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Russia, l'energia al centro dei rapporti internazionali
di STEFANO GRAZIOLI

[05 giu 08] Seguendo le orme di Dmitry Medvedev nei suoi primi viaggi da presidente, non è difficile capire quali siano le priorità russe in materia di politica estera. Kazakistan e Cina la settimana scorsa, ora Germania. Il filo che lega Mosca a Berlino, Pechino e Astana è quello energetico. Più che un filo, quindi, una (o più, ovviamente) pipeline. Poco accomuna personalmente Medvedev ad Angela Merkel, meno ancora a Hu Jintao o Nursultan Nazarbayev, ma questi sono dettagli. La forma è una cosa, la sostanza un’altra. E così è facile intuire che la strategia di Dmitry Anatolevich non è altro che quella di Putin: pragmatica, orientata al profitto e alla difesa degli interessi nazionali russi.

Kazakistan. Tra Mosca e Astana la partnership è ormai avviata su binari sicuri. Medvedev e Nazarbayev si sono già conosciuti quando il primo era alla guida di Gazprom. L’alleanza energetica non preclude che ognuno tiri acqua al proprio mulino (il Kazakistan sente il fiato della Cina sul collo e il potere, economico, persuasivo di Pechino è accattivante per chiunque), senza però che ci si calpestino i piedi. Le voci della creazione di uno spazio economico comune e lo sviluppo politico ed economico analogo rafforzano l’impressione che rispetto a Turkmenistan e Uzbekistan, il Kazakistan sia davvero la repubblica postsovietica con la quale la Russia abbia interessi comuni e piani condivisi anche sul lungo periodo.

Cina. Non si può forse parlare di asse Mosca-Pechino, ma i rapporti tra i due vicini non sono certo malvagi. “La nostra politica estera deve essere ragionevole, pragmatica, ma anche amichevole e aperta. E sicuramente consideriamo la Repubblica popolare cinese come uno dei nostri più importanti partner stranieri”, ha detto Medvedev durante la sua recente visita. Russia e Cina si trovano a braccetto nella Sco (Shanghai Cooperation Organization) in chiave antiamericana, ma più che la politica è come al solito la questione energetica che le avvicina. Medvedev e Hu Jintao hanno firmato un accordo del valore di 640 milioni di euro per l’ampliamento di un impianto per l’arricchimento dell’uranio e della fornitura di combustibile per le centrali atomiche cinesi. In più c’è la prospettiva di realizzare di un oleodotto fra la Siberia e la Cina. Più in generale il volume del commercio fra i due Paesi è cresciuto velocemente negli ultimi anni, passando dall’equivalente di circa 4,3 miliardi di euro del 1996 agli oltre 30 miliardi di euro del 2007.

Germania. Berlino è il partner privilegiato di Mosca in Europa. Medvedev fa la sua prima visita in Occidente proprio qui, ricambiando quella della Merkel, la prima a volersi congratulare di persona con il nuovo presidente già all’inizio di marzo. Energia, dunque, ma non solo. La Germania è il più importante partner economico per la Russia (davanti all’Italia): nel 2006 il volume commerciale è cresciuto di oltre il 37 per cento, raggiungendo i 53 miliardi di euro; migliaia di grandi, medie e piccole imprese tedesche (4500 in tutto) sono presenti nella Federazione Russa. Un record. Il progetto Nordstream (il gasdotto sotto il Baltico già in costruzione che collegherà direttamente Russia e Germania bypassando le repubbliche baltiche e la Polonia) è il simbolo di un’alleanza considerata essenziale al Cremlino come al Kanzleramt, anche in chiave europea.


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