Questo sito è ottimizzato
per Internet Explorer.

(c) Ideazione.com 2008
Direttore responsabile: Barbara Mennitti
aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa
Redazione: piazza Sant'Andrea della Valle, 6 - 00186 Roma
Tel: 0668135132 - 066872777 - Fax: 0668135134
Email: redazione@ideazione.com

Visto da sinistra: la sostanza è nelle parole
di ANTONIO FUNICIELLO

[28 feb 08] Sul copiare negli appunti del vicino, torna in mente la battuta di Woody Allen, che raccontava d'essere stato espulso dalla facoltà di Filosofia perché scoperto, durante il compito di Metafisica, a sbirciare nell'anima del vicino di banco. La polemicuccia parecchio fine a sé sul "chi copia i programmi di chi", lanciata dopo la presentazione del programma elettorale del Partito Democratico, non ha purtroppo il pregio di essere divertente come quella del regista americano. Né ci aiuta a capire se esistono davvero diritti d'autore violati, ammesso e non concesso che in politica, in fatto di “idee”, si possano accampare bizzarri e (poco liberali) copyright. Quando sarà reso pubblico il programma del Popolo della libertà sarà un esercizio stimolante intendere in cosa i due programmi si differenziano. Ad oggi, senza scendere troppo nel nocciolo dei contenuti, si può cominciare a dire in cosa si differenziano, ad una prima occhiata, il progetto per l'Italia di Walter Veltroni da quello di due anni fa di Romano Prodi. Anzitutto, ed è stato già detto, il programma di Prodi contava 586mila battute, quello di Veltroni poco più di 100mila: pressoché un sesto. Per redigerlo, poi, non è stato fatto ricorso al vecchio tavolo di lavoro, a cui per quote siedono gli azionisti di riferimento del partito, come sta facendo in queste ore la coalizione del centrodestra. E’ stato, invece, dato mandato ad un singolo redattore; nella fattispecie, Enrico Morando. Dimensioni del testo e metodo di lavoro misurano già visibili distanze. Alcuni rilievi statistici sul linguaggio offrono ulteriori chiavi di lettura.

Nel programma di Prodi la parola “Berlusconi” ritornava 25 volte. In quello di Veltroni, il leader del centrodestra non è mai nominato. Nel primo alla Costituzione e alle istituzioni repubblicane veniva dedicato l'intero, corposo primo capitolo. Nel secondo della Costituzione si riportano solo riferimenti a singoli articoli e, quanto alle “istituzioni repubblicane”, non ce n’è traccia, come per Berlusconi. La parola “crisi” nel programma di Prodi si contava 30 volte; nel programma Veltroni 3 volte e solo in riferimento alla situazione internazionale. La parola “equità” fa 16 a 2 per Prodi; la parola “sinistra” - nell’aggregato centrosinistra - 34 a 1; l’espressione “conflitto d’interessi” 15 a 2; la parola “valore”, nell’accezione di principio, 44 a 2; “politica” fa 215 a 20 per Prodi; “tassazione” fa 11 a 1 (Veltroni si rifà su “detrazione”, 10 a 4 per il suo programma); su “merito” Prodi e Veltroni pareggiano 5 a 5 - considerato l’1 a 6 dell’estensione dei due testi, è come se Veltroni vincesse 30 a 5. Interessanti poi i rapporti tra parole correlate, tipo quello tra lavoratori e imprenditori: nel programma di Prodi il computo è 51 a 4 a favore dei primi, in quello di Veltroni 22 a 5; si passa, cioè, da un rapporto di 1 a 12 nel primo caso, ad uno di 1 a 4,5 nel secondo.

Ancora più interessante è il confronto tra la lista di parole che comparivano nel programma di Prodi e non compaiono oggi in quello di Veltroni, e viceversa. Nel primo si leggevano voci quali “declino”, “tensione”, “verità”, “redistribuzione” e ancora “evasore”, “sommerso”, “rendita finanziaria” che non si ritrovano nel programma di Veltroni. Il quale, invece, ospita vocaboli ed espressioni come “capitalismo”, “produttività totale dei fattori”, “matematica”, “rigassificatori”, “terrorismo jihadista”, assenti nel programma prodiano. Lungi dal voler esprimere complessi giudizi di merito alla luce di quanto detto, appare evidente che c’è un cambio di passo, oltre che nelle dimensioni e nella metodologia di redazione, anche nel linguaggio utilizzato. Linguaggio che segnala, ad un tempo, un approccio più pragmatico e schiettamente antideologico del programma del Pd rispetto a quello dell’Unione. Il tema delle questioni cosiddette eticamente sensibili, ad esempio. Nel programma di Prodi erano trattate in un capitolo che enfatizzava ideologicamente il loro carattere di nuovi diritti. Nel programma di Veltroni, la contestualizzazione dei nuovi diritti nel concreto degli ambiti di riferimento - la 194 nella sanità, le coppie di fatto nella giustizia - non è affatto un escamotage per non parlare di temi potenzialmente divisivi per la comunità democratica. Prova ne è che il programma veltroniano affronta apertamente questioni come l’omofobia che non avevano trovato posto nelle famose 281 pagine prodiane.



Berlusconi-Veltroni due a zero
di Daniele Capezzone



Questa Germania così italiana
di Pierluigi Mennitti



Mario Draghi,
pilota del sistema

di Massimo Lo Cicero



Quarantenni
allo sbaraglio

di Barbara Mennitti



Cloverfield, manifesto di un'era
di Domenico Naso



I giovani tuareg di
Francesco Delzio

di Stefano Caliciuri


Le riflessioni di un filosofo
sul mondo che cambia.

_____________

Un occhio indiscreto e dissacrante nei Palazzi del potere.
_____________

IL POST

I migliori post del giorno selezionati dai blog di Ideazione.

_____________
IDEAZIONE DOSSIER
Analisi, approfondimenti
e reportage.

IDEAZIONE VINTAGE
Il meglio dei primi quattordici anni della rivista bimestrale.
_____________
I BLOG DI IDEAZIONE

---

---

---

---