Riflessione polemica sul prossimo Parlamento
di STEFANO CALICIURI

[12 mar 08] Ormai i giochi sono i fatti. A liste scoperte sono chiari anche i nomi che andranno a comporre il prossimo Parlamento della Repubblica Italiana. Se i sondaggi hanno ragione, la maggioranza alla Camera sarà appannaggio del Popolo della libertà che, a parte i soliti noti, alla Camera potrebbe essere rappresentato anche da un piccolo esercito di new entry. Per lo più giovani ragazze under 30 reclutate direttamente da Silvio Berlusconi.

Stessa reazione l’ha avuta anche Guido Crosetto, coordinatore piemontese, che in queste ore è impegnato a fornire non poche spiegazione ai militanti regionali del partito. Su tutti Roberto Marmo, presidente dimissionario della provincia di Asti: è stato candidato all’inutile posizione numero 15 della lista della Camera nella seconda circoscrizione. E ancora: come spiegare l’inserimento in posizione blindata di Manuela Repetti, consigliera comunale di Novi Ligure? E’ stata inserita addirittura prima di un’altra donna, Caterina Ferrero, già assessore regionale, già capace di raccogliere migliaia di preferenze personali. Si potrebbe avere gioco facile nel sostenere che anche Veltroni ha candidato giovani ragazze solo per una questione di restyling del partito. Però si tratta di una magra consolazione per chi aveva aspramente criticato le liste del Pd e si aspettava un criterio diverso e più meritocratico per le candidature del Pdl.

Il problema sta tutto nella legge elettorale. Sembra però che, nonostante le dichiarazioni d’intenti, ai vertici politici di tutti i partiti possa andare bene così com’è. Perché rischiare di trovarsi con un Parlamento composto magari da persone competenti in grado di ribattere al governo? Non è forse meglio garantirsi i voti in aula attraverso l’amicizia e la fedeltà? D’altronde se decine di homines novi (anzi, feminae novae) avranno la possibilità di sedere sullo scranno che già fu di Giolitti, De Gasperi, Berlinguer, Craxi, Almirante, dovranno pur dimostrare in qualche modo la loro riconoscenza. La mancanza di formazione e di istruzione politica è la più misera eredità degli anni Novanta. Insieme alle ideologie ed alle cortine, alle falci e agli scudi (crociati e non), sono crollati anche i muri portanti dei luoghi del dibattito, quelle tanto vituperate sezioni dove si dibatteva, ci si scontrava ma alla fine si raggiungeva sempre una sintesi politica. Non a caso si chiamavano militanti. Oggi non esistono più. Come scrive oggi Lino Jannuzzi sul Riformista, in queste circostanze è più utile avere in Parlamento schiere di soldatini inquadrati, pezzi di fanteria con autonomia limitata. Quasi certamente il Popolo della libertà vincerà le elezioni, forse scopriremo qualche volto nuovo e qualche competenza sino ad ora rimasta nascosta, probabilmente i giornali camperanno per almeno due anni sui nuovi profili e sui curricula dei neo-eletti. Proprio oggi Filippo Facci, anche lui sul Riformista, si chiede: “Che schifo. E adesso come li voto?”. Gli auguriamo di trovare una risposta.

In merito a questo articolo, riceviamo la richiesta di pubblicare quanto segue:

"La Dr.ssa Barbara Mannucci, candidata alla Camera dei Deputati nella lista del Popolo della Libertà, dopo la maturità classica ottenuta presso l'Istituto Massimiliano Massimo in Roma, ha conseguito la laurea a pieni voti in Lettere/Dams presso l'Università degli Studi di RomaTre. Durante il periodo universitario, nel 2000 e nel 2002, è risultata vincitrice di due borse di studio per merito. Dal 2006 è Responsabile dell'Area Comunicazione dell'Associazione Culturale "Il Circolo Giovani - Roma Capitale". Nel 2006 è stata nominata dal Presidente Nazionale dei Circoli del Buongoverno, Sen. Marcello Dell'Utri, Presidente del Circolo Roma Eur. Dal 2002 al 2007 ha svolto funzioni di consulente ed addetto all'Ufficio Stampa del Capogruppo di Forza Italia, Pasquale Calzetta (Municipio XII). Nel 2007 è stata eletta tra i dodici membri del Coordinamento Municipale di Forza Italia e dal 2007 è Assistente Parlamentare". Precisiamo, inoltre, come richiesto, che la Dr.ssa Mannucci non indossa alcuna divisa d'ordinanza.

La parte di articolo relativa alla precisazione è stata rimossa per richiesta dell'interessata. Ci scusiamo formalmente con la Dr.ssa Mannucci per quanto scritto.

Riflessione polemica sul prossimo Parlamento di STEFANO CALICIURI

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di STEFANO CALICIURI