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Usa: un edificio fondato sui principi liberali
di Antonio donno

[18 feb 08] Le elezioni presidenziali americane di quest'anno offrono un'immagine significativa di che cosa siano la democrazia americana ed i valori liberali che la sostengono. In realtà, è sempre stato così, innanzitutto perché le elezioni per la Casa Bianca si son tenute, fin dai tempi della fondazione della repubblica federale americana, regolarmente ogni quattro anni, senza alcun salto, né durante la devastante Guerra Civile (1861-1865), né durante la Seconda guerra mondiale; in secondo luogo, il sistema elettorale americano si è mantenuto sostanzialmente intatto in oltre due secoli di vita degli Stati Uniti, dando di sé una prova di straordinaria efficienza; infine, le elezioni presidenziali sono sempre state lo specchio del sentimento degli americani per l'unità della nazione, al di là delle appartenenze politiche: il patriottismo – un dato stabile della vita sociale americana – si è esaltato nel momento dell'election day ed il presidente ha potuto godere del rispetto di tutti gli americani, nonostante le critiche o la disapprovazione dei suoi atti. Lo “Spirito dell'Unione”, di cui aveva parlato George Washington, si è, dunque, protratto per più di due secoli di storia degli Stati Uniti, benché minacciato in talune circostanze dalle inevitabili crisi che ogni democrazia attraversa; ed aveva ragione il primo Presidente degli Stati Uniti, quando esprimeva, il 18 aprile 1783, il seguente auspicio: “[...] Felice, tre volte felice sarà dichiarato d'ora innanzi colui che abbia contribuito in qualche modo, che abbia ricoperto il più piccolo incarico nell'erigere questo formidabile edificio di Libertà [...] sull'ampia base dell'Indipendenza; colui che abbia aiutato a proteggere i diritti dell'umana natura e ad istituire un Rifugio per i poveri e gli oppressi di tutte le nazioni e religioni”.

Ma questo “edificio di libertà” poggiava e poggia le sue fondamenta sui principi liberali che hanno trovato nella nascita stessa degli Stati Uniti la loro prima compiuta realizzazione nella storia delle democrazie. Commentando la presente campagna elettorale americana, Paul Berman, uno degli studiosi più apprezzati del mondo della cultura liberal, ha definito “divini” i Founding Fathers americani; e, dall'altra parte, il neo-conservatore Norman Podhoretz, editor-at-large di Commentary, da lui stesso fondato, li ha considerati gli statisti più illuminati della storia delle democrazie moderne. Soltanto un apprezzamento del “buon tempo antico”? In realtà, non è così. Sia Berman che Podhoretz (e con loro molti altri), riferendosi ai Padri Fondatori americani, vogliono dire che l'edificio istituzionale e costituzionale da essi costruito ha retto magnificamente alla prova del tempo e, grazie a questa stabilità, esso ha fatto eccezione rispetto a tutti i paesi democratici dell'Europa continentale che hanno attraversato, in periodi diversi, gravi crisi istituzionali. In Europa solo la Gran Bretagna ne è rimasta immune, a partire dal XVIII secolo ad oggi. Perché gli Stati Uniti fanno, ancora una volta, eccezione? La risposta sta nello stesso modo in cui è nato il paese nord-americano e nel ruolo cruciale che in questo nascere hanno avuto i valori del liberalismo. Il liberalismo americano è figlio di quello inglese ed è per questo motivo che, commentando la solidità della democrazia, Robert Conquest parla giustamente di “sfera anglo-americana”, riferendosi al fatto che in questa sfera i principi liberali hanno profondamente e durevolmente innervato quelle democrazie. Questo è il punto cruciale.

L'Illuminismo inglese, per molti aspetti distante da quello francese, aveva posto al centro dell'azione sociale il ruolo primario dell'individuo, in contrapposizione all'enfatizzazione della funzione trainante delle “masse” propria della Rivoluzione francese, che ha prodotto, nel continente europeo, i guasti totalitari che ben conosciamo. Di conseguenza, il sistema istituzionale americano, erede ed espressione più compiuta di quello inglese,  ha dato il massimo rilievo ai diritti individuali (“di per sé evidenti ed inalienabili”, come recita la Dichiarazione d'Indipendenza), attribuendo all'individuo una fortissima responsabilità nella difesa della società e perciò della democrazia stessa. Questo edificio liberale, in cui le libertà individuali rappresentano il centro motore della dinamica sociale, è stato il fondamento della democrazia americana che ha retto brillantemente alla prova del tempo. E le stesse elezioni americane, a tutti i livelli e principalmente a quello presidenziale, con il complesso ma stabile sistema delle primarie, coinvolgono la responsabilità individuale al massimo grado.



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