Pd, polemiche in Veneto e Campania
Pdl, alla Camera Fiona May

[04 mar 08] Il Partito democratico presenta le liste ed è polemica. Veltroni è stato attaccato pesantemente soprattutto dalla segreteria casertana: il coordinatore provinciale si è dimesso dalla carica in segno di protesta per la mancanza di esponenti territoriali nelle liste. Sandro De Franciscis non ha timore nello spiegare che “nelle liste campane sono presenti due rappresentanti della provincia di Benevento, un numeroso gruppo da Salerno e nessuno di Caserta. È una vergogna, evidentemente il Pd non ha bisogno dei voti casertani”. Il capolista alla Camera in Campania è Massimo D’Alema, uno “scherzetto” non da poco per il ministro degli Esteri che, accanto al suo storico scranno pugliese, dovrà ora rispondere direttamente della questione rifiuti. E come prima mossa difende il governatore Bassolino. “Se la situazione è degenerata non è certo colpa di Antonio”, avrebbe commentato ieri a microfoni spenti durante una visita a Roma all’associazione della Stampa estera.

Polemica anche per la candidatura di Massimo Calearo, presidente di Federmeccanica nel Veneto. Critiche a pioggia sia dal centrodestra (“Ha sempre votato Forza Italia, aveva perfino la suoneria del cellulare con l’inno azzurro”), sia dalla sinistra Arcobaleno. Fausto Bertinotti lo definisce un “falco degli industriali”. In occasione del discorso di insediamento al vertice di Federmeccanica, oltre a questione puramente organizzative, Massimo Calearo aveva toccato anche i temi politici, soprattutto sul fronte dei rapporti tra istituzioni e rappresentanti di categoria: “Una condizione necessaria è che la politica, quella politicante, con la “p” minuscola, stia fuori dalle relazioni tra le parti sociali e che le parti sociali stiano fuori dalla politica. Se il Parlamento, nella sua sovranità, promulga una legge, noi abbiamo il dovere di rispettarla, magari ricercando soluzioni convergenti per la sua applicazione concreta e per un governo condiviso della materia, ma non è possibile pretendere la sua non applicazione perché non ci piace; non è lecito imporre alla controparte, attraverso il conflitto, la non applicazione di una legge dello Stato”. E ancora, sulla Legge Biagi: “E’ un ottimo esempio: lì sono contenute importanti misure di modernizzazione del mercato del lavoro e viene lasciato alle parti sociali ampio spazio per l'adattamento alle singole realtà aziendali o categoriali”. Parole che pesano. E di cui, prima lo stesso Calearo, e di riflesso Walter Veltroni, dovranno certamente tener conto in caso di sconfitta elettorale.

Le liste del Popolo della Libertà sono ancora in alto mare: le varie componenti della coalizione sono impegnate in un incessante lavorio diplomatico per ottenere il numero massimo di candidati possibili. I Circoli della Libertà capeggiati da Michela Vittoria Brambilla in queste ore dovrebbero sciogliere la riserva sui tre deputati e sul senatore che dovranno nominare. Oltre alla rossa quarantenne, l’unico a cui è stata data la certezza dell’elezione è Massimo Nicolucci, imprenditore napoletano, al quale sarebbe stata assegnata la posizione numero nove in Campania. Tra le novità dell’ultimo momento, di rilievo anche la candidatura in Toscana di Fiona May, campionessa di salto in lungo. L’ex olimpionica sarebbe la prima persona di colore a sedere nel Parlamento italiano. (ste. cal.)