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[04 mar 08]

Gaza, per fare la pace bisogna essere in due

Centinaia di morti e di feriti nella striscia di Gaza sono il risultato della reazione israeliana  a cinquanta missili sparati su Israele. Non solo i palestinesi, ma molti occidentali hanno giudicato questa reazione “eccessiva”. Giudizio del tutto analogo a quello che molti magistrati portano sulla legittima difesa. Eccessiva rispetto a che cosa? Forse a un’eguaglianza aritmetica, come quella della legge del taglione: “occhio per occhio, dente per dente”. Ma la legge del taglione era destinata a commisurare al delitto la pena, per evitare che fosse troppo grave. Commisurare la difesa all’offesa è molto più difficile. Può darsi benissimo che la reazione a un’offesa subita, o anche solo temuta, sia ben più grave di quello che sarebbe una pena. Spesso la difesa più efficace sta nel prevenire, come nel caso delle malattie. Se poi il danno subito è già grave, a mali estremi, estremi rimedi.

Da entrambe le parti si mette in rilievo che tra le vittime vi sono anche donne e soprattutto bambini. Senza dubbio dirigere gli atti di guerra solo contro i combattenti è una conquista di civiltà: ma né i missili né le bombe sono così “intelligenti” da distinguere il sesso e l’età. Se i civili sono mescolati ai combattenti è inevitabile che ne corrano gli stessi pericoli. Può darsi che all’Onu qualcuno si lasci intenerire dalla debolezza dei palestinesi e non tenga conto delle fanfaronate degli ayatollah. Ma se una parte è più debole, sta a lei pensarci prima di scatenare un conflitto; e non c’è agenzia internazionale che possa impedire a chi è attaccato di difendersi da un attacco proditorio.

Il comportamento dei palestinesi non serve a loro, ma solo a chi non vuole la pace (e, del resto, lo dichiara). La pace è il bene politico supremo, ma non si deve dimenticare il messaggio che Salazar (per tanti aspetti l’ultimo degli europei, almeno al maschile: tra le donne c’è la Thatcher) mandò a Pandit Nehru che aveva invaso Goa, difesa solo dagli indiani di Goa, perché agli aerei portoghesi nessuno concedette uno scalo intermedio: “Per fare la guerra basta uno, ma per fare la pace occorre essere in due”.


 

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