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Provaci ancora, Italia
di
BARBARA MENNITTI

[06 giu 08] Due anni sono passati dalla notte del 9 luglio 2006, quando Fabio Cannavaro alzò la Coppa del mondo sotto il cielo di Berlino. “Abbracciatevi forte, perché questo momento non lo dimenticherete mai”, gridava Fabio Caressa dai microfoni di Sky, ben sapendo che stava pronunciando parole che sarebbero rimaste scolpite nella memoria collettiva del nostro Paese. Come l’urlo di Tardelli nei mondiali dell’‘82, come il “Campioni del mondo” gridato compostamente da Nando Martellini. Come, appunto, il sorriso di capitan Cannavaro la notte del 9 luglio. Come spesso accade all’Italia, i successi più clamorosi arrivano del tutto inaspettati. La nostra squadra non era considerata nel novero delle favorite e il mondo del calcio italico sembrava in ginocchio, travolto da scandali e inchieste giudiziarie. Quelle che culmineranno nella retrocessione d’ufficio in serie B della squadra più blasonata del campionato, la Juventus, che oltretutto forniva un buon numero di giocatori alla nazionale. Nessuno ci dava particolare credito e tutti hanno dovuto ricredersi. Perché il calcio italiano c’era e batteva colpi.

Per gli Europei di quest’anno, invece, è tutta un’altra storia. Sbarchiamo a Zurigo con il titolo di campioni del mondo e i bookmakers ci mettono di diritto fra le favorite (al secondo posto, dopo l’agguerrita Germania di Joachim Löw). Eppure in ventiquattro mesi di cose ne sono cambiate. Innanzitutto sulla panchina azzurra, dove non siede più Marcello Lippi, il principale artefice di quella storica vittoria. Il ct viareggino non ha voluto saperne di restare, conscio del fatto che i veri signori devono lasciarsi dietro una scia di rimpianto. Al suo posto c’è Roberto Donadoni, un ct giovane che ancora ha molto da dimostrare per convincere davvero tifosi e addetti ai lavori. Con Lippi hanno scelto di smettere la maglia azzurra anche campioni del calibro di Alessandro Nesta e Francesco Totti, e mancherà anche il bomber milanista Filippo Inzaghi, in questo caso per scelta del commissario tecnico. Ma l’assenza che rischia di pesare di più, anche perché improvvisa, sarà quella del capitano Fabio Cannavaro, che durante il primo allenamento si è rotto i legamenti in un contrasto con Chiellini.

Le speranze degli italiani per questi europei sono riposte nella coppia d’attacco formata da Luca Toni e Antonio Di Natale, nelle invenzioni di Andrea Pirlo a centrocampo e nella grinta di Daniele De Rossi, che simbolicamente ha ereditato la maglia numero 10 del compagno di squadra Totti e che, speriamo, avrà imparato a moderare certe intemperanze che lo hanno penalizzato nello scorso mondiale. In panchina saranno pronti a dare manforte un ritrovato Antonio Cassano e l’intramontabile Alex Del Piero. Non sappiamo bene chi prenderà il testimone di trascinatore della squadra. Se sarà Marco Materazzi, destinato alla panchina dal ct ma che potrebbe guadagnare il posto da titolare proprio grazie all’infortunio di Cannavaro, oppure il mastino di centrocampo Rino Gattuso. O, ancora, il portiere azzurro e neo-capitano Gianluigi Buffon, da anni pilastro inamovibile della difesa. L’importante è che l’Italia non arrivi appagata dal recente successo, che abbia ancora voglia di mordere e sete di vittoria. Ci sono squadre che si presentano ad Euro 2008 con brama di riscatto, come la Germania e la Francia che ancora non ci perdonano l’epilogo di due anni fa. Ma anche noi abbiamo voglia di mostrare una faccia dell’Italia che non sia quella dei rifiuti di Napoli. Speriamo che Luca Toni voglia dimostrare che il vero sorriso dell’Italia è il suo e non quello ghignante del Toni degli spot della tv tedesca.


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