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TransEuropa. Un Continente in prima pagina



[01mar 08]
Da questa settimana, Trans Europa Press vi accompagnerà nella lettura dei giornali europei. Sarà una rassegna stampa senza un filo conduttore tematico preciso. Spazieremo dalla società alla politica, alla cultura e all'economia, privilegiando gli spunti originali e le notizie che raramente attirano l'attenzione della stampa tradizionale. Viaggeremo tra internet e la carta stampata, dai quotidiani alle riviste, dal Nord Europa al Mediterraneo, con l'ambizione di arricchire il panorama informativo italiano di uno strumento utile per conoscere e comprendere meglio quei paesi che ormai condividono con l'Italia uno spazio umano, culturale e politico comune.

Germania. La Merkel racconta il Sessantotto degli altri
Dalla Germania, e in particolare dal magazine allegato al quotidiano bavarese Süddeutsche Zeitung, giunge un vero e proprio scoop continentale, che rompe con la ripetitività della catena di celebrazioni del Sessantotto. La cancelliera Angela Merkel racconta per la prima volta il suo Sessantotto, vissuto dall'altra parte del Muro e le impressioni e le notizie che giungevano in quella parte d'Europa apparentemente impermeabile al vento di ribellione che scuoteva le capitali occidentali. Lei, ragazza appena quattordicenne, scava nella memoria e riporta alla luce i ricordi di un'adolescente emozionata dagli eventi della primavera di Praga, che segnò il punto più alto del Sessantotto degli altri, quello che nel cuore di un'Europa divisa lottava contro l'autoritarismo e il totalitarismo di marca comunista. La cancelliera ricorda inoltre come il movimento studentesco di quell'anno abbia in qualche modo costituito il primo vero movimento globale di protesta: merito anche del benessere diffuso – sostiene – che consentì a quella generazione di non focalizzare più le proprie esigenze sulla ricostruzione post-bellica. Il Sessantotto europeo è in qualche modo figlio dei successi economici della generazione precedente che aveva ricostruito l'Europa dalle macerie. Essi avevano il privilegio di poter pensare ad altro.

Ucraina. Luci e ombre del boom economico
Torna in primo piano un Paese cui abbiamo dedicato alcuni reportage nei mesi passati, in occasione delle elezioni politiche: l'Ucraina. Avevamo avuto modo, tra un dibattito politico e l'altro, di raccontarvi l'altra faccia del Paese, quella dell'economia in impetuosa crescita, un mercato di tutto rispetto collocato a cavallo tra quello russo e quello europeo. La rivista Transition Online descrive lo sviluppo economico del Paese attraverso un lungo racconto dal mercato di Troyeshchyna, il vivace e variopinto bazar alle porte di Kiev dove transitano ogni giorno merci, compratori e venditori provenienti dai due continenti, quello asiatico e quello europeo. Boom economico, all'ombra dei grandi monopoli imprenditoriali, che attira da un lato le grandi banche europee (tedesche in particolare) dall'altro il piccolo mercato quotidiano e un numero impressionante di immigranti che considerano ormai l'Ucraina l'anticamera dell'agognata Europa. Così il Paese si trova di fronte due problemi opposti: l'emigrazione verso Ovest o verso Mosca dei suoi cittadini, alla ricerca di salari migliori, e l'arrivo di manodopera a basso costo proveniente dal Caucaso e dall'Asia centrale e meridionale. Una globalizzazione che si muove dal basso e nella quale prosperano sia il mercato legale che quello illegale.

Polonia. I primi cento giorni di Donald Tusk
Rimanendo ad Est, il settimanale francese Courrier International riporta un sondaggio pubblicato dal quotidiano polacco Gazeta Wyborcza nel quale il Partito liberale del premier Donald Tusk raggiunge il consenso del 52 per cento dei cittadini, lasciando il partito dei gemelli Kazcynski al 24 per cento. Tusk non poteva festeggiare meglio i suoi primi cento giorni, rintuzzando così le critiche che gli ambienti della destra identitaria avevano cominciato a lanciare dai loro giornali. Il quotidiano conservatore Rzeczpospolita in particolare, la cui posizione si avvicina di settimana in settimana a quella del partito Giustizia e Libertà, s'incarica di rappresentare le critiche che da destra piovono sul nuovo esecutivo, accusato di non mantenere le promesse fatte in campagna elettorale e di preoccuparsi soltanto di controbattere verbalmente quel che sostiene l'opposizione. Tusk, di rimando, oltre ad incassare il lusinghiero sondaggio, incassa anche il giudizio positivo di un esponente di spicco del partito dei gemelli, l'ex premier Kazimierz Marcinkiewicz: “Tusk ha riportato la Polonia in Europa”, attraverso il rasserenamento dei rapporti con i due vicini, Russia e Germania.

Francia. Il Mediterraneo agitato di Sarkozy
Momenti difficili per il presidente francese Sarkozy, che dopo le tormentate vicende private non riesce ancora a ritrovare il bandolo della matassa politica. L'Economist descrive le difficoltà che ora incontra una delle linee guida della nuova politica estera francese, ovvero il progetto per il Mediterraneo. Il sarcasmo del titolo dell’articolo – Club Med –  è tutta farina del fiele britannico, ma i fatti sono inoppugnabili. Il progetto era partito ambizioso e rivoluzionario, e sembrava aver aggregato l’entusiastico appoggio di Spagna e Italia. Poi sono arrivati i distinguo. Di tipo pragmatico da Londra: che bisogno c’è di un nuovo progetto mediterraneo se esiste già il processo di Barcellona? Di tipo politico da Berlino: non è proprio il caso che alcuni Paesi europei si inventino politiche regionali autonome rispetto a quelle dell’Unione Europea. I tedeschi, in particolare, non apprezzano il volitivo e confuso pragmatismo di Sarkozy e i rapporti reciproci fra i due Paesi sono precipitati dopo le iniziali simpatie fra la Merkel e Sarkozy. L’asse franco-tedesco pare in realtà un roseto pieno di spine. Parigi vuole andare avanti e programma un primo incontro fra i Paesi rivieraschi per luglio, alla vigilia della presidenza francese dell’Ue. Ma intanto le ambizioni sono ridimensionate: uno degli obiettivi sarebbe ripulire le acque del Mediterraneo. Non proprio un progetto geopolitico.

Francia. Mon père m’a dit
Restiamo in Francia e in casa Sarkozy. Il figlio del presidente, Jean, 21 anni, si candida alle cantonali di Neuilly. C’è una sorta di complesso paterno in questa scelta. Stesso il partito, l’Ump, stesso il luogo dell’esordio, il comune di Neuilly. Nicolas venne eletto in consiglio a 22 anni, suo figlio Jean ne ha uno di meno. Stesso piglio nel tono di voce, stessa capigliatura sbarazzina di quando suo padre aveva la sua età. Lo ha intervistato il quotidiano parigino Le Figaro. Lui, appassionato di teatro e recitazione drammatica, dichiara che continuerà a studiare diritto e che farà di tutto per aiutare la sua città. Alla domanda sui rischi di una monarchia elettiva, ribatte: “Je ne comprends pas”.

Gente di Dublino
In tema di viaggi, e approfittando del week-end e delle tante opportunità che le compagnie aeree low cost consentono, questa settimana ci facciamo condurre dal quotidiano inglese The Guardian in Irlanda. E precisamente a Dublino. La corrispondente del giornale prima ci accompagna alla scoperta delle ultime novità della capitale irlandese e poi ci consiglia un pub dal nome particolare, il Bernard Shaw: birra e spuntini, l’immancabile tavolo da biliardo e una enorme sala per fumatori, che di questi tempi è sempre più una rarità. L’atmosfera è frizzante, il consiglio è riservato soprattutto al pubblico giovanile.



Pdl, liberali e rassicuranti
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Un occhio indiscreto e dissacrante nei Palazzi del potere.
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