] È già successo a moltissimi connazionali. A un confine l’agente apre il passaporto per metterlo su uno scanner o passarlo nel lettore ottico e le pagine interne si staccano dalla copertina, rendendo invalido il documento. Se succede in un Paese democratico è una seccatura e una perdita di tempo, ma in Paesi autoritari, dove la polizia approfitta di ogni occasione per prendersela con il malcapitato di turno, si perde il volo e si rischia di venire accusati di falsificazione di documenti. Per inciso, questo capita ai passaporti italiani, gli unici al mondo per i quali ogni anno occorre anche pagare la marca da bollo. E questo non è il loro unico problema. Nel mondo globalizzato i Paesi in crescita, i mercati del futuro che è già presente, sono paesi “scomodi”: Cina, Russia, Sud Africa, India, Kazakhstan e numerosi altri. I Paesi dell’Unione Europea sono molto più facili da raggiungere, ma i loro mercati sono saturi; la vera partita oggi si gioca in Asia e in America, non in Austria o in Spagna. E per muoversi in Asia e nei paesi dell’ex impero zarista i documenti devono essere impeccabili, come ci ricordano viaggiatori del calibro di Bocca, Ostellino e Terzani. Ad esempio, in Russia e nei Paesi ex sovietici occorre avere sempre con se il passaporto non solo per districarsi tra burocrazie, permessi e visti, ma anche per effettuare operazioni bancarie, salire in treno, pernottare in albergo e accedere a uffici, dove la verifica dei documenti è sempre più frequente. Con una fotocopia non si entra.

Il problema diventa acuto quando si vive in un Paese “difficile” e occorre richiedere visti per altri. Un italiano che risieda a Novosibirsk può ricevere il visto del Turkestan solo all’ambasciata di Mosca o a quella di Roma, tra viaggi e pernottamenti si spendono almeno mille euro e si perde una settimana. Numerose ambasciate sfruttano questa situazione, con un prezzo nominale per i visti molto basso, tipo 20 dollari, ma trattengono il libretto per un mese. Per ricevere il timbro in mezz’ora scattano tariffe “express service” di centinaia di euro e spesso non c’è alternativa. Come risolvono altri Paesi tale problema? In modo pragmatico. Chi viaggia molto, risiede all’estero o deve visitare Paesi in situazioni conflittuali può ottenere più di un passaporto e può quindi regolarsi da solo tra ambasciate esotiche e procedure bizantine. L’americano, inglese o tedesco di Novosibirsk invia per corriere il suo secondo passaporto all’ambasciata del Turkestan e trattiene il primo per potere continuare la propria attività, andare in banca, salire su treni e aerei, visitare uffici. Se poi il libretto va smarrito con la posta, pazienza, c’è sempre l’altro e non si perdono i diritti civili legati alla propria identità. Perfino la Russia concede due o tre libretti del passaporto per l’estero ai propri cittadini che viaggiano molto, così da alleviare le assurde penalizzazioni di viaggio e le lunghe tempistiche che impone l’Occidente nel concedere visti di ingresso. Al contrario, l’italiano al quale venga rubato il passaporto – o del quale si stacchi la copertina – in molti casi ha solo l’opzione del rimpatrio, e non tutti hanno dove passare i due mesi che servono in media a una questura per richiedere il nulla-osta all’ambasciata italiana nel Paese di residenza (mai sentito parlare di posta elettronica certificata?). C’è chi per questo ha perso casa e lavoro.

La legge italiana sui passaporti risale al 1967 e non prevede né esclude la possibilità di rilasciare un secondo libretto valido. Questure e consolati agiscono in ordine sparso: alcuni rilasciano un secondo passaporto trattenendo però il primo, risolvono così il problema di chi viaggia tra Israele e Paesi ad esso ostili facendo tappa in Italia, ma non gli altri sopra illustrati. Per una decina d’anni ho esposto la questione a consoli, ambasciatori, questori e funzionari di polizia. Tutti d’accordo nel merito, ma impossibilitati dalla legge ad agire. Mi è stato perfino suggerito di denunciare la perdita del passaporto, l’unica possibilità prevista dalla legge per concedere un secondo libretto. Nemmeno il passaporto biometrico può risolvere la questione in presenza di regolamenti applicativi che in ultima analisi risalgono al Regno d’Italia. Sarebbe ora di mettere mano alla legge per adeguarla alle realtà del mondo odierno e ai nuovi imperativi di sicurezza. Grazie alla biometria la questione di eventuali falsificazioni dovrebbe essere risolta in via definitiva, facendo venir meno le ragioni per le quali si è finora preferito non lasciare in circolazione troppi passaporti. Il problema andrebbe affrontato dal punto di vista dei cittadini-utenti e delle realtà geopolitiche, guardando a legislazioni e prassi più avanzate. E ovviamente stampare libretti che resistano all’usura del viaggi. In passato si dava la colpa di problemi tutti made in Italy vuoi agli opposti estremismi, vuoi al Kgb o alla Cia, vuoi al “grande vecchio”. Forse oggi dietro alla congiura della colla e della cucitura si trova qualche paese che vuole ostacolare i concorrenti italiani sui nuovi mercati?

Approfondimenti
http://www.corriere.it/solferino/severgnini/08-05-08/08.spm http://www.vivishanghai.com/index.php?option=com_fireboard&func=view&catid=15&id=10771 http://www.ivanscalfarotto.biz/2007/04/il-passaporto.html


Le riflessioni di un filosofo
sul mondo che cambia.

_____________

Un occhio indiscreto e dissacrante nei Palazzi del potere.
_____________

_____________
IL POST

I migliori post del giorno selezionati dai blog di Ideazione.

_____________
IDEAZIONE DOSSIER
Analisi, approfondimenti
e reportage.

IDEAZIONE VINTAGE
Il meglio dei primi quattordici anni della rivista bimestrale.
_____________
I BLOG DI IDEAZIONE

---

---

---

---



Il governo del premier è un bene
di Daniele Capezzone



Il risveglio
anseatico

di Pierluigi Mennitti



Lost
in translation

di Massimo Lo Cicero



Le favole non diventano realtà
di Barbara Mennitti



L'agguerrito ritorno di Michael Moore
di Domenico Naso



Marco Casella, l'importanza della politica estera
di Stefano Caliciuri