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Il primo passo di Maroni: fermare i clandestini
di STEFANO CALICIURI

[12 mag 08] Roberto Maroni apre oggi il suo nuovo mandato da ministro dell’Interno con una riunione tecnica a cui parteciperanno i capi dipartimento del Viminale. All’ordine dl giorno la questione sicurezza: pene più gravi per stupratori e delinquenti che antepongono il patrimonio ed i beni materiali alla vita ed alla dignità delle persone (scippi, rapine in villa, abusi su portatori di handicap ed anziani, sfruttamento minorile). Ma la questione più importante su cui si discuterà sarà certamente la questione legata agli sbarchi clandestini. Senza contravvenire alle norme comunitarie, il ministro è intenzionato a proporre una soluzione che possa respingere i barconi irregolari al di fuori delle acque territoriali. In particolar modo rafforzando le pattuglie marittime al largo di Sicilia, Calabria e Puglia, oltre naturalmente Lampedusa, primo avamposto europeo del Mediterraneo. Così facendo si vorrebbe risolvere il problema direttamente alla radice, interrompendo e respingendo gli attracchi clandestini sulle coste italiane. Per fare questo le pattuglie dovranno impedire l’ingresso delle barche nelle acque territoriali.

Il doppio binario su cui sta muovendosi il ministro Maroni è considerato prioritario per la sicurezza dei cittadini: da un lato intervenire interrompendo il flusso di d’immigrazione irregolare, applicando norme che rafforzino le pene; dall’altro potenziando le pattuglie territoriali ed abbassando la soglia della tolleranza anche verso reati minori ma che colpiscono le persone. Questo significa, quindi, nessuna possibilità di accesso alla sospensione condizionale della pena o ai benefici della legge Gozzini. Il pacchetto sicurezza che sarà portato mercoledì nel Consiglio dei ministri è praticamente pronto, così come annunciato già da Silvio Berlusconi durante la campagna elettorale. Rimangono soltanto da apportare piccoli aggiustamenti tecnici e domani la riunione dei ministri di Difesa, Esteri, Interni e Giustizia servirà proprio per definire gli ultimi dettagli. Oltre ad affrontare il nodo del reperimento delle risorse necessarie per l’applicazione totale del pacchetto, i ministri dovranno anche dare una risposta al sovraffollamento delle carceri: la norma, infatti, prevede che in caso di flagranza di reato debba scattare l’arresto obbligatorio ed immediato. In attesa di costruire nuove carceri, il governo trasformerà i Centri di permanenza temporanea (Cpt) in luoghi di detenzione, riaprendo anche quelli di Ragusa, Crotone e Brindisi, già chiusi da Prodi.

Sempre in mattinata il ministro Maroni incontrerà il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, per discutere di campi nomadi e di prevenzione dei crimini commessi da immigrati non regolari. Il pacchetto sicurezza, infatti, prevede l’elevazione della clandestinità a reato di rilevanza penale con conseguente arresto. Oltre allo spostamento dei campi nomadi all’esterno del perimetro urbano, sul fronte più propriamente romano Alemanno dovrà anche tentare di risolvere la questione centro storico. Troppi turisti e giovani ubriachi “animano” le nottate della capitale: è necessario dunque che almeno due pattuglie delle forze dell’ordine possano esser presenti nei punti di maggior aggregazione come Campo de’ Fiori, Trastevere, piazza Navona, Pantheon. Il problema è essenzialmente da risolvere nel numero degli addetti da impiegare, attualmente insufficienti per garantire sia il pattugliamento ordinario che il piantonamento fisso straordinario della città e dei luoghi sensibili.


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