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ECCO LA SQUADRA DEL QUARTO GOVERNO BERLUSCONI
Ventitré persone in tutto: comincia con un record l'avventura del nuovo governo di centrodestra. Il segnale è chiaro: al lavoro, senza perdite di tempo.
di STEFANO CALICIURI

[08 mag 08] Nel sentire la lista dei ministri del quarto governo Berlusconi, il fotografo ufficiale del Colle avrà certamente tirato un sospiro di sollievo. Questa volta non avrà problemi a ritrarli tutti quanti all’interno dell’obiettivo: niente grandangolo e spazio tra una persona e l’altra. Proprio come si conviene per una fotografia professionale. Ventitré persone in tutto: un numero così esiguo in Italia non si era mai visto. Silvio Berlusconi, accettando sin da subito e senza riserve il mandato assegnatogli dal Presidente della Repubblica, ha voluto dare un segnale chiaro di come intenda interpretare il mandato: niente perdite di tempo, velocità e sicurezza negli interventi. Anche per questo non ci sono personalità emergenti, ma tutte persone di esperienza e notorietà. Nessun tecnico, quattro donne (due senza portafoglio), la Lombardia è la regione più rappresentata (nove ministri) a cui seguono Veneto Lazio, Sicilia e Campania (tre ciascuno), la Toscana (due), uno solo per Puglia e Liguria. Dopo l’abbuffata prodiana, il Piemonte rimane fuori da palazzo Chigi. Di particolare importanza sarà il ruolo di Gianni Letta che, non a caso, pur non essendo previsto dal protocollo, Silvio Berlusconi in fase di conferenza stampa ha citato ancor prima dei ministri, annunciando che diventerà segretario della Presidenza. Per Letta senior, dunque, si annuncia un ruolo di primissimo piano, secondo soltanto al premier. E forse, l’incoronazione a suo successore predestinato.

Nessuna sorpresa nei ministeri “pesanti”. All’asse del nord, Tremonti-Maroni, spetteranno i compiti più ardui, quelli cioè che riguardano, secondo gli italiani, le priorità del momento: far quadrare il bilancio familiare sino alla fine del mese e garantire la sicurezza in tutte le città. Franco Frattini tornerà alla Farnesina dopo quasi quattro anni trascorsi sugli scranni dell’Unione europea. Nei prossimi giorni probabilmente Adolfo Urso sarà nominato suo viceministro, con delega al Commercio con l’estero. L’unico nodo che è stato sciolto proprio nella mattinata di ieri riguardava il ministero della Giustizia che alla fine è andato ad Angelino Alfano. Avvocato neppure quarantenne, siciliano, è forse l’uomo su cui sono puntati maggiormente i riflettori dell’attenzione mediatica. Persona di fiducia del Cavaliere, dovrà intervenire sulla riforma dell’ordinamento giudiziario col pugno di ferro, altrimenti, come già si sussurra nei corridoi di via Arenula, “se lo mangeranno”. Ad Ignazio La Russa, altro siciliano doc, spetterà gestire l’apparato militare e di difesa, un dicastero al quale Alleanza nazionale teneva in maniera particolare. Giorgia Meloni, 31 anni, diventa invece il più giovane ministro nella storia della Repubblica, dovendosi occupare proprio di Politiche giovanili. Una nomina che probabilmente andrà a modificare anche gli assetti all’interno del coordinamento giovanile del Pdl, accelerando la formazione di un unico soggetto rappresentativo, i Giovani per la Libertà, che nascerà dalla confluenza di Forza Italia Giovani ed Azione Giovani.

Al ligure Claudio Scajola toccherà invece occuparsi di sviluppo economico, mentre al trevigiano Luca Zaia di agricoltura e politiche forestali. Stefania Prestigiacomo torna al governo e, dopo aver maturato l’esperienza alle Pari opportunità, si occuperà ora di Ambiente. Ministero “soffiato” alla collega Michela Vittoria Brambilla a cui però il neo ministro al Lavoro, Maurizio Sacconi, dovrebbe lasciare la delega di viceministro alla Sanità. L’Istruzione e la Ricerca saranno appannaggio di Mariastella Gelmini, 35 anni, già giovanissima coordinatrice regionale lombarda di Forza Italia. L’ex coordinatore nazionale azzurro, Sandro Bondi ha avuto la delega ai Beni Culturali, mentre Paolo Bonaiuti farà probabilmente parte della lista di sottosegretari che entreranno in carica lunedì prossimo. Le Politiche comunitarie sono state assegnate ad Andrea Ronchi, mentre quelle regionali al pugliese Raffaele Fitto; Elio Vito manterrà i rapporti con il Parlamento, Roberto Calderoni dovrà invece intervenire sulla semplificazione legislativa, impegnandosi di accorpare, eliminare o ridurre il numero dei testi di legge. Concludono la lista Mara Cafagna alle Pari opportunità, Gianfranco Rotondi agli Affari sociali e Renato Brunetta alla Funzione pubblica.


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