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2001 - 2005

Per il primo quinquennio il programma di attività della Fondazione Ideazione investirà sei grandi direttrici: alcune già in fase di concreta realizzazione, altre in via di organizzazione. Le aree individuate, all’interno delle quali saranno operativi diversi gruppi di ricerca, sono, al momento, le seguenti:

A) Area riforme istituzionali.
Gruppo permanente di elaborazione della riforma federale. La riforma dello stato italiano, vale a dire la definizione di un nuovo patto costituzionale, dovrà realizzarsi sul piano di una moderna organizzazione federale. In questo quadro, la Fondazione intende sia fornire un importante contributo scientifico, attraverso l’approfondimento delle diverse questioni – teoriche, storico-politiche ed istituzionali – connesse al federalismo, sia promuovere un approfondito confronto con tutte le diverse realtà che all’interno dell’università, dei partiti e delle organizzazioni culturali perseguono l’obiettivo di una riforma federalista. Al tempo stesso, la Fondazione intende proporsi, su un tema delicato come quello del federalismo, come sede di mediazione e sintesi fra le diverse esigenze e prospettive presenti nelle diverse aree del paese. Alla costituzione di un Gruppo di lavoro permanente, composto da alcuni tra i più autorevoli studiosi italiani di problemi istituzionali, seguirà la costituzione di una sezione autonoma della biblioteca di Ideazione, appositamente riservata a volumi, ricerche e materiali, italiani e stranieri, espressamente dedicati alla storia del federalismo e più in generale alla riforma delle istituzioni. Il Gruppo di lavoro sarà operativo a Milano, dove la Fondazione intende ubicare una propria sede di rappresentanza.

B) Area relazioni internazionali.
Il Italia il dibattito pubblico sulle grandi questioni di politica estera è sempre stato carente. Il mondo politico in particolare ha sempre dedicato poca attenzione alle relazioni internazionali. Per colmare questa lacuna, la Fondazione – con il contributo di autorevoli studiosi e grazie ai rapporti stabiliti in questi anni con importanti centri di ricerca, italiani e stranieri – ha deciso la costituzione di una Scuola di formazione per la politica internazionale. Oltre a produrre indagini, studi e analisi sulle diverse realtà dell’attuale sistema internazionale, la Scuola promuoverà, in Italia ed all’estero, già a partire dal marzo 2002, corsi e seminari aperti a giovani laureati, a dirigenti politici e sindacali, a imprenditori e funzionari pubblici interessati ad approfondire le loro conoscenze di politica internazionale.

C) Area economia, finanza e grandi infrastrutture.
I cambiamenti del sistema economico internazionale e, in particolare, la rapida evoluzione dei mercati finanziari hanno rappresentato, nel corso degli ultimi anni, un significativa sfida per le classi politiche e dirigenti dei paesi più industrializzati. Nel caso dell’Italia, il banco di prova costituito, in particolare, dalle privatizzazioni, dall’ingresso nell’euro, dalla riforma della disciplina degli intermediari finanziari ha evidenziato la presenza di forti resistenze nei confronti di ogni reale processo di liberalizzazione ed il perdurare di una cultura economica per molti versi arretrata, ancora lontana dalla moderna cultura d’impresa e preoccupata soprattutto di salvaguardare l’influenza del mondo politico sulla sfera economico-produttiva. L’obiettivo della Fondazione – attraverso gli strumenti propri di una realtà culturale e di ricerca: studi, pubblicazioni, convegni – è quello di diffondere una più moderna visione dell’economia, capace di integrare, in modo virtuoso, le ragioni del mercato e il conseguimento di un diffuso benessere, individuale e collettivo; di suggerire una autentica politica dello “sviluppo”, considerandone tuttavia le ricadute in termini sociali; di approfondire la conoscenza dei moderni meccanismi economico-finanziari e l’evoluzione del sistema economico internazionale.
In questo ambito, particolare attenzione sarà dedicata al problema – strategico per un paese come l’Italia – delle infrastrutture e delle grandi opere.

D) Area ricerca scientifica.
La spesa destinata alla ricerca scientifica ed alla sua organizzazione è stata in Italia tradizionalmente insufficiente o inadeguata, specie se confrontata con quella degli altri paesi industrializzati. Dall’indifferenza per il settore manifestata nel dopoguerra si è passati, nei decenni successivi, a politiche generiche e ad investimenti sottodimensionati rispetto alle reali esigenze di sviluppo del sistema nazionale. Pochi dati sono sufficienti ad illustrare la drammatica situazione del nostro paese: nella seconda metà degli anni Ottanta, l’investimento complessivo in ricerca è arrivato all’1,4% del Pil; nel 1990 si è attestato intorno all’1,3%; nel decennio successivo è precipitato fino a raggiungere l’1,03%. In questo ultimo periodo il numero dei ricercatori è aumentato in Italia del 6%, in Francia del 22%, in Spagna del 50%, in Finlandia del 100%. Emerge da questo quadro sia l’esigenza primaria di formare anche in Italia una cultura scientifica diffusa, a partire naturalmente dalla scuola, sia di contribuire, con proposte specifiche e attraverso l’indicazione di concrete soluzioni operative, ad una diversa organizzazione della ricerca scientifica in tutti gli ambiti, nella consapevolezza che quest’ultima rappresenta un’autentica frontiera per un paese che intende perseguire obiettivi di sviluppo e di modernizzazione.

E) Area energia, territorio e ambiente.
La politica energetica, i problemi connessi alla gestione e salvaguardia del territorio e, infine, le scelte di politica ambientale rappresentano un fronte di discussione estremamente importante, dal punto di vista dello sviluppo del paese. Su questi temi la Fondazione intende proporre un dibattito serrato, che coinvolga il mondo scientifico, le forze sociali ed i responsabili politici, avanzando proposte e linee di intervento in grado di sbloccare la paralisi decisionale ed il ritardo progettuale che si registra di solito su tali questioni. Per quanto concerne, in particolare, le tematiche ambientali è già stata programmata una serie di ricerche che, a partire dal Progetto Atlante elaborato dal Cesia, ambisce ad istituire una sede nella quale culture anche diverse possano confrontarsi, e magari verificare ipotesi di convergenza e comuni strategie, su questioni di interesse generale.

F) Area storico-politica.
L’interpretazione della storia (segnatamente di quella contemporanea) e la discussione sui grandi temi che hanno contraddistinto, talvolta tragicamente, il Novecento rivestono un grande significato dal punto di vista politico generale. Difficilmente si può essere padroni del proprio tempo storico, difficilmente si può “progettare” il futuro senza prima possedere adeguate chiavi di lettura e di comprensione del passato. Senza alcuna concessione a schematismi ideologici ormai sorpassati, di qualunque natura, e nella convinzione che esista un nesso molto stretto tra storia e politica, la Fondazione intende dedicare particolare attenzione a studi, ricerche e discussioni sui temi, tra gli altri, dell’identità nazionale, dell’unificazione europea, del rapporto tra intellettuali e politica e del Novecento italiano.

G) Area sociale.
L’Italia, come la maggior parte dei paesi occidentali, ha conosciuto, negli ultimi anni, significative trasformazioni dal punto di vista sociale e demografico, dei modelli culturali e degli stili di vita, della composizione delle classi, della stratificazione e delle appartenenze. Capire come cambia la società nelle sue articolazioni più profonde – per quali cause e in che direzione – è decisivo ai fini della costruzione di una cultura politica all’altezza della propria epoca storica e che sappia realmente incidere, governandoli, i processi di cambiamento. Agli studi sociali – nel senso più ampio del termine – la Fondazione dedicherà quindi un’adeguata attenzione, con particolare riferimento a dinamiche quali l’immigrazione, l’influsso della tecnologia sulle abitudini di vita, il rapporto tra etica individuale e società, le dinamiche della società civile, la formazione scolastica, i rapporti tra culture, il pluralismo sociale.

H) Area comunicazione.
Ideazione si articola in due strutture: la casa editrice, (che edita la omonima rivista, i libri ed il settimanale on line) e la Fondazione (l’ente che promuove le varie iniziative culturali: convegni, ricerche, seminari, corsi di formazione). In questo quadro, la comunicazione, in tutte le sue possibili articolazioni, da quelle più tradizionali a quelle innovative connesse alle nuove tecnologie, rappresenta senza dubbio uno strumento-chiave per la diffusione delle idee. In un’epoca dominata da Internet, la qualità del dibattito politico-culturale dipende anche dal modo e dalla qualità con cui le idee vengono veicolate e fatte conoscere. Su questo terreno – divenuto strategico ai fini della creazione di una cultura politica che tenga conto della crisi dei tradizionali soggetti politici, a partire dai partiti e dalla forma-stato – la Fondazione intende non solo svolgere un attento lavoro di analisi e di elaborazione, ma promuovere l’uso di strumenti operativi quanto più possibile avanzati ed articolati, funzionalmente al proprio scopo, che è quello di operare, nel contesto della società italiana, come un autentico laboratorio politico-culturale.

Attività e strumenti di divulgazione

Gli strumenti operativi della Fondazione possono essere individuati nello schema che segue:

A) Attività editoriale.
La Fondazione prevede la pubblicazione di dieci “quaderni” ogni anno: volumi agili, di formato tascabile, dedicati a questioni di attualità connesse alle diverse aree tematiche. I “quaderni” della Fondazione sono editi in collaborazione con la casa editrice e si avvalgono di quest’ultima per ciò che riguarda la realizzazione editoriale e la diffusione.

B) Ricerche.
Nell’ambito delle diverse aree, la Fondazione promuove, autonomamente o in collaborazione con altre istituzioni, fondazioni, associazioni e enti, pubblici e privati, ricerche e studi su aspetti e temi specifici. Al momento, sono state già commissionate le seguenti ricerche:

1) Il problema previdenza. Una commissione di esperti è già al lavoro sul sistema previdenziale italiano, comparato con quello in vigore negli altri paesi europei. Il primo rapporto sarà consegnato entro il mese di luglio 2001 e, prima della stesura definitiva, verrà presentato nel corso di seminari e dibattiti ai quali parteciperanno esperti politici e sindacali, rappresentanti delle categorie imprenditoriali ed autorità di governo. Il testo definitivo della ricerca sarà disponibile nell’autunno successivo.

2) La cultura politica della Terza Italia (Marche, Umbria, Toscana, Emilia-Romagna). Il piano di lavoro è già stato definito: l’indagine sarà avviata nel settembre 2001 e proseguirà per l’arco di un anno. La ricerca è dedicata, in particolare, al modo con cui si è storicamente formata la cultura politica delle regioni prese in esame, con particolare riferimento al ruolo svolto su quest’ultima dalla tradizione cattolica.

3) Il progetto Atlante. Il futuro del mondo dipenderà, in buona parte, dal modo con cui verranno influenzati e governati i cambiamenti climatici. Gli accordi di Kyoto del 1997 rappresentano un primo tentativo in direzione di un più efficace controllo dell’emissione dei gas serra. Su questi temi l’Italia – al di là di una certa intransigenza di principio – sinora non si è misurata in termini concreti e realistici. Il “progetto Atlante”, elaborato dal Cesia, mira ad un programma di riforestazione e rinaturazione di una vasta area nord-africana che va dal Marocco alla Tunisia. I benefìci saranno non solo ambientali ma anche socio-economici: interessando il bacino del Mediterraneo, il programma, se attuato, assegnerà infatti all’Italia un significativo ruolo internazionale. La Fondazione intende riproporre, d’intesa con il Cesia, un progetto che si qualifica come concreto contributo alla soluzione di un problema di così vasta e vitale dimensione.

4) Roma capitale: un’idea di città. Nella storia d’Italia e del mondo Roma ha sempre occupato, anche simbolicamente, un ruolo straordinariamente importante. Nell’antichità è stata una delle metropoli più innovative (basti pensare allo straordinario impianto urbanistico dell’età imperiale). Nella modernità, pur restando fermo il suo ruolo di capitale del mondo cristiano, ha subìto un lento degrado. In età contemporanea, il suo impianto urbanistico ha conosciuto una modernizzazione molto parziale, se si eccettuano gli interventi operati nel ventennio fascista. Soprattutto nel dopoguerra, è mancata un’idea progettuale forte in grado di fare di Roma un’autentica capitale, funzionale e moderna. Oggi, in una fase di intenso dinamismo sociale e di grandi cambiamenti storici, è giunto il momento per assegnare a Roma il ruolo che le compete a livello internazionale. A questo riguardo, la Fondazione intende promuovere, d’intesa con quanti hanno già affrontato questo tema ed anche elaborato concrete proposte, una ricerca i cui risultati possano stimolare non solo un approfondito dibattito sul futuro di Roma, ma anche concrete scelte progettuali ed urbanistiche.

C) Convegni, seminari e manifestazioni varie.
La Fondazione propone con continuità sedi di confronto e di dibattito, di approfondimento e di sintesi. Per alcune di queste manifestazioni è prevista la pubblicazione degli atti, documenti destinati a sottolineare prese di posizioni su argomenti rilevanti.

D) Biblioteca.
La Fondazione dispone infine di una biblioteca che conta circa tredicimila volumi, dedicati in prevalenza alla filosofia, alla storia moderna e contemporanea, alla politica ed all’economia. La biblioteca è aperta al pubblico e dispone di personale specializzato in grado di fornire adeguata assistenza ai visitatori