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L'ultimo confronto a distanza e poi la parola alle urne

[11 apr 08] E finalmente è arrivato l’ultimo giorno di campagna elettorale. Domani bisognerà tacere per rispettare la “giornata di riflessione” e poi tutti al seggio per stabilire chi tra Veltroni e Berlusconi potrà sedere a Palazzo Chigi. Ma finalmente anche perché, mai come questa volta, la campagna elettorale è stato un semplice conto alla rovescia, senza confronti né raffronti. Evitato il faccia a faccia televisivo, i due maggiori candidati hanno mantenuto una linea di non belligeranza. Soltanto Berlusconi ha cercato, negli ultimi giorni, di alzare un po’ i toni, accusando Veltroni di voler dare continuità al governo Prodi. Il candidato democratico, dal canto suo, non ha mai accettato lo scontro-confronto: durante il mese di tour nazionale non ha mai nominato il suo avversario, definendolo invece “il principale esponente della parte avversa”. Questa sera i due protagonisti attuali della politica italiana saranno ospiti in prima serata degli studi di Matrix, dove saranno intervistati da Enrico Mentana. Comincerà Veltroni, chiuderà Berlusconi, così come voluto dal sorteggio alla presenza di un notaio. Molti si aspettano il colpo di scena conclusivo: sia Veltroni che Berlusconi avevano annunciato che avrebbero definito la squadra di governo prima delle elezioni. Oggi, dunque, è l’ultimo giorno utile. Il Partito democratico sarebbe rappresentato da politici di nuovo corso. Tolti i ministeri di maggior importanza, che dovrebbero essere gestiti da tecnici, gli altri potrebbero essere assegnati a “rappresentanti della società civile” che ben conoscono i problemi quotidiani.

Discorso diverso per Berlusconi. Sin ad oggi ha già stabilito tre incarichi in continuità con i suoi governi precedenti: Lucio Stanca all’Innovazione, Giulio Tremonti all’Economia e Gianni Letta probabilmente ai Rapporti col Parlamento oppure al vicariato della Presidenza del Consiglio. Per quest’ultimo, in ogni caso, è previsto un ruolo chiave nell’opera diplomatica con l’opposizione. Il quotidiano Liberazione nei giorni scorsi ha coniato una felice locuzione per definire, dal suo punto di vista, lo scenario che potrebbe aprirsi a partire da lunedì sera: il Veltrusconi. Dove si intende la possibile alleanza tra Pd e Pdl in caso di sostanziale pareggio al Senato. Ipotesi che Berlusconi ha però nettamente smentito: è convinto di vincere con un buon margine di distanza, ovvero con almeno trenta senatori in più rispetto all’opposizione. Sulla presunta somiglianza programmatica, ha aggiunto che “se nelle Camere, in fase di approvazione dei provvedimenti, il Pd voterà con noi, non potremo che esserne felici”. Berlusconi ha annunciato che i primi due provvedimenti che porterà in Consiglio dei ministri saranno l’abolizione dell’Ici sulla prima casa (“Così come promesso già due anni fa, beneficio che toccherà l’87 per cento delle famiglie) e la possibilità di creare un’impresa in un giorno (“Veltroni se lo sta rivendendo, ma in realtà la proposta è di Daniele Capezzone”).  

Se da via dell’Umiltà sono fiduciosi di ottenere una maggioranza sicura, il Pd avrebbe invece dati secondo cui si andrebbe nuovamente ad un sostanziale pareggio, “se non qualche senatore in più per noi”. In ogni caso, se la previsione democratica fosse esatta, l’Italia si troverebbe nuovamente nella paralisi istituzionale. Che fare dunque, visto che la grande intesa è stata scartata da tutti i contendenti? Probabilmente un anno di governo cercando di riscrivere la legge elettorale: se ci si riesce, sei mesi di governo tecnico-istituzionale che gestirà la fase di transizione, altrimenti parola al referendum. (ste.cal.)

 


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