Questo sito è ottimizzato
per Internet Explorer.

(c) Ideazione.com 2008
Direttore responsabile: Barbara Mennitti
aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa
Redazione: piazza Sant'Andrea della Valle, 6 - 00186 Roma
Tel: 0668135132 - 066872777 - Fax: 0668135134
Email: redazione@ideazione.com

E in Germania è guerra sui biocarburanti

di GIOVANNI BOGGERO

[08 mag 08] “All’inizio pareva un sogno! Non dovevi cambiare l’auto né tantomeno le abitudini e invece di usare la solita benzina facevi il pieno con qualcosa di diverso”, il tutto risparmiando e facendo pure del bene all’ambiente. Insomma, il bengodi. Peccato che le cose siano andate diversamente e lo stesso ecologista Dietmar Oeliger, intervistato l’altro giorno dall’emittente televisiva Deutsche Welle, abbia sconsolatamente dovuto prenderne atto. I biocarburanti, di questo si sta parlando, sono infatti ormai da alcune settimane sul banco degli imputati per le loro responsabilità nella grave crisi alimentare che sta attanagliando le sorti di molti Paesi del terzo mondo, nei quali centinaia di milioni di persone vivono con meno di un dollaro al giorno e, proprio a causa del rialzo dei prezzi delle materie prime, rischiano ora di morire di stenti. Oltre a ragioni di carattere climatico e strutturale - la forte siccità in Australia e l’incremento della domanda dovuto all’uscita dalla povertà di molti indiani e cinesi - all’origine del fenomeno vi sono anche motivi di ordine politico, riassumibili essenzialmente nelle tendenze neo-protezionistiche dei Paesi ricchi e nei loro buoni propositi di difesa della salute del pianeta.

Ad essersi accorto di quanto inique fossero le massicce misure volte all’incentivazione delle piantagioni per la produzione di biofuels è stato per primo il ministro dell’Ambiente tedesco, Sigmar Gabriel (Spd), che nelle scorse settimane, su pressione di alcuni gruppi ambientalisti, tra i quali la stessa Greenpeace, aveva implicitamente invitato l’Unione Europea alla revisione dell’obiettivo teso a portare al 10 per cento la quota di biocarburanti utilizzata nel trasporto. “Piuttosto- ha chiarito- spostiamone la produzione qui in Europa, ma finiamola di disboscare altrove”. Dello stesso avviso l’Agenzia europea per l’ambiente, il cui comitato, composto da 20 scienziati, ha chiesto la temporanea sospensione del programma, in attesa della pubblicazione di studi più affidabili sul tema. Di parere opposto, invece, il fronte conservatore della Cdu/Csu, secondo cui sono state le pessime politiche agricole varate in sede europea nonché il cambiamento delle abitudini alimentari ad aver realmente influito sul generale aumento dei prezzi dei beni di consumo qua e là per il mondo. La cancelliera Angela Merkel, ormai da tempo ribattezzata Klimakanzlerin, ha recentemente colto l’occasione per difendere a spada tratta il target fissato dall’Unione Europea e più in generale lo sdoganamento dei biocarburanti, settore di cui la Germania è l’indiscusso leader europeo. Sulla stessa linea il ministro delle Risorse agricole, il cristiano sociale Horst Seehofer, secondo il quale i biofuels non devono diventare il capro espiatorio delle attuali difficoltà, alle quali è necessario porre rimedio innanzitutto attraverso la rimozione dei vincoli che a livello europeo impediscono la coltivazione di migliaia di ettari di terreno.

Opinione, quella sulla benzina pulita, largamente condivisa dalla Commissione, la quale fa sapere di non avere alcuna intenzione di recedere dai propri intenti originari. “D’altronde- soggiunge Stavros Dimas, commissario europeo all’Ambiente- il problema non sta tanto nei biocarburanti in sé, bensì in quale tipo di biocarburanti si intende utilizzare”. Se è certamente vero che, come ha recentemente sostenuto l’Ocse in un suo dettagliato rapporto, per molte biomasse il gioco non vale la candela, ovvero che “se si prende in considerazione l’intero processo produttivo, l’uso della terra, l’acqua, i fertilizzanti, eccetera, i biocarburanti non hanno minimamente l’effetto di ridurre la quantità di emissioni di gas serra”, è altrettanto vero che esistono dei biofuels di seconda generazione apparentemente più efficienti, per ottenere i quali non sembra affatto necessario affamare il terzo mondo. Ad essersi specializzato in questo settore emergente è la Choren Industries, società attiva in quel di Dresda; anziché usare colza, grano o mais, l’impresa tratta i residui del legno e da essi ricava il Sun Diesel, un carburante pulito nonché, come va di moda dire oggi, equo e sostenibile.

Esso potrebbe infatti costituire una possibile soluzione ai problemi che la Germania dovrà presto affrontare per ottemperare ai criteri imposti, ancora una volta dall’Ue, in tema di gas serra. Per riuscire nell’impresa di ridurre a 120 grammi per chilometro l’emissione di Co2 delle auto tedesche, notoriamente quelle a più grossa cilindrata, il ministero dell’Ambiente aveva chiesto di innalzare la percentuale di bio-etanolo dal 5 al 10 per cento nella benzina super. Neanche sei mesi dopo, Gabriel è dovuto non soltanto tornare sui suoi passi, ma addirittura convincersi della pericolosità di un progetto che avrebbe condannato tre milioni di automobilisti europei a non potersi rifornire di Biosprit, la marca del carburante ecologico in questione. Eppure Gabriel non è che l’ultima di una lunga serie di vittime cadute sotto gli strali dell’ambientalismo a senso unico.

 

 


Le riflessioni di un filosofo
sul mondo che cambia.

_____________

Un occhio indiscreto e dissacrante nei Palazzi del potere.
_____________

_____________
IL POST

I migliori post del giorno selezionati dai blog di Ideazione.

_____________
IDEAZIONE DOSSIER
Analisi, approfondimenti
e reportage.

IDEAZIONE VINTAGE
Il meglio dei primi quattordici anni della rivista bimestrale.
_____________
I BLOG DI IDEAZIONE

---

---

---

---



Più Balladur
e meno Attali

di Daniele Capezzone



In viaggio da Berlino a Bonn
di Pierluigi Mennitti



Gli anglosassoni e la globalizzazione

di Massimo Lo Cicero



Lesbo sul piede
di guerra

di Barbara Mennitti



Salviamo la festa del cinema di Roma
di Domenico Naso



Marco Casella, l'importanza della politica estera
di Stefano Caliciuri