26  giu  07 - Anp, se perdere Gaza si rivela la mossa vincente di Alessandro Marrone 

 

 

 

 

Fallire o rispettare le regole, tertium non datur
di Giuseppe Pennisi
[19 lug 07]


Le ultime vicende del beauty contest dell’Alitalia (ossia il ritiro di Air One, che era comunque l’ultimo concorrente) hanno riportato alle mente (di chi vi partecipò) un seminario a porte sprangate tenuto (riservatissimamente) il primo maggio del lontano 1992. Presiedeva (in altra veste rispetto a quella che indossa adesso) l’attuale ministro dell’Interno Giuliano Amato e l’obiettivo degli economisti riuniti era quello di abbozzare il programma di quello che sarebbe stato il governo che sarebbe emerso delle elezioni in programma in giugno. Si parlava molto degli aspetti macro-economici del Trattato di Maastricht, quando uno degli intervenuti ha aperto il documento, ne ha letto alcuni articoli ed ha sottolineato che la vera essenza del Trattato è che operazioni come quelle del risanamento (pescando nelle tasche di Pantalone) del Banco di Sicilia e del Banco di Napoli (temi allora di grande attualità) non si sarebbero potute non solo effettuare ma neanche concepire più. Questo aspetto del beauty contest (la gara per la cessione del 39per cento e successivamente di tutta la compagnia) è stato trascurato da molti commentatori in questi mesi. Tuttavia era probabilmente ben chiaro ai potenziali contendenti che uno dopo l’altro si sono sfilati dalla contesta. In breve, o avrebbero avuto mano libera per una durissima cura da cavallo (che avrebbe inciso drasticamente sui livelli occupazionali) o ci avrebbero rimesso le penne in quanto nessun Samaritano sarebbe corso in loro aiuto (come avvenne ai banchi meridionali oltre tre lustri orsono).

Lo dice a tutto tondo il documento del servizio studi della Banca centrale europea “Corporate Finance in the Euro Area? Including Background Material” in corso di pubblicazione come Ecb Occasional Paper n. 63. Lo ha curato una squadra di specialisti del Sistema europeo di Banche centrali (Franceso Drudi, Annalisa Ferrando, Petra Koehler, David Marques, Elmar Stress, Thomas Vlassopoulos, Carmel Martinez-Carrascal, Carmelo Salleo, Roman Perrard, Anssi Rantala, Annie Sauve, Yener Altunbas, Angela Maddaloni, Stefano Borgioli, Peter Askjaer-Drejer, Francesco Bevilacqua). L’analisi è approfondita e comparata e consente di afferrare le caratteristiche della scorporate finance nell’area dell’euro non solo nelle sue implicazioni di politica monetaria (l’aspetto su cui spesso più si pone l’accento) ma anche su quelle di strategia aziendale. I dati coprono il periodo 1995-2005 (ma in alcuni casi giungono al marzo 2007). La situazione finanziaria dell’Alitalia (senza un cavaliere bianco che se ne prenda carico per risanarla e rilanciarla, effettuando le riorganizzazioni necessarie) non è in linea non tanto con le regole del Trattato di Maastricht e decisioni successive (si può sempre sperare in giudici fantozzianamente dal cuore tenero) quanto con la lex mercatoria (le prassi delle transazioni internazionali, molto più cogenti delle regole scritte) che in dieci anni circa di unione monetaria si è affermata e consolidata nell’area dell’euro.

È illusorio sperare in un Samaritano finanziario (ossia in una o più banche che corrano al salvataggio): William Bernstein nell’ultimo fascicolo del Financial Analysts Journal rileva come la lex mercatoria si applichi anche al settore dei servizi finanziari. Infine, Daniel Kaufmann , Aart Kraay e Massimo Mastruzzi in un esame degli indicatori di governance nel 1996-2006 per 212 paesi (World Bank Policy Research Working Paper n. 4280, disponibile in Europa in settembre in versione cartacea) mostrano come la non osservanza della lex mercatoria incida sulla credibilità non solo delle aziende ma anche dei governi. Dove andare a parare? Un percorso consiste nel portare i libri in tribunale ed iniziare una procedura di fallimento come sostengono da tempo economisti specializzati nel ramo (si pensi agli scritti di Carlo Scarpa su La voce@info o nei documenti dell’Istituto Bruno Leoni). Un'altra strada possibile è (dietro autorizzazione dell’Ue) lanciare una nuova gara, ma con tutte le regole e le procedure del caso, non uno sbrindellato beauty contest inconcludente. Tertium non datur. Ho gestito gare internazionali per tre lustri quando lavoravo in Banca Mondiale e non vedo altre possibilità.

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