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Sri Lanka, una guerra civile che non fa notizia
di STEFANO CALICIURI

[03 lug 08] Sessantaquattro morti solo nell’ultima settimana, poco meno di mille dall’inizio dell’anno. Lo Sri Lanka è infiammato da una guerra civile spesso trascurata dai media occidentali, ma che continua a lasciare sul terreno sangue e proiettili. Numeri diffusi dal ministero della Difesa di Colombo e diramati dalle agenzie di stampa cingalesi. La maggior parte delle vittime si è avuta nei distretti nord-orientali del Paese: Mannar, Jaffna, Mullaitivu e Vavuniya, dove è maggiore la presenza dei guerriglieri dell’esercito di liberazione delle Tigri di etnia tamil, minoranza induista proveniente dal sud dell’India, che rivendica l’indipendenza dal resto del Paese a maggioranza cingalese. Tra le due etnie ci sono forti differenze, sia linguistiche che culturali: i Tamil sono dravidici e induisti come i gli indiani meridionali dello Stato del Tamil Nadu, mentre i cingalesi sono buddisti.

L’efferata lotta separatista prosegue ininterrottamente dal 1975. Trent’anni di atrocità in cui gli Stati europei hanno cercato di mediare, ma a nulla sono valsi gli sforzi diplomatici. Il governo norvegese si era proposto di frapporsi tra i due contendenti come intermediario di pace ma, nonostante un patto siglato dopo lo tsunami del 2002, nei fatti la tregua è cessata alla fine del 2005 con l’elezione del presidente Mahinda Rajapaksa, nazionalista dal pugno di ferro contro i terroristi. Nelle loro azioni, le Tigri hanno fatto ricorso più volte ad attacchi suicidi, anche contro la popolazione civile. Solo pochi giorni fa, il 6 giugno, una bomba delle Tigri ha lasciato 20 morti su un autobus di linea nella capitale Colombo. Da mercoledì scorso è stata chiusa l’ambasciata americana di Colombo, dopo che in uno dei locali dell’edificio è stata ritrovata della polvere sospetta. Si teme si possa trattare di antrace. L’ambasciatore e la delegazione statunitense potranno riprendere possesso della residenza soltanto quando saranno state effettuate le analisi sulla sostanza ritrovata e certificato che non costituisce alcun pericolo. Risale invece al febbraio dell’anno scorso il ferimento accidentale dell’ambasciatore italiano Pio Mariani e di quello americano Robert Blake.

Anche se spesso passa sotto silenzio, le ripercussioni della guerra civile cingalese si avvertono anche Italia. Nei giorni scorsi, infatti, la Digos ha compiuto un imponente blitz, coinvolgendo oltre 200 agenti in sette diverse regioni che ha portato all’arresto di ventotto cingalesi con l’accusa di associazione finalizzata al terrorismo. Il loro compito sarebbe stato di raccogliere finanziamenti illeciti per l’organizzazione paramilitare in Sri Lanka.


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