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Catricalà contro i cartelli di banche ed energia
di STEFANO CALICIURI

[25 giu 08] Antonio Catricalà, presidente dell’Antitrust, non è uno che le manda a dire. E la riprova si è avuta ieri in occasione della relazione consuntiva annuale di fronte al Parlamento. Banche, filiere alimentari, energia e carburanti: nessuno si è potuto sottrarre alla realistica, e per certi versi drammatica, analisi di Catricalà. Due le soluzioni lanciate sul tavolo per invertire la tendenza: maggior controllo sui prezzi e, soprattutto, disintegrare i cosiddetti cartelli. Un dato su tutti: nel 2007 sono state monitorate 267 filiere alimentari dove è emerso che il ricarico del costo medio finale è pari al 200 per cento, con picchi anche del 300 per cento. “I cartelli non sono peccati veniali – ha spiegato il presidente Antitrust – sono gravi misfatti contro la società perché corrompono la libera competizione delle forze economiche sul mercato. Negli Stati Uniti sono considerati fatti criminosi, puniti con la prigione”. Sul banco degli imputati soprattutto aziende fornitrici di energia e istituti bancari. Un esempio su tutti la prassi ormai consolidata che vede le banche disinteressarsi della legge che prevedrebbe la portabilità gratuita dei mutui. “Nonostante la nostra tempestiva presa di posizione - spiega Catricalà - e nonostante un intervento della Banca d’Italia, molte banche si sono ostinatamente attardate in una prassi che noi riteniamo elusiva della legge che impone la portabilità dei mutui senza oneri per i risparmiatori, sì da costringerci ad aprire ben ventitré procedure istruttorie”. Altro dato che dovrebbe far riflettere e spingere verso una risoluzione: l’80 per cento delle banche e delle assicurazioni quotate in borsa convivono con una sorta di conflitto d’interesse, perché spesso i componenti dei Consigli di amministrazione siedono contemporaneamente su più tavoli, anche di agenzie od istituti concorrenti. “Lo abbiamo segnalato più volte, anche in via ufficiale, ma pare che non si voglia prendere una decisione di incompatibilità”. 

I prossimi cinque anni, ha rincuorato Catricalà, saranno caratterizzati dal rigore con cui il garante vigilerà sulle compagnie petrolifere e sugli effetti dell’apertura dei mercati della distribuzione dei carburanti. Secondo il presidente, sono stati fatti degli importanti passi in avanti, ma per garantire un corretto funzionamento del mercato e della concorrenza, è necessario che vengano monitorati costantemente “gli scambi informativi sui prezzi, la diffusione della modalità di rifornimento self service, l’ingresso e lo sviluppo degli operatori della grande distribuzione organizzata. E soprattutto si deve mettere a disposizione di operatori non verticalmente integrati una quota delle strutture logistiche, a condizioni eque, non discriminatorie e determinate secondo criteri conoscibili in anticipo. L’impegno che ufficialmente facciamo nostro è di vigilare con rigore, per i prossimi cinque anni, sull'attuazione degli impegni, data la rilevanza strategica del settore per l’intera economia”.

Catricalà si è poi soffermato sulla questione legata alle privatizzazioni aziendali. “Aprire e liberalizzare il mercato diventa fondamentale soprattutto per l'Italia, che non gode di materie prime e di autonome risorse energetiche, per la quale una politica di chiusura sarebbe disastrosa, un errore imperdonabile”. Tenendo anche a specificare come “competizione non significa indifferenza verso i più deboli, anzi il mercato è una forma di garanzia rispetto a ogni integralismo ed estremismo”.


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