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L'ambizioso realismo del programma del Pdl

[29 feb 08]
Breve e coerente. Sono questi gli attributi fondamentali con cui descrivere il programma del Pdl presentato oggi da Silvio Berlusconi. Dodici pagine, sette missioni, nessun miracolo e una sola promessa: “Non metteremo mai le mani nelle tasche degli italiani e abbasseremo la pressione fiscale sotto il 40 per cento del Pil”. Il Cavaliere torna a puntare sulla pressione fiscale, conscio com’è che per gli italiani è questo il punto dirimente nella scelta della coalizione da votare il 13 e 14 aprile. Ma il leader del Pdl ha voluto anche precisare che gli italiani non devono aspettarsi miracoli, considerata la situazione attuale del nostro Paese.

Il programma del Popolo della Libertà, dicevamo, è articolato in  sette “missioni”: rilanciare lo sviluppo; sostenere la famiglia; più sicurezza, più giustizia; i servizi ai cittadini; il Sud; il federalismo; un piano straordinario di finanza pubblica. Tornano i cavalli di battaglia del 2006, come l’abolizione dell’Ici sulla prima casa e una graduale detassazione di tredicesime e straordinari, ma vengono proposte anche nuove iniziative. Su tutte il versamento dell’Iva posticipato al reale incasso della fattura (a conferma che il popolo delle partite Iva rimane la vera anima del centrodestra e del Paese), un rilancio deciso e convinto del nucleare come fonte di energia, un piano di edilizia per giovani e famiglie che non possiedono una casa e un periodo di no tax assoluto per giovani che iniziano attività imprenditoriali.

Tutto improntato al rilancio e alla ripresa, dunque, il primo programma elettorale del partito unico del centrodestra. Un progetto ambizioso ma realista, senza ammiccamenti a imprese impossibili in un periodo in cui l’Italia non può permettersi passi più lunghi della gamba. Berlusconi, Fini e Bossi sembrano averlo capito. Sicuramente più di Veltroni, che ha presentato una programma-fotocopia degli obiettivi tradizionali del centrodestra, promettendo mari e monti in una congiuntura economica che non lascia spazio a imprese (irrealizzabili) di questo tipo.

Dopo anni di critiche alle promesse esagerate di Berlusconi, ora sembra davvero che i ruoli si siano invertiti. Il centrodestra ha presentato un programma coerente con il passato e realistico, pur nello slancio ambizioso; il Pd (e le sue protesi radicali e dipietriste) ha invece deciso di copiare in maniera così spudorata che, in un eccesso di zelo, ha fortemente esagerato. Chissà se i mainstream media se ne sono accorti e se parleranno anche stavolta di proclami irrealizzabili da campagna elettorale. (red)



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