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TransEuropa. Un Continente in prima pagina



[08 mar 08]
Arriba España
Quando questa rubrica verrà pubblicata, mancheranno poche ore all’apertura dei seggi in Spagna, per il rinnovo delle Coortes e del governo ma sarà forte, fortissima, l’emozione per l’ultimo attentato che ancora una volta ha insanguinato la vigilia del voto. La vittima è Isaias Carrasco, 42 anni, socialista, ex assessore del comune di Mondragon, nei Paesi Baschi. Questa volta non c’è dubbio: è stata l’Eta. Un assassinio tanto brutale (di fronte alla moglie e alla figlia) quanto vigliacco, perpetrato contro un giovane politico che non ricopriva al momento alcun incarico pubblico. Comizi finali sospesi e sfoggio di unità politica contro il rigurgito del terrorismo separatista. Ma a quattro anni dalla svolta di Zapatero nella politica contro l’Eta, questo attentato ne segna il fallimento. Quanto la Spagna voglia ancora una volta farsi condizionare dall’emozione di un attentato è tutto da vedere. Il voto assumeva già prima una sua particolare importanza dopo l’inatteso successo di José Luis Rodrìguez Zapatero, proprio sull’onda dell’attentato di matrice islamica che nel marzo 2004 insanguinò Madrid. Per seguire in tempo reale l’evoluzione della situazione spagnola, vi rimandiamo agli speciali di quattro quotidiani spagnoli
di differente orientamento politico e di diversa estrazione geografica: El Pais, El Mundo, ABC, La Vanguardia. Troverete tutte le inchieste, le interviste, le analisi in vista del voto. E potete utilizzare questi stessi link per seguire in diretta nella giornata di domenica votazioni e risultati finali. Uno sguardo dall’esterno sulla realtà spagnola e sulle prospettive del nuovo governo è quello che invece ci offre l’Economist, che in un secondo articolo analizza la sempre turbolenta questione regionale e le prospettive (di ago della bilancia) dei partiti autonomisti, quello catalano e quello basco.

Il futuro della diarchia di Mosca
Ora che le elezioni sono passate,  il mondo si chiede come sarà la Russia della diarchia Medvedev-Putin. Prevale certo l’impressione che, almeno nei primi tempi, la continuità sarà la linea guida della non troppo strana coppia (The St. Petesburg Times). Ma anche la consapevolezza che qualcosa si è messo in movimento nel grande corpaccione della politica russa e che anche i sodalizi più solidi, in politica, sono destinati ad alterarsi nel momento in cui gli equilibri mutano. Ora che i ledaer dei Paesi occidentali si preparano a fare la diretta conoscenza di Dmitry Medvedev, mister Gazprom, l’atteggiamento – corretto o sbagliato che sia – è quello di capire, più che di giudicare. E’ quello che racconta Olaf Koens su Russia Profile, offrendoci un primo orizzonte generale sugli umori delle cancellerie europee. Mentre la stessa rivista ci offre un punto di vista differente sulla campagna elettorale (e dunque sulla situazione politica russa) che non mancherà di far discutere. Così come questo reportage su cosa si muove dietro le quinte del gigante dell’energia Gazprom.

Torna il sereno sull’asse Parigi-Berlino
Venti di pace, almeno per il momento, tra Germania e Francia sul fronte dell’Unione mediterranea, il progetto avanzato dal presidente francese Nicolas Sarkozy e apertamente osteggiato dalla cancelliera Angela Merkel. Ne avevamo parlato la scorsa settimana, evidenziando come questa frizione fosse solo una delle tante che hanno deteriorato l’asse franco-tedesco, nonostante la vicinanza ideologica (ma non caratteriale) dei leader oggi a capo dei due Paesi. Merkel e Sarkozy si sono incontrati all’inizio della settimana, al margine del Cebit, la fiera internazionale della tecnologia in corso ad Hannover, appianando almeno su questa questione i contrasti. I termini dell’accordo visti da Parigi (Le Figaro) e Monaco (Süddeutsche Zeitung). Tutto bene, dunque, fino al prossimo screzio.

Macedonia? No, grazie
Non c’è verso, invece, di allentare la tensione fra Grecia e Macedonia, neppure quando in ballo ci sono gli interessi della Nato. Il nome del piccolo Paese balcanico non viene riconosciuto da Atene, che insiste sul fatto che quel nome – Macedonia appunto – appartiene alla storia e alla tradizione ellenica, indica la regione più settentrionale della Grecia e non può essere “espropriato” da un’altra nazione. La storia prosegue ormai da oltre un decennio, il Paese balcanico viene indicato sulle mappe ufficiali dell’Unione Europea con il curioso acronimo Fyrom (a causa del veto greco) e la querelle, come ci racconta la Bbc, prosegue anche in questi giorni.

Irlanda del Nord, l’addio del Reverendo
A Belfast lascia il posto di primo ministro uno dei politici più controversi della storia nord-irlandese, il reverendo Ian Paisley. Il britannico Telegraph ne racconta la lunga carriera politica ricca di contraddizioni, colpi di scena, estremismi e sorprese.

Eni e Hugo, affari nel segno del realismo
Approfondimenti del quotidiano finanziario inglese Financial Times sull’accordo concluso una settimana fa tra l’italiana Eni e Hugo Chàvez per un investimento di 4 bilioni di dollari nel settore energetico. Il giornale britannico evidenzia come l’impegno dell’azienda italiana rappresenti l’investimento più consistente di un’impresa occidentale da quando Chàvez ha conquistato il potere e segni la graduale ripresa dei rapporti internazionali con il regime venezuelano. Ma ricorda allo stesso tempo che non tutte le aziende ritengono di dover concludere affari con il bizzarro populista sudamericano. A Roma, evidentemente, non si fanno troppi scrupoli: meglio cooperare piuttosto che litigare, anche perché gli sviluppi dell’accordo appaiono estremamente vantaggiosi per entrambi i contraenti. Ricordando le polemiche scoppiate in Italia ai tempi degli accordi con la Gazprom russa, pare quantomeno singolare il sostanziale silenzio sull’argomento di questi giorni.

Movimenti automobilistici
Restando in campo economico, mentre in Italia il mercato automobilistico registra la brusca frenata della Fiat negli ordinativi di febbraio, in Europa si registra grande movimento. Sull’acquisto di Volskwagen da parte di Porsche ha scritto su Ideazione in settimana Giovanni Boggero. La società di Wolfsburg aveva tuttavia lunedì scorso acquistato il pacchetto di maggioranza della compagnia svedese Scania, specializzata nella costruzione di camion e tir. I dettagli ancora sul Financial Times.

I dolori dell’anziano Martin Walser
I libri di Martin Walser sono, da sempre, uno degli eventi classici della scena letteraria tedesca. Ma questa volta l’attesa è stata ancora più grande, perché Walser si è misurato con la riflessione su uno dei momenti più delicati della biografia di un mostro sacro della letteratura tedesca ed europea: Johann Wolfgang Goethe. L’innamoramento in tarda età (a 73 anni) del genio tedesco per la diciannovenne Ulrike von Levetzow, nello scenario termale di Marienbad. Titolo del libro: Ein liebender Mann, un uomo che ama. Il settimanale renano Rheiniscer Merkur ha intervistato Martin Walser, interrogandolo a trecentosessanta gradi sui temi della vecchiaia, dell’amore fra esseri umani di generazioni differenti, fino a scivolare sul terreno della politica dove Walser si spinge a evidenziare la necessità della presenza nella politica tedesca della Linke, la formazione della sinistra radicale che sta paralizzando la Repubblica di Berlino.

E non indurci in tentazione
Chiudiamo la rubrica di questa settimana con una gustosa storiella di cronaca proveniente dalla cattolicissima cittadina bavarese di Würzburg. Dove un monaco benedettino del monastero di Maria Laach è stato arrestato dalla polizia per aver rubato un film pornografico in un sexy-shop. Il monaco, cinquantenne, svolge la sua attività a stretto contatto con i giovani, dei quali è confidente (in tedesco il suo compito suona particolarmente impegnativo, “Jugendseelsorger”). Inevitabile la perquisizione domiciliare: il monaco era un vero e proprio appassionato del genere e conservava nel suo alloggio oltre 40 dvd dal contenuto inequivocabile. Presumibilmente, tutti rubati. Così i peccati da confessare sono due. Moltiplicati per quaranta. Fanno almeno ottanta Ave Maria.



Pdl, liberali e rassicuranti
di Daniele Capezzone



Knut, Berlino e l'identità leggera
di Pierluigi Mennitti



Una nuova Bretton Woods per i cambi

di Massimo Lo Cicero



Cuneesi in vetta senza rum
di Barbara Mennitti



Verdone, il passato che non torna
di Domenico Naso



Giovanardi: "Il Pdl diventa repubblica"
di Stefano Caliciuri


Le riflessioni di un filosofo
sul mondo che cambia.

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Un occhio indiscreto e dissacrante nei Palazzi del potere.
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