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TRANSEUROPA. UN CONTINENTE IN PRIMA PAGINA



[10 mag 08]
Ancora una volta al voto, ancora una volta ad un bivio. La storia recente della Serbia è fatta di sfide sul filo del rasoio, tra chi intende realizzare un percorso europeo per offrire al paese una prospettiva di integrazione dopo i drammi della guerra civile jugoslava e chi, pur non rinunciando a Bruxelles, non accetta la definitiva perdita dei territori kosovari e sceglie una strada tortuosa e difficile, solleticando inevitabilmente sentimenti revanscisti. Dietro queste posizioni si gioca anche una lunga guerra di potere fra due leader una volta alleati, il presidente della Repubblica Boris Tadic e l’ex capo del governo Voijslav Kostunica. L’alleanza dei loro partiti che reggeva il precedente governo è saltata sulla dichiarazione d’indipendenza del Kosovo. Il primo guida la coalizione europeista, il secondo quella di chi in Europa vuol entrare ma portandosi appresso il Kosovo serbo. Attorno ai due partiti principali si raggruppano tanti partiti minori, coalizzati o indipendenti. E secondo gli analisti saranno questi a decidere le future alleanze, dal momento che nessuno dei contendenti riuscirà ad ottenere la maggioranza da solo. Data l’importanza del paese balcanico per le sorti dell’Europa e per gli interessi strategici dell’Italia, è ad esso che dedichiamo gran parte della rassegna stampa di questa settimana.

Belgrado: ennesimo voto, ennesimo bivio
E per cominciare a raccapezzarsi nel caotico quadro elettorale serbo, ci affidiamo all’esaustivo articolo in italiano di Danijela Nenadic su Osservatorio sui Balcani. Il voto politico si somma a quello amministrativo. Ma gli elettori sono stanchi e seguono con disinteresse il dibattito: si sono recati alle urne poche settimane fa per il doppio turno presidenziale e un anno e mezzo fa per le precedenti politiche. Tuttavia la campagna elettorale procede. Sul sito della Bbc il classico Q&A di stampo anglosassone, Questions and Answers, utile per informarsi sui dati essenziali del voto: candidati, alleanze, programmi, prospettive. Dal berlinese Tagesspiegel, invece, un reportage da Belgrado. Un pronostico lo azzarda Balkan Insight, per il quale i democratici di Tadic stanno recuperando terreno sui nazionalisti (che qui vengono chiamati radicali), partiti in vantaggio, sull’onda della rabbia per l’indipendenza kosovara. Forse è anche merito delle recenti mosse di Bruxelles, come quella di facilitare il regime dei visti che oggi regola l’ingresso dei cittadini serbi nell’Unione Europea di cui parla lo Spiegel. Ansa Balcani ci ragguaglia sul tentativo delle autorità di Belgrado di istallare seggi elettorali nelle enclave serbe in Kosovo: l’Onu non osteggia ma non riconoscerà i risultati del voto.

Il voto serbo negli approfondimenti degli speciali
Per inquadrare nel contesto storico l’appuntamento elettorale serbo, ecco di seguito alcuni approfondimenti su alcune questioni aperte. Sul ruolo dell’Unione Europea un’analisi da Le Figaro. Sulle conseguenze dell’indipendenza del Kosovo un saggio di Limes, e due interventi dello studioso Charles A. Kupchan, il primo da Foreign Affairs, il secondo dal sito del Council on Foreign Relations. Di grande utilità sono gli speciali realizzati da alcuni siti-riviste specializzate sulla politica balcanica, che contengono articoli, analisi, interviste e opinioni che hanno il pregio di non essere schiacciate solo sulla stringente attualità elettorale. In italiano Osservatorio sui Balcani. In inglese Balkan Insight. In francese Courrier des Balkans.

L’Eurovision a Belgrado
Breve digressione verso il mondo dello spettacolo. L’impressione è che a Belgrado, più che sulle elezioni, siano concentrati sul prossimo appuntamento dell’Eurovision, il festival europeo della musica che quest’anno verrà ospitato proprio dalla capitale serba. E anche questo potrebbe essere considerato come un segno dei tempi moderni. La Serbia, d’altronde, si è aggiudicata con Marija Serifovic la precedente edizione e caroselli strombazzanti di auto salutarono il successo dello scorso anno: quasi più che una finale di calcio. Nei paesi dell’ex blocco est-europeo questo festival musicale, che l’Italia colpevolmente snobba da qualche tempo (ma quest’anno si recupera con sanmarinesi e svizzeri) è molto sentito. E’ comunque l’evento musicale più seguito al mondo e, assieme a improbabili motivi canori, mette in scena il meglio del trash continentale, oltre a scatenare inedite e divertenti alleanze trasversali fra i votanti. Una via di mezzo tra una serata Erasmus, una bevuta di assistenti al parlamento europeo, una gita fuori porta di studenti del Goethe Institut. Sugli schermi, dal 20 al 24 maggio. Digressione per digressione, segnaliamo un blog invece che un giornale: gli italiani che volessero seguirlo, potranno farlo sul blog di Sergio Longoni.

La Slovacchia adotta l’euro dal 2009
La zona euro si allarga. E dal primo gennaio 2009 anche la Slovacchia entrerà a farne parte. La piccola nazione centro-europea ha compiuto passi da gigante negli ultimi anni, smentendo le previsioni di chi la vedeva relegata a un ruolo marginale dopo la decisione di staccarsi da Praga. Al contrario, la Slovacchia si presenta oggi come una delle nazioni più vitali dell’ex blocco comunista al pari delle più famose Repubbliche Baltiche (ma a Tallin il riacutizzarsi dell’inflazione ha posticipato l’adozione dell’euro dal 2007 al 2011). Bratislava è divenuta il simbolo del boom economico di questi ultimi anni. Una crescita che si è accompagnata a una buona gestione dei conti pubblici e che ha favorito il risanamento del bilancio statale. Così, la Commissione Europea e la Banca Centrale certificano i progressi, valutano il rispetto dei criteri di Maastricht e danno il via libera all’ingresso nell’euro. La Slovacchia segue, nell’ordine, Slovenia, Cipro e Malta, le tre nazioni dell’allargamento del 2004 che hanno già compiuto questo passo.

Königsberg-Kaliningrad, alla ricerca della memoria perduta
Sempre delicato per la Germania il recupero del proprio passato ad est, nei territori che furono prussiani prima della seconda guerra mondiale. Un passato che oggi non viene più vissuto in luce revanscistica ma solo storica e sentimentale. Può però anche costituire, nel quadro dei nuovi orizzonti europei, un legame, un ponte fra est ed ovest. E’ il caso dell’antica Königsberg, la città natale – fra i tanti – di Emmanuel Kant. Da sessant’anni si chiama Kaliningrad e oggi è un’enclave russa all’interno dell’Unione Europea. Dopo la guerra, con l’Unione Sovietica estesa alle tre Repubbliche Baltiche, Kaliningrad era collegata alla nuova madrepatria, ma dopo la fine dell’Urss e l’indipendenza di Estonia, Lettonia e Lituania, l’antica città baltica si è venuta a trovare isolata. Il settimanale renano Rheinischer Merkur offre ai suoi lettori questo reportage che si spinge sulle tracce del passato tedesco per riconnetterlo al suo presente russo.

Calcio europeo, finali di coppa prima degli Europei
In Svizzera e Austria è ormaii tutto pronto per il fischio d’inizio dei campionati europei di calcio. Il calendario: inaugurazione a Basilea il 7 giugno, finale a Vienna il 29 giugno. Tra pochi giorni si disputano le finali delle coppe continentali per squadre: a Mosca per la Champions League Manchester United-Chelsea, praticamente una continuazione del duello che le sta opponendo in Premier League; a Manchester per la Coppa Uefa Ranger Glasgow-Zenit San Pietroburgo, con uno strano incrocio tra città e squadre che riporta il calcio russo in primo piano.

Calcio, come cambia il potere del pallone
In fase di chiusura sono anche i rispettivi campionati nazionali. Il calcio è da sempre un’interessante cartina di tornasole anche degli equilibri politici, economici e sociali del mondo (come dimostra proprio il caso dello Zenit targato Gazprom): tra il serio e il faceto, questa panoramica del football europeo a fine stagione, con le squadre che hanno già conquistato il titolo nazionale. In Spagna si conferma il Real Madrid sotto la guida del tedesco Bernd Schuster. E in Germania torna alla ribalta il Bayern Monaco di Luca Toni, che ha vinto anche la coppa nazionale. Sprint finale per il Rapid Vienna che ha superato nella volata finale il Salisburgo di Giovanni Trapattoni, trasferitosi in terra irlandese per allenare la squadra nazionale (e al quale vanno i complimenti e la stima per come si lancia alla sua età nello studio delle lingue dei paesi nei quali va ad allenare, a differenza di altri, più giovani e forse più presuntuosi, allenatori italiani). Come detto, primo atto della sfida Manchester-Chelsea in Premier League, in attesa del secondo a Mosca: testa a testa nell’ultima giornata, ma il Manchester ha una migliore differenza reti. L’esito sarà comunque noto nel momento in cui leggerete questa rubrica. Fiato sospeso in Francia, dove il Bordeaux sta rimontando sul Lyon: due giornate al termine e due punti di ritardo. E ultimi fuochi anche in Italia, dove l’Inter cerca di resistere all’ultimo ritorno della Roma.


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